PORTO ERCOLE. Emozione e stupore davanti alla Feniglia, dove nei giorni scorsi è stato avvistato e catturato – per pochi istanti – uno squalo volpe di circa tre metri.
Protagonista dell’incontro è Fabio Andreuccetti, ex segretario del Circolo nautico e della vela Argentario, storico sostenitore di Artemare Club e grande esperto di yachting.

Durante una battuta di pesca serale, poco prima del tramonto, Andreuccetti si trovava con la sua imbarcazione “Les Jumeaux”, un cabinato Altair del cantiere Sabatini di Porto Ercole, di fronte alla Feniglia, nei pressi delle Formiche di Burano, a circa 30 metri di profondità.
Con un’attrezzatura leggera – canna 8-12 libbre, piombo guardiano, due ami e seppia viva come esca – ha sentito l’abboccata: dopo qualche minuto di tensione ha scoperto che dall’altra parte della lenza c’era proprio uno squalo volpe.
Dopo pochi istanti, l’animale è stato rilasciato in mare in perfetta salute, come documentano foto e video dell’incredibile momento.
«Un animale a rischio, da proteggere»
Il comandante Daniele Busetto, di Artemare Club, si è congratulato con Andreuccetti per il gesto:
«Ha fatto benissimo a rilasciarlo subito – ha detto – Lo squalo volpe è una specie a rischio di estinzione, appartenente alla famiglia degli Alopoidi, molto vulnerabile per via della pesca intensiva».

Secondo Busetto, negli ultimi cinquant’anni la popolazione di questi squali è diminuita fino all’80% in alcune aree dell’oceano Atlantico e del 30% nel Pacifico. Anche nel Mediterraneo, e quindi nelle acque dell’Argentario, la situazione è preoccupante.
«La carne, l’olio e le pinne dello squalo volpe – spiega – hanno un alto valore di mercato, e questo lo rende un bersaglio frequente. Ma è anche un trofeo ambito per molti pescatori sportivi».
Il mare dell’Argentario sotto pressione
Da anni Artemare Club denuncia lo stress crescente della fauna e della flora marina del promontorio, dovuto alla pesca a strascico e al traffico di imbarcazioni.
«Basta pensare – ricordano dal club – alle oltre 50 navi da crociera che ogni estate attraversano la zona: prima del 2015 non si vedevano. A queste si aggiungono centinaia di natanti che ogni giorno solcano le acque, alterando gli equilibri dell’ecosistema».
Un appello, quindi, a rispettare il mare dell’Argentario, per conservarlo «non solo per noi, ma per i nostri figli e i loro figli».





