GROSSETO. Per l’ultimo giorno di vacanza, si erano lasciati da visitare Pisa con la sua torre pendente. Sarebbe dovuta essere quella l’ultima tappa della loro vacanza tra l’Italia e la Francia. Una vacanza che doveva essere un sogno e che invece si è trasformata in una tragedia che ha spezzato tre vite e sconvolto due continenti.
Sull’Aurelia, un terribile incidente ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre tre, tra cui una ragazza di 25 anni che lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Siena.
A perdere la vita sono stati Javed Akhtar, 57 anni, e la moglie Nadra, turisti indiani originari di Nagpur, in vacanza in Toscana con i tre figli. Con loro viaggiava anche Joshua De Sousa Onions, 33 anni, interprete sudafricano nato a Johannesburg nel 1992, che viveva a Roma, dove lavorava come traduttore e accompagnatore per gruppi di lingua inglese.
Il viaggio in Europa e l’ultimo giorno in Italia
Per la famiglia Akhtar era l’ultimo giorno di un tour di dieci giorni tra Italia e Francia. Javed, proprietario dell’hotel Gulshan Plaza di Nagpur, aveva deciso di trascorrere una vacanza insieme alla moglie e ai figli di 25, 18, e 15 anni.
Nella mattina del 2 ottobre, il minibus a nove posti sul quale viaggiavano si è scontrato violentemente con un altro furgone.
Javed e Nadra sono morti sul colpo, insieme a Joshua, l’interprete che li accompagnava e che aveva scelto di vivere in Italia per lavoro.
Con loro viaggiavano le due figlie Shifa e Arzoo e il figlio Jazel.

Le condizioni dei feriti
La più grave è la figlia maggiore, Shifa, che è stata trasportata d’urgenza con l’elicottero al policlinico Le Scotte di Siena, dove si trova in prognosi riservata nel reparto di rianimazione. Le sue condizioni restano molto serie.
Gli altri due figli hanno riportato ferite più lievi e si stanno lentamente riprendendo. Attualmente sono seguiti dal personale sanitario e psicologico, in attesa che l’Ambasciata indiana in Italia faccia arrivare un parente per prendersi cura di loro.
Il dolore tra Roma e Nagpur
La notizia della tragedia ha profondamente scosso sia Roma, dove Joshua De Sousa Onions viveva e lavorava, sia Nagpur, la città indiana d’origine della famiglia Akhtar.
A Nagpur, l’intera comunità alberghiera si è stretta intorno alla famiglia, mentre in Italia l’Ambasciata indiana ha espresso «cordoglio e vicinanza per la perdita di due cittadini indiani a Grosseto», confermando di essere in contatto con i familiari e con le autorità locali per le pratiche di rimpatrio.
The Embassy conveys its heartfelt and sincere condolences for the tragic loss of two Indian nationals from Nagpur in an accident near Grosseto.
Our prayers for the speedy recovery of the injured family members who are undergoing treatment. The Embassy is in contact with the…
— India in Italy (@IndiainItaly) October 3, 2025
«Una famiglia in vacanza, un giovane che aveva scelto di vivere qui per lavorare: in un istante tre vite si sono spente, lasciando dietro di sé dolore, incredulità e un vuoto impossibile da colmare», si legge nel post pubblicato dall’Ambasciata su X.
Un aiuto per i figli sopravvissuti
La comunità indiana in Italia e le autorità consolari stanno lavorando per garantire assistenza ai tre ragazzi.
Due parenti della famiglia sono già in viaggio verso l’Italia per raggiungerli e accompagnarli nel difficile percorso di recupero, fisico e psicologico.
La speranza, ora, è tutta per la venticinquenne: le sue condizioni restano critiche, ma i medici di Siena continuano a fare di tutto per salvarla.



