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Smantellamento del Villamarina, Piombino scende in piazza

La mobilitazione ha messo sotto accusa amministrazione, azienda e Regione. L’appello di Marida Leoni ai cittadini: «Non lasciatevi trasportare da scelte inefficaci, siate proattivi»- E c’è chi ha smesso di curarsi
La mobilitazione in piazza Cappelletti
La mobilitazione in piazza Cappelletti e Marida Leoni

PIOMBINO.  Si è tenuta ieri pomeriggio, martedì 9 dicembre, in Piazza Cappelletti, la mobilitazione organizzata dai sindacati per sollevare l’attenzione sul progressivo e drammatico smantellamento dell’ospedale Villamarina. Un’assemblea pubblica che ha trasformato la piazza in un luogo di confronto e denuncia.

A rompere il ghiaccio è stata Marida Leoni, che ha indirizzato una dura critica all’amministrazione, all’azienda e alla Regione, giudicandole incapaci di proteggere il presidio sanitario.

L’erosione dell’ospedale e del diritto alla cura

Leoni non ha usato mezzi termini nel descrivere la situazione attuale, parlando di un ospedale che ogni giorno viene chirurgicamente smembrato pezzo per pezzo, perdendo continuamente figure professionali cruciali e vedendo la chiusura di interi reparti essenziali per la comunità.

L’ultimo quello di cardiologia, essenziale per le patologie tempo dipendenti, ovvero quelle che richiedono un intervento immediato per evitare danni permanenti o morte, come l’Infarto Miocardico Acuto (IMA) (o Sindrome Coronarica Acuta), che blocca il flusso sanguigno al cuore, e le gravi aritmie che possono portare a morte improvvisa, oltre allo scompenso cardiaco acuto (edema polmonare acuto) e lo shock cardiogeno.

Queste condizioni sono definite “tempo-dipendenti” perché ogni minuto perso aumenta il rischio di conseguenze cliniche devastanti, e sono gestite attraverso le reti cliniche tempo-dipendenti (Rete Cardiologica) per garantire un trattamento rapido e specialistico. 

«Ridurre la cardiologia ad un ambulatorio – ha detto Leoni – significa innescare un tragico effetto domino. Reparti fondamentali verranno meno senza il reparto di Cardiologia attivo e pronto a fronteggiare emergenze cardiache».

Il commento di Leoni si è poi fatto ancora più aspro, toccando le corde del disagio sociale:

«I piombinesi non si curano per motivi economici e sociali perché per curarsi oggi servono i soldi, perché per curarsi bisogna viaggiare e tante persone sono sole. D’altro canto i Piombinesi non si muovono, neanche di fronte al proprio ospedale che cade a pezzi».

Un momento della mobilitazione
Un momento della mobilitazione

La Leoni ha puntato il dito anche contro l’inerzia locale: «Divisi tra i vari partiti e i rimpalli di colpa, la politica locale è inerme e non riesce a prendere decisioni costruttive».

L’invito lanciato è stato un chiaro “Basta” a questo continuo depotenziamento:

«Ma non è più il momento delle spiegazioni, delle colpe rimbalzate, ora è il momento di agire».

Leoni ha esortato la cittadinanza a essere proattiva e a non accettare passivamente scelte politiche inefficaci o del tutto sbagliate.

«Tanti – ha sottolineato Marida Leoni – sono i nostri concittadini che hanno persino smesso di curarsi. Le colpe sono da dividersi tra la Regione, la Politica e anche l’Azienda. Tutti avevano il dovere di proteggere la comunità, soprattutto la politica locale».

L’appello al racconto

Marida Leoni con un sindacalista del Camping Cig
Marida Leoni con un sindacalista del Camping Cig

Un momento centrale è stato l’invito rivolto ai cittadini presenti: Leoni li ha esortati a prendere in mano il microfono per raccontarsi, condividendo le proprie esperienze dirette, dichiarando il proprio punto di vista e dando voce ai pensieri sulla crisi sanitaria locale.

L’obiettivo è stato quello di trasformare il dissenso in un coro di testimonianze concrete, rendendo evidente il costo umano delle decisioni politiche.

Assenza istituzionale: Il comunicato congiunto dei sindaci della Val di Cornia

Si è registrata l’assenza dei vertici delle amministrazioni locali alla mobilitazione in Piazza Cappelletti.

I sindaci della Val di Cornia si sono tuttavia pronunciati sulla manifestazione con un comunicato congiunto diffuso nel pomeriggio.

Nel documento, i primi cittadini, pur non partecipando fisicamente, esprimono «apprezzamento per ogni iniziativa pubblica che abbia come obiettivo la difesa del diritto alla salute» e considerano le mobilitazioni come un segnale importante di attenzione civica».

I sindaci, tra cui il primo cittadino di Piombino, hanno sottolineato che la partecipazione attiva dei cittadini rafforza il nostro impegno istituzionale e che il loro lavoro proseguirà nel confronto con l’azienda sanitaria e la Regione Toscana.

L’istanza fondamentale ribadita è la necessità di certezze, di investimenti strutturali e di scelte chiare per il potenziamento dell’Ospedale di Villamarina, ribadendo:

«Resta ferma la volontà condivisa di lavorare con responsabilità e unità per difendere un bene essenziale: la salute pubblica».

La mobilitazione di ieri segna un nuovo, forte capitolo nella battaglia per la difesa della sanità pubblica locale, con i sindacati e i cittadini uniti nel chiedere un’inversione di rotta immediata, mentre le amministrazioni locali tentano di mantenere un canale istituzionale di dialogo.

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