GROSSETO. Attimi di tensione in piazza Socci, in pieno centro storico di Grosseto, intorno alle 1830.
Da qualche giorno un ragazzo, nel pomeriggio, suona in piazza e chiede l’elemosina. Forse tiene la musica un po’ troppo alta, certo è che qualcuno, che vive nella zona, ogni giorno chiama la polizia municipale per protestare. Pare, in particolare, che ci siano alcune persone che lavorano di notte e di giorno vorrebbero dormire.
Certo è che, quasi ogni giorno, la polizia municipale passa e gli chiede di abbassare la musica. O di spostarsi.
Oggi, però, è successo altro.
Lancia la stampella alla vigilessa e viene placcato
Una pattuglia, anche oggi, mercoledì 16 agosto, è passata a controllare.
Il ragazzo, forse esasperato dai controlli, quando un agente della polizia municipale si è avvicinato gli ha lanciato la stampella che regge il leggio della musica, colpendolo. L’agente si è fatto refertare al pronto soccorso per il colpo ricevuto.
A quel punto sul posto sono arrivate altre pattuglie, il ragazzo è stato placcato a terra, mentre intorno la gente si accalcava, urlando. E dividendosi fra gli “applausi” per l’intervento, a dire il vero in minoranza, e anche i tanti “applausi” polemici: «Lasciatelo stare, non faceva niente di male». Anche perché attorno a lui c’erano almeno sei agenti.
Alla fine il ragazzo è stato calmato e portato al comando.
Sarà poi il magistrato a decidere come procedere. Per lui è probabile una denuncia per violenza a pubblico ufficiale.
IL VIDEO
«Gli agenti della polizia municipale lavorano per la comunità – dice l’assessore Riccardo Megale – e la violenza non è mai giustificata. I due agenti che sono andati sul posto sono ragazzi molto tranquilli e mi sento di spendere la mia vicinanza ai due nostri dipendenti. Peraltro la zona è molto coperta da telecamere, quindi sarà possibile capire com’è andata senza possibilità di errore».
Il giorno dopo, la ricostruzione dalle telecamere
In questo articolo quanto emerso il giorno successivo ai fatti, giovedì 17 agosto.
Dino Svetoni e il caso di Marina
Qualcosa di analogo è successo il giorno di Ferragosto, sulla spiaggia di Marina di Grosseto. A raccontarlo, sul suo profilo Facebook, è Dino Svetoni, che guida il nucleo operativo della polizia municipale.
«Mentre gli altri passavano il Ferragosto in “panciolle” sulla spiaggia, io dovevo invece lavorare e fino a qui niente di particolare – scrive -. Durante questa festività, dicevo, dovendo svolgere il mio lavoro, ho notato, insieme ai miei colleghi, un venditore, ovviamente non autorizzato, di teli da mare».
«Abbiamo cercato di fermarlo, ma il soggetto non aveva alcuna intenzione di farsi controllare e si è dato alla fuga. Abbiamo deciso di inseguirlo per identificarlo, ma abbiamo desistito poco dopo anche perché quei bagnanti in panciolle gridavano: “st…., pezzo di m…., lascialo stare che viene dai paesi poveri”».
«Fino a qui continuiamo a restare nel gioco delle parti anche se offendere è reato, ma la cosa più strana è che i villeggianti non hanno gradito il fatto di essere stati invitati a farsi i c… loro e che avrebbero dovuto pensare a godersi le vacanze invece di inveire contro chi lavorava».
«Provate a immaginarvi al vostro lavoro con uno che vi offende e vi dà del pezzo di m…. perché state svolgendo i propri compiti».
«Infine, e questo lo dico solo perché ne ho la consapevolezza, chi si lamenta perché ci “accaniamo” secondo loro, sui poveri, sono gli stessi che poi ci chiamano perché il vicino ha parcheggiato in divieto di sosta, oppure sono gli stessi che se sotto casa loro trovano due tunisini, anche loro provenienti da paesi “poveri”, ci chiamano perché non possono tollerare certe situazioni».
«Insomma sotto casa loro, massima severità, altrove diventa facile trasformarsi in benefattori».
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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