Scopre che il figlio è morto una settimana dopo | MaremmaOggi Skip to content

Scopre che il figlio è morto una settimana dopo

Il giovane, 23 anni, è stato travolto da un treno in corsa alla stazione di Follonica. La comunità ha fatto una colletta per pagare il rimpatrio
La stazione di Follonica

FOLLONICA. Suo figlio era in Italia da tempo. Viveva a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Aveva lasciato il suo paese d’origine, il Marocco, per trovare un po’ di fortuna e una vita migliore in Italia. Era nato nel 1999, aveva solo 23 anni

Martedì 21 giugno, però, quel ragazzo scappato dal nord Africa, ha deciso che il suo cammino dovesse concludersi alla stazione ferroviaria di Follonica. 

Travolto e ucciso dal treno in corsa

Erano le 8 e 5 del mattino quando il giovane è stato travolto dal Frecciabianca 8601 Genova-Roma, che sarebbe dovuto arrivare a Grosseto alle 8,22. Il ragazzo era seduto sui binari ed è stato preso in pieno dal treno nonostante che il macchinista abbia tentato di frenare. Qualcuno ha detto di averlo visto alzarsi, all’ultimo momento. Ma l’impatto con il Freccia bianca che dopo aver rallentato all’ingresso della stazione stava riprendendo velocità, è stato devastante. 

Sono arrivati subito i poliziotti della ferroviaria che hanno avviato le indagini. Non si sarebbe però trattato di un incidente: il ragazzo avrebbe scelto di uccidersi in quel modo, facendosi travolgere dal treno. 

Gli agenti della polizia ferroviaria sapevano solo il suo nome e la sua età. Poi hanno scoperto che quel ragazzo, in Maremma, non aveva nessuno. E probabilmente, a Follonica c’era arrivato la mattina stessa, con un altro regionale. 

Il consolato, una volta avvisato dalla polizia ferroviaria di quanto successo, si è messo alla ricerca del padre del giovane: soltanto mercoledì 29 giugno l’uomo ha saputo che il figlio era morto. Che si era ucciso restando seduto sui binari della stazione di Follonica mentre stava passando il treno. 

La colletta della comunità

La famiglia del ragazzo vive a Béni Mellal, città che si trova nella parte centrale del paese. Un’oasi dove è stata costruita la diga che ha formato il lago di Bin el Ouidane, riserva d’acqua importante per lo sviluppo agricolo della città e preziosa risorsa turistica. 

I genitori del ventitreenne sono stati avvertiti della tragedia otto giorni dopo. E la comunità islamica di Grosseto, come sempre, ha fatto quadrato intorno alla famiglia del ragazzo. Anche se non lo conosceva personalmente e anche se non sapeva perché fosse arrivato a Follonica, l’imam ha avviato una colletta per rimpatriare la salma del ventitreenne. Il servizio sarà curato dall’agenzia di onoranze funebri La Pace e probabilmente il feretro con i resti del ragazzo, che sarà sepolto nel cimitero della sua città, lascerà l’Italia lunedì 4 luglio

La comunità islamica avrebbe voluto anche celebrare il funerale del ragazzo secondo la tradizione musulmana. Ma probabilmente, visto lo stato in cui si trova il cadavere, non sarà possibile. 

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