Sparisce con l'acconto della casa ecologica: denunciato | MaremmaOggi Skip to content

Sparisce con l’acconto della casa ecologica: denunciato

L’uomo aveva chiesto il permesso a costruire in Comune ma i lavori non sono mai cominciati: truffa da decine di migliaia di euro
Una casetta ecologica in costruzione

GROSSETO. Lo schema che avrebbe adottato è lo stesso al nord come al sud, facendosi versare un acconto del 25% sul prezzo pattuito alla stipula del contratto senza però poi portare in fondo il lavoro. E trattandosi della costruzione di case ecologiche, le cifre che l’uomo avrebbe intascato prima di sparire non sono basse. Si va da un minimo di 10.000 a oltre 30.000 euro. E quest’ultima cifra è quanto ha portato via al grossetano. 

Truffa da decine di migliaia di euro

Sede della società in Inghilterra ma che risulta cancellata dal registro delle imprese, in una strada dove non c’è nulla, conto corrente in Austria, residenza in Lituania e auto con targhe slovene: sarebbe questo l’identikit dell’uomo che oltre ad altri italiani, avrebbe truffato anche un grossetano che, assistito dall’avvocata Sabrina Pollini, ha deciso di presentarsi alla guardia di finanza e sporgere denuncia

Il grossetano voleva infatti costruire la casa dei sogni: un’abitazione realizzata secondo i principi della bioarchitettura. E aveva contattato l’uomo, attraverso il sito internet della società, che avrebbe dovuto realizzarla. Sul sito erano pubblicate anche alcune immagini e modelli di abitazioni in legno. Immagini, sarebbe stato poi accertato, prese da altri siti Internet e pubblicate su quello della società. 

Dopo qualche mese dal versamento dell’acconto e dopo che l’uomo che si era presentato come il Ceo della società costruttrice aveva anche chiesto i permessi a costruire in Comune, il grossetano si è visto arrivare una comunicazione di recesso immediato, sulla base di presunti inadempimenti imputabili, appunto, al committente, ovviamente inesistenti. 

Sabrina Pollini
L’avvocata Sabrina Pollini

L’uomo si era quindi attivato per richiedere un incontro, senza però riuscirci per risolvere la situazione: dalla società infatti, gli era stato comunicato che il costo pattuito era praticamente raddoppiato a causa dei rincari e dell’aumento dei materiali per costringere il committente a recedere dal contratto senza l’obbligo di restituire l’acconto ricevuto. La variazione del prezzo dell’opera comunicata infatti, era sempre stata tale da sforare il budget e spesso la somma chiesta alla banca come mutuo, rendendo quindi impossibile proseguire con il contratto. E aggrappandosi a una presunta circostanza oggettiva, fino ad oggi si sarebbe sempre garantito la tenuta dell’acconto, scoraggiando eventuali azioni civili e penali da parte dei committenti. 

«Acconto che sarebbe servito a coprire – si legge nella denuncia presentata – le prestazioni fatte, ovvero la progettazione e l’ottenimento del permesso a costruire». 

Al committente restano poi gli oneri da pagare al Comune e l’amarezza per veder sfumare il proprio sogno. E spesso anche un progetto presentato in Comune differente da quello concordato. «Nel caso in cui avesse realizzato quel progetto quindi – specifica l’avvocata – si sarebbe esposto anche a una denuncia per abuso edilizio». 

 

 

 

 

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