PORTO ERCOLE. C’è un momento dell’anno in cui il mare d’inverno rivela un volto segreto. Una quiete sospesa, un silenzio che abbraccia e avvolge. È la magia delle immersioni invernali, dove l’acqua diventa una bolla incantata e ogni discesa è un viaggio dentro un mondo vivo e sorprendente. A raccontarcelo con passione sono Violetta Paolini e Gabriele Ziino, guide esperte e anime del diving Full Dive di Porto Ercole, insieme a Martina Linciano, biologa marina e guida subacquea.
Anche quest’anno il diving prosegue la sua attività fino a gennaio compreso, accompagnando gruppi di subacquei nelle profondità del Tirreno meridionale, tra portate di cernie giganti, banchi di barracuda e affascinanti incontri con il pesce san pietro e piccoli tonnetti di passo.
Quando l’inverno regala immersioni perfette
«Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, a dicembre il mare ha offerto condizioni sorprendenti – spiega Gabriele Ziino – con fine settimana di bel tempo e temperature dell’aria sopra la media. Grazie a questa sorpresa meteorologica, il diving è riuscito a recuperare molte delle giornate perse a luglio a causa del maltempo».
Gli appassionati si sono immersi non solo in escursioni tecniche, ma anche ricreative: subacquei con brevetto Open Water, fino a 20 metri, hanno esplorato il fondale con mute umide, approfittando della sorprendente costanza termica dell’acqua.
In inverno, infatti, nel Tirreno meridionale non si formano termoclini, e la temperatura resta pressoché costante dai primi metri di profondità fino a 40 metri, intorno ai 17 °C. A disturbare leggermente la serenità del mare sono i venti come il grecale, più fresco in superficie, ma che non intaccano la bellezza dell’esperienza.
Un mondo sommerso che si risveglia
Sott’acqua lo spettacolo è affascinante. Giannutri, isola selvaggia e poco frequentata d’inverno, diventa un autentico paradiso per le immersioni. Qui, lontano dal traffico nautico estivo, i fondali respirano.
A 10-12 metri di profondità si incontrano cernie imponenti, pesce san pietro curiosi e branchi di barracuda che si lasciano osservare anche dai subacquei meno esperti. Le correnti di passo portano qualche tonnetto, un invito alla meraviglia per chi osserva la vita marina in un ambiente così pacifico.
Natura che cambia e rivela i suoi segreti
In confronto all’estate, con le acque calde e turbolente, durante la stagione fredda ritornano in vista nudibranchi variopinti, flabelline eleganti e piccoli polpetti che danzano tra le rocce. E come sempre, tra gli scorfani che si mimetizzano, si scoprono scorci di vita marina sorprendente.
Nei pressi di San Francesco, gli esploratori del diving osservano anche pinnacoli di corallo rosso oltre i 60 metri e larghi banchi di astropartus, mentre i ricci melone punteggiano i fondali come piccoli gioielli.
Un mare che racconta storie di equilibrio
Con Violetta, Gabriele e Martina scopriamo anche un’altra dimensione del nostro mare: quella scientifica e fragile. Il Tirreno, come il resto dei mari, ha subito gli effetti del surriscaldamento globale. Eppure, molte specie sembrano adattarsi, e il mosaico sommerso si riconfigura ogni stagione.
In inverno non c’è termoclino, e le correnti fredda e calda si mescolano completamente, creando un environment diverso da quello estivo. A quote intermedie, dove in estate il fondo era sabbioso, ora si vedono praterie di alghe brune, fondamentali per l’equilibrio del mare e per la vita che vi prospera.
A Giannutri queste praterie sono rigogliose e ospitano un habitat variegato. A differenza di altre zone – come il promontorio di Porto Ercole, dove i coralli soffrono il fenomeno del bleeding, ovvero lo sbiancamento causato dallo stress ambientale – qui le gorgonie rosse sono in buona salute e la vita marina appare equilibrata.
Alga invasiva e curiosità scientifiche
«Tra le specie che vivono in questo microcosmo c’è anche la Caulerpa cylindracea, una macroalga verde non originaria del Mediterraneo, arrivata dalla costa australiana e ormai ben distribuita nel mare nostrum – spiega Martina Lanciano – Nonostante sia considerata specie invasiva, in alcune zone convive con la vegetazione nativa, contribuendo a creare un equilibrio complesso e curioso sotto il profilo ecologico».
Accanto a queste realtà naturali, altri protagonisti sottomarini – come il vermo cane, un grande policheto predatore noto per nuotare libero alla ricerca di prede – si osservano raramente in questo tratto di mare, dove preferisce rimanere in tana, mantenendo un bilancio con gli altri organismi.
Una bolla di pace nel cuore del Mediterraneo
«Sotto la superficie – racconta Martina – non c’è traffico di barche, non ci sono rumori. È come vivere in una bolla», una promessa di pace che solo chi ha esplorato questi fondali può comprendere.
Alla fine di febbraio la barca del diving Full Dive sarà tirata in secco per manutenzione, per poi tornare in mare a fine marzo, pronta a scrivere un nuovo capitolo di esplorazioni e avventure subacquee.



