Rigassificatore, Tonini replica: «Nessuna decisione irreversibile, il metanodotto non lo prova» | MaremmaOggi Skip to content

Rigassificatore, Tonini replica: «Nessuna decisione irreversibile, il metanodotto non lo prova»

Il criminologo Giovanni Tonini contesta l’idea di una permanenza inevitabile del rigassificatore a Piombino: «Il metanodotto non dimostra una scelta politica già compiuta e non esistono atti che sanciscano la permanenza»
Il rigassificatore di Piombino, sullo sfondo le pale eoliche del Quagliodromo
Il rigassificatore in porto a Piombino

PIOMBINO. Arriva una replica all’articolo di MaremmaOggi sul possibile futuro “inevitabile” del rigassificatore di Piombino. A firmarla è Giovanni Tonini, criminologo, criminalista, investigatore e psicologo giuridico, che, a suo modo di vedere, non è corretta l’impostazione del pezzo, ritenuta «parziale e fuorviante», soprattutto per quanto riguarda il ruolo del metanodotto Livorno–Piombino.

Secondo l’opinione di  Tonini, attribuire al gasdotto il valore di prova implicita di una scelta politica già compiuta sulla permanenza del rigassificatore rappresenta una semplificazione che altera la comprensione dei fatti.

Poi nei prossimi mesi vedremo come andranno le cose.

Il nodo del metanodotto: «Non è un progetto immutato dal 2009»

Uno dei punti centrali della critica riguarda il richiamo alle origini del metanodotto. Tonini riconosce che negli anni Duemila esistessero studi preliminari e ipotesi di potenziamento della dorsale gasiera costiera toscana.

Ma sottolinea che è tecnicamente e amministrativamente scorretto sovrapporre quelle ipotesi al progetto oggi in corso.

«L’opera attualmente realizzata – scrive – non è la prosecuzione inerte di un’idea datata, ma un’infrastruttura profondamente rivista», ridefinita nelle caratteristiche tecniche, nelle finalità operative e nell’inquadramento normativo attraverso procedure autorizzative recenti, coerenti con il mutato scenario energetico europeo.

«Il 2009 non spiega il presente»

Tonini contesta l’idea di una continuità lineare tra passato e presente. Utilizzare il 2009 come chiave di lettura dell’attuale fase energetica, secondo lui, significa ignorare una profonda discontinuità storica.

«Il 2009 – osserva – appartiene a un’epoca pre crisi finanziaria globale, pre guerra in Ucraina e pre ripensamento strutturale delle politiche energetiche europee».

Le grandi infrastrutture energetiche, aggiunge, non seguono traiettorie statiche, ma vengono riattivate,  modificate e ridimensionate in funzione di contesti politici, economici e geopolitici radicalmente diversi.

Metanodotto e rigassificatore: «Legame narrativo, non tecnico»

Ancora più problematica, per Tonini, è l’equazione proposta tra il metanodotto e la permanenza del rigassificatore a Piombino.

«Un’infrastruttura di trasporto del gas – spiega – non equivale a una decisione irreversibile sulla localizzazione di un terminale di rigassificazione».

Le reti gas servono sistemi complessi e multipli, non singoli impianti. Possono essere utilizzate per flussi diversi, da punti di ingresso differenti e con configurazioni che cambiano nel tempo.

Presentarle come prova di una scelta politica già compiuta, secondo Tonini, significa trasformare un elemento tecnico in uno strumento di pressione narrativa.

«Non esistono atti che sanciscano la permanenza»

Un altro passaggio chiave riguarda il ruolo della politica. Tonini contesta l’idea che esista una consapevolezza implicita e condivisa sulla permanenza del rigassificatore.

«Non esistono, allo stato attuale – scrive – documenti ufficiali che sanciscano in modo definitivo e irreversibile la permanenza del rigassificatore a Piombino».

Le dichiarazioni politiche, per quanto rilevanti, non sostituiscono atti normativi, né valutazioni tecnico-ambientali di lungo periodo.

Suggerire il contrario, avverte, rischia di produrre un clima di rassegnazione, invece di favorire un confronto informato.

Nella parte conclusiva, Tonini amplia il ragionamento al piano dell’informazione.

Secondo il criminologo, la criticità principale non sta tanto in ciò che l’articolo afferma apertamente, quanto in ciò che – sempre secondo la sua opinione – «Omette, deforma e fonde artificiosamente».

In particolare, denuncia l’omissione della discontinuità storica tra progetti passati e attuali, la deformazione del rapporto tra infrastrutture di rete e scelte localizzative e la trasformazione di interpretazioni politiche in presunte evidenze tecniche.

Quella che lui ritiene una corretta informazione – conclude – «dovrebbe distinguere tra piani, progetti, decisioni e narrazioni. Quando queste dimensioni vengono fuse, il risultato non è chiarezza ma orientamento dell’opinione pubblica».

Chi è Giovanni Tonini

Giovanni Tonini, criminologo, criminalista, investigatore e psicologo giuridico con grande passione per il giornalismo investigativo, settore nel quale si impegna normalmente quale ghost writer. Di formazione multidisciplinare, ex ufficiale della Marina Militare, ha conseguito vari titoli di studio tra diplomi, lauree magistrali e master. È anche esperto in pubbliche relazioni e si considera cittadino del mondo.

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