PIOMBINO. Un calo drastico che preoccupa il tessuto economico cittadino: dalle 19 navi da crociera registrate negli anni passati, si rischia di scendere a soli 6 attracchi previsti per il 2026.
È questo il dato allarmante al centro del tavolo di confronto permanente che vede impegnati l’amministrazione comunale, l’Autorità di Sistema Portuale e Confcommercio.
L’obiettivo del dialogo è individuare le cause di questa flessione e mettere in campo strategie urgenti per rilanciare l’appetibilità dello scalo piombinese nei circuiti turistici internazionali.
L’impatto economico: «Mille turisti in città per ogni nave»
Secondo Confcommercio, la perdita di oltre due terzi delle navi non è solo un numero statistico, ma un danno diretto per i negozi, i bar e i ristoranti del territorio.
«La problematica va affrontata con la massima priorità – dichiara Marco Torchioni, presidente della delegazione di Piombino di Confcommercio Livorno – perché il turismo crocieristico è un volano capace di portare benefici innumerevoli. È dimostrato che, per ogni nave che attracca, circa un migliaio di passeggeri decide di non allontanarsi verso altre mete toscane, ma di restare in zona. Questi turisti trascorrono la giornata a Piombino, visitano il centro, pranzano nei nostri locali e fanno acquisti, sostenendo direttamente il commercio locale».

Il paradosso dei vicini: Livorno e Portoferraio volano
Mentre Piombino segna il passo, i porti di Livorno e Portoferraio continuano a registrare numeri decisamente più alti e questo, nonostante i limiti strutturali e organizzativi dello scalo elbano. Uno dei nodi principali riguarda l’accessibilità: infatti, le navi da crociera incontrano forti limitazioni per l’attracco, costringendo spesso le imbarcazioni a ormeggiare in rada.

Questa procedura obbliga i turisti a raggiungere la banchina tramite imbarcazioni d’appoggio: un “disagio” logistico che però viene gestito con efficienza. Piombino, invece, permette l’attracco, un punto che è a proprio vantaggio.
Trasporti al palo: «L’Elba è più organizzata di noi»
A pesare è la gestione dei flussi a terra. Il paradosso è evidente nel confronto con l’Isola d’Elba: Portoferraio dispone di una macchina organizzativa che prevede pullman pronti a partire proprio dal porto di Piombino per servire i croceristi.
Al contrario, per chi decide di fermarsi A Piombino, i servizi di collegamento – sia su gomma che ferroviari – risultano spesso mal organizzati o carenti.
L’appello di Confcommercio: «Rendere il territorio appetibile»
Secondo le stime, circa un migliaio di passeggeri per ogni nave deciderebbe di restare sul territorio se adeguatamente supportato da servizi efficienti, portando linfa vitale a negozi e ristoranti.
«La problematica va affrontata perché il turismo crocieristico può portare benefici incalcolabili all’economia locale – spiega Torchioni, presidente di Confcommercio –. È dimostrato che una fetta importante di passeggeri sceglie di visitare la città, fare acquisti e pranzare nei nostri ristoranti. Tuttavia, dobbiamo fare i conti con una realtà difficile: la carenza di trasporti ci penalizza fortemente».

Il messaggio agli enti preposti è chiaro: «Sarebbe necessario lavorare con decisione in questo senso – conclude Torchioni – per potenziare i collegamenti e la logistica portuale, rendendo finalmente il nostro territorio più appetibile agli occhi degli armatori».
La replica del Comune: «Numeri variabili e pesano i fattori geografici»
Di tutt’altro avviso è l’Amministrazione comunale. Secondo l’assessora alla cultura e al turismo, Sabrina Nigro, la problematica non va letta come un declino inesorabile, quanto come un andamento ciclico del mercato.
«Che il numero delle crociere sia fluttuante lo si sa da tempo – dichiara l’assessora Nigro –. Non vi è un calo netto; negli anni il numero degli attracchi è sempre variato e questo dipende da molti fattori».
Per l’Amministrazione, il confronto con i porti vicini deve tenere conto della geografia: «Il porto di Livorno risulta più appetibile anche per la vicinanza strategica con le grandi mete del turismo mondiale, come Firenze e Pisa».
La priorità: mobilità generale, non solo croceristi
L’assessora Nigro sposta quindi il focus del problema: la priorità non sarebbe esclusivamente il recupero delle crociere, ma un potenziamento strutturale dei trasporti che serva a tutti, residenti e turisti di ogni tipo.
«Una cosa su cui poter lavorare, a prescindere dalle crociere – conclude l’assessora – è la viabilità dei trasporti. Questi devono essere migliorati per garantire a tutti, visitatori e cittadini, una maggiore libertà di movimento sul territorio». Una posizione che, seppur propositiva sul fronte dei servizi, non sembra placare le preoccupazioni dei commercianti che nelle grandi navi vedono una risorsa immediata e vitale.
Un fronte comune per il rilancio
Il calo degli scali per il 2026 rappresenta una sfida per la competitività del porto. Per questo motivo, il dialogo tra gli enti non si ferma: l’Autorità Portuale e il Comune stanno lavorando per capire come rendere più attrattivi i servizi a terra e come promuovere meglio le eccellenze storiche e paesaggistiche della città presso le compagnie armatrici.
«È fondamentale che Piombino torni a essere una meta centrale nelle rotte del Mediterraneo – conclude Torchioni –. Dobbiamo garantire che il flusso di visitatori torni a crescere, perché il loro passaggio è linfa vitale per l’economia della nostra comunità».