Rigassificatore, il cambio di prospettiva. C'è chi dice sì | MaremmaOggi Skip to content

Rigassificatore, il cambio di prospettiva. C’è chi dice sì

Il rigassificatore continua ad essere al centro del dibattito piombinese. Pablo Cinci (Appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino) illustra il suo ragionamento che prevede un cambio di prospettiva
Il ministro Gilberto Pichetto Fratin intervistato da Cristiano Marcacci e il rigassificatore in porto a Piombino
Il ministro Fratin a Venturina Terme, nel riquadro il rigassificatore

PIOMBINO. Non esistono attualmente soluzioni alternative riguardo la destinazione  del rigassificatore.

Questo quello che è stato dichiarato dal ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Questo il concetto di partenza su cui il presidente dell’associazione Appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino, Pablo Cinci, riflette per ragionare in termini differenti e, forse, più realistici sulla questione che da tre anni attanaglia cittadini, amministrazioni e partiti.

Tempi ristretti e nessun porto disponibile

Tale assenza di opzioni, unita ai tempi tecnici necessari per un eventuale spostamento e per il relativo iter verso un’autorizzazione, rende altamente probabile che, al termine del periodo di tre anni (luglio 2026), verrà emanato un decreto di proroga.

«Si tratta del logico epilogo di una vicenda che è stata – spiega Pablo Cinci -, sin dall’inizio, oggetto di notevoli strumentalizzazioni politiche, spesso dettate da mere logiche elettorali e di corto respiro, che non hanno mai tenuto realmente conto degli interessi del nostro territorio».

«Al contrario, le affermazioni del ministro riflettono il buon senso e la logica di chi governa un Paese. Un Paese che, nei fatti, ha bisogno dei 5 miliardi di metri cubi di gas annui, garantiti dal rigassificatore piombinese, che non può permettersi di vanificare i circa 80 milioni di euro investiti per le infrastrutture di collegamento alla rete nazionale e che deve preoccuparsi dei lavoratori che con tale impianto operano, garantendo stipendi e indotto correlato».

Le conseguenze negative di un eventuale trasferimento

Pablo Cinci riflette sulle possibili conseguenze derivanti da un’eventuale dipartenza del rigassificatore, soprattutto quelle riguardanti le aziende operative sul porto di Piombino:

«È fondamentale ricordare che la movimentazione di rinfuse liquide è, ad oggi – continua Cinci -, l’unico segmento del traffico portuale che ha fornito un contributo sostanziale all’economia del porto di Piombino. Un eventuale trasferimento della Italis Lng avrebbe conseguenze gravemente negative sull’economia portuale e sull’intero indotto».

«Superare il no a prescindere»

Il cambio di prospettiva indicato da Appello per il lavoro e lo sviluppo a Piombino:

«Per queste ragioni, chiediamo a tutte le forze politiche di superare la logica del “no a prescindere”, puramente ideologica e finalizzata alla ricerca del consenso. Chiediamo, invece, un maggiore pragmatismo per costruire una visione di prospettiva, capace di vedere la presenza del rigassificatore non come un problema, ma come un’opportunità industriale concreta, gestita da una delle più solide realtà aziendali italiane».

Il rigassificatore è a tutti gli effetti una fabbrica, dove lavorano le persone, con turni e orari che implicano anche la permanenza nel territorio piombinese, con effetti benefici sul turismo locale.

«In quest’ottica, chiediamo al sindaco Ferrari di farsi promotore dell’apertura di un tavolo di concertazione istituzionale, coordinato dal Governo nazionale, con la partecipazione della Regione Toscana e del Comune di Piombino. L’obiettivo di questo tavolo deve essere duplice:

  • Ottenere il riconoscimento delle compensazioni previste dalla legge Marzano (come già avvenuto per Ravenna, con 25 milioni di euro riconosciuti).
  • Assicurare l’attuazione del memorandum per Piombino, allegato all’ordinanza autorizzativa del rigassificatore, che prevede una riduzione dei costi energetici per le imprese locali.

Questo renderebbe il nostro distretto industriale più competitivo e attrattivo per le aziende energivore. Evitiamo – conclude Cinci – di ripetere gli errori del passato e mettiamo al centro gli interessi della nostra comunità».

 

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