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Sala Eden, a processo per bancarotta fraudolenta

Spese per oltre centomila euro dopo che la società era già fallita: il manager sarà processato, la madre patteggia
La Sala Eden
La sala Eden

GROSSETO. Si è conclusa con un patteggiamento e un rinvio a giudizio l’udienza preliminare davanti al giudice Sergio Compagnucci. Imputati Claudio Barbieri, viareggino di 50 anni che nel febbraio 2014 si aggiudicò il bando per la gestione della Sala Eden e la madre Maria Teresa Bianca Pappalardo che ha scelto di patteggiare: per lei la pena di due anni con la sospensione.

Società pagate con i conti congelati

La storica discoteca sulle Mura riaprì i battenti ma la fortuna voltò presto le spalle alla Capitol Communication, la società poi diventata Grosseto Disco srl dichiarata fallita dal tribunale il 21 giugno 2018. Società della quale Claudio Barbieri era l’amministratore della società  che risultava intestata alla madre. Entrambi difesi dall’avvocato Gionata Bonuccelli del foro di Lucca, lunedì 21 marzo si sono presentati di fronte al giudice per l’udienza preliminare Sergio Compagnucci

Il reato contestato è quello di bancarotta fraudolenta: nonostante fosse stato già dichiarato lo stato d’insolvenza infatti, Barbieri avrebbe effettuato dei pagamenti ad alcune società, danneggiando così gli altri creditori che dovevano anche loro riscuotere. A partire dal gennaio 2016 furono infatti pagati 6.057.30 euro alla società Gou pubblicità di Brusca Umberto e Maines Omar, dal 25 gennaio uscirono dalle casse della società 6.710 euro sempre per la pubblicità, questa volta alla società Igp Decaux spa, dal primo febbraio alla Clear Channel Jolly, altra società di pubblicità, che riscosse 11.250 euro, mentre due giorni dopo 6.129, 60 euro furono pagati alla Prismel srl e il primo giugno dello stesso anno, una cifra di poco superiore – 7.930 euro a titolo di rimessa diretta – al settore pubblicità della Fondazione Carnevale di Viareggio. 

Il sostituto procuratore Carmine Nuzzo ha anche contestato a Barbieri e alla madre di aver distratto 25.537,74 euro per restituirli alla donna che in precedenza aveva finanziato la società, attraverso pagamenti diretti e attraverso anche due bonifici bancari che erano stati ordinati sui conti della società già fallita. 

Altri 20.000 euro erano stati poi addebitati sul conto della Europe Media, società collegata alla Grosseto disco srl, mentre 6.210 euro erano stati utilizzati per pagare gli oneri di una lussuosa Audi A8 presa in leasing attraverso la Sit 3000, altra società collegata a  quella di Barbieri. Infine, il 31 agosto 2015, sarebbero stati distratti 18.907,68 euro attraverso la vendita di una barca alla collegata Europa Media, ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a al valore reale. Un totale di ammanchi di quasi 109mila euro. 

Secondo l’accusa, il manager viareggino non aveva consegnato tutta la documentazione contabile al curatore fallimentare, documentazione a partire dal 2015 e fino alla data del fallimento e avrebbero tenuto le scritture contabili in modo tale da non permettere la ricostruzione del patrimonio e del volume e movimento degli affari. 

Il processo per bancarotta fraudolenta a carico del manager comincerà a luglio di fronte al collegio presieduto dalla presidente Laura Di Girolamo

 

 

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