GROSSETO. Ci sono storie che rasentano l’assurdo, nelle quali si mischiano alcune verità e tante inesattezze, con persone chiamate in causa che non ne sanno nulla e altre che si ritrovano coinvolte in qualcosa più grosso di loro. Come il caso del tentativo, ma è forse un po’ esagerato chiamarlo così, di due anziani pensionati di Grosseto che si sono trovati dentro, senza forse neppure rendersene conto, al progetto di un imprenditore di Alberobello di mettere le mani sul Matera calcio.
Il Matera calcio gioca in D, nell’ultimo campionato è arrivata sesto, fuori per un punto dai playoff. Ma la Covisod, l’organo di vigilanza sulle società sportive di questa serie calcistica, ha bocciato l’iscrizione al prossimo campionato, e un eventuale ricorso deve essere presentato entro oggi, lunedì 21 luglio. Il presidente Stefano Tosoni ha detto di essere disposto a cedere la società ma, con alcune mensilità da pagare ai giocatori e altri debiti, la situazione della società è drammatica.
E qui inizia la storia dei due pensionati grossetani, Niccolino Pollini e la moglie Domenichina. Più o meno ottantenni entrambi e pieni di acciacchi, due persone onestissime, ma semplici. Hanno però legami importanti con imprenditori e imprenditrici della Maremma, tanto che questi ultimi sono stati chiamati in causa nella vicenda, senza saperne nulla.
Perché se i coniugi Pollini, che a Matera hanno scambiato per imprenditori, nessuno o quasi li conosce, tutti in Maremma conoscono le sorelle Gaia e Fulvia Falconi, figlie di Giosuè Falconi, Mimmo per tutti a Grosseto, e anche, biscugine di Gianni Lamioni, in quanto il loro nonno e la nonna di Gianni sono fratello e sorella. E Gianni una squadra la possiede già, pensiamo gli basti e gli avanzi.
Peraltro Domenichina è zia di Filppo Vetrini, dg del Grosseto calcio. Quindi tutta la storia in qualche modo “profuma” di calcio, insomma aveva tutti i contorni per essere credibile.
Tutto l’intreccio è stato raccontato dal sito Notiziariocalcio.com, uno dei più accreditati nel mondo del calcio minore, da sempre uno dei primi a dare le notizie, dove lavorano fior di professionisti.
Il fattore Niccolino diventa imprenditore
Niccolino, per 60 anni, è stato il fattore delle Falconi e del padre Mimmo, scomparso nell’aprile del 2011, il factotum in molte delle loro attività. E Mimmo, che aveva tante attività in Maremma, in particolare agricole, era così conosciuto che su una lettera bastava mettere Mimmo Grosseto e gli arrivava, non ha mai avuto una conceria in città, tantomeno le figlie.
Fra le attività agricole aveva una coltivazione di meloni, cessata da oltre 20 anni, in un podere vicino all’Ampio, nel Comune di Castiglione, poi ceduto dalla famiglia Falconi agli Antinori, che ci hanno realizzato la Fattoria Le Mortelle, unendolo al podere le Mortelle, quest’ultimo comprato dai Barabino (quelli del castello, sopra al paese).
Tenuta all’Ampio dove, fra l’altro, i meloni erano solo un’attività collaterale a quella principale, di coltivazione di grano e cereali vari.
Così non c’è voluto molto, all’insaputa delle sorelle e anche di Gianni Lamioni, per costruire una narrazione che poteva assomigliare a qualcosa di vero. Con Niccolino che è diventato il re dei meloni e le sorelle Falconi titolari di un impero del concio.
«Io – ci racconta Gaia Falconi, che da tempo vive a Firenze e fa l’avvocato -, di questa cosa non ho mai saputo niente. Ho visto il mio nome in un articolo che mi hanno girato mentre ero in vacanza in barca con amiche a Palmarola e ci sono anche rimasta male. Ho chiamato Niccolino, che ha negato tutto. Lo stesso ha fatto con mia sorella. Ma quell’articolo gira e vorrei ribadire con forza che né io né mia sorella ci siamo mai interessate al Matera».
L’articolo di cui parla Gaia Falconi è proprio quello di Notiziariocalcio.com (QUI IL LINK).
Così il vecchio fattore pensionato è diventato un imprenditore e per qualche giorno i tifosi di Matera ci hanno anche sperato, finché la trattativa, se mai ci sia stata, è naufragata.
L’imprenditore di Alberobello e la “gita” a Matera
Qui bisogna fare un passo indietro. Niccolino Pollini è cresciuto a Cana, così come di Cana sono originarie le famiglie Falconi e Lamioni, ma ha vecchi legami con Alberobello. Nel piccolo e meraviglioso borgo pugliese, in provincia di Bari ma a una settantina di km da Matera, vive il vero interessato all’affare, che poi tanto affare non si è rivelato, un imprenditore che conosce Niccolino da decenni.
L’imprenditore, che per motivi suoi non voleva figurare nella trattativa, si è ricordato di Niccolino e l’ha invitato a Matera insieme alla moglie.
Li ha ospitati a sue spese in un albergo di lusso e li ha “usati”, perdonateci il termine, per figurare ufficialmente nelle trattative.
Niccolino, in questi giorni, ha ripetuto alle sorelle Falconi di non essere mai andato a Matera.
Però circola anche una foto di Domenichina con addosso la sciarpa del Matera, sciarpa che le hanno messo addosso i tifosi lucani che nell’ipotesi salvataggio per un po’ ci hanno creduto e che per giorni hanno fatto manifestazioni in piazza.
Non è un capo alla moda e si trova solo a Matera…
Così è nata tutta la narrazione, con gli intrecci a loro insaputa con le sorelle Falconi.
La trattativa saltata e i due “avvocati”
Alla fine la trattativa è saltata, perché è emerso che l’esposizione debitoria del Matera era troppo importante anche per l’imprenditore di Alberobello.
È stata la stessa Domenichina, rilasciando una dichiarazione ancora a Notiziariocalcio.com, a far sapere che non c’erano le basi per andare avanti. La stessa Domenichina cita come propri “avvocati” due persone che non risultano nell’albo dell’Ordine nazionale forense, Sorrento Lazzerini e Franco Giannini. Parole sue, sia chiaro, che potete leggere a QUESTO LINK.
Dopo la gita a Matera, perché in fondo questa è stata, Niccolino e Domenichina sono tornati in Maremma. E certo qualche spiegazione alle sorelle Falconi, per le quali hanno lavorato per decenni, dovranno darla. Perché sono state coinvolte in una vicenda dalla quale sono totalmente estranee e che, furiose, stanno valutando anche azioni legali.
In tutto questo la parentela con Gianni Lamioni, che è davvero proprietario di una squadra calcio, ma anche lui estraneo al caso, non è stata spesa a caso.
Ultima nota sul Matera. Intervistato da Sport on Fire Matera il presidente Stefano Tosoni ha detto che l’ indiscrezione «circa un interesse di due imprenditori toscani, è assolutamente falsa. L’unica trattativa in corso è con l’imprenditore Domenico Brancaccio (Caffè Brancaccio, ndr), che con la sua azienda è già stato sponsor della squadra nella passata stagione».
Il Matera escluso dalla D
Aggiornamento del 21 luglio. Il Matera è stato escluso dalla serie D. La società, infatti, così come Avezzano e Castelnuovo Vomano non ha presentato ricorso dopo la bocciatura dell’iscrizione da parte della Covisod.



