Pitigliano fa autogol: sanzioni per la merce esposta. Commercianti in rivolta | MaremmaOggi Skip to content

Pitigliano fa autogol: sanzioni per la merce esposta. Commercianti in rivolta

I vigili urbani di Pitigliano, metro alla mano, hanno misurato con diligenza tutti gli spazi pubblici occupati dalla merce degli esercenti, anche se solo “appesa” al palazzo. «Contestiamo il metodo, stiamo lavorando poco. Stanno ammazzando il paese»
Pitigliano, via Roma, @trolvag

PITIGLIANO. Sono decine i commercianti di via Roma e di via Zuccarelli e del centro storico in generale che in questi giorni hanno ricevuto una visita da parte della polizia municipale di Pitigliano.

I vigili, metro alla mano, hanno misurato con diligenza tutti gli spazi pubblici occupati dalla merce degli esercenti. E in tanti  hanno ricevuto una sanzione per non aver pagato il suolo pubblico. 

Il problema pare sia legato al difficile passaggio delle auto nelle strette vie del paese.

Le vie del commercio sanzionate

Le vie interessate dalla visita dei vigili urbani sono quelle centrali del piccolo Comune, quelle del commercio e dei vicoli che portano al ghetto ebraico. «In tanti vengono qui richiamati dalle attività commerciali che espongono la merce in modo particolare» spiega una commerciante del posto.

Camminando per il corso sono infatti molti i negozi che – fino ad oggi – esponevano sulle mura esterne dei palazzi, ma anche di fronte al proprio negozio, piatti decorati, prodotti tipici e souvenir da portare a casa o regalare. Da domani chissà se il corso avrà il solito aspetto: le sanzioni spaventano. 

E togliere il piccolo commercio tipico di Pitigliano dalle viuzze del centro è un autogol, come se una località di mare vietasse di andare in spiaggia. Se poi si pensa che basti, per far vivere l’economia del paese, far fare una foto dalla Madonna delle Grazie, allora va tutto bene così.

L’ordinanza che il Comune vuole fare rispettare

Eppure l’ordinanza c’era e prevedeva il pagamento del suolo pubblico, anche nel caso in cui ad essere occupato era il muro del palazzo sul quale veniva esposta la merce. 

«Non so quanti commercianti pagassero il suolo pubblico e quanti no – afferma Margherita Guastini, presidente del centro commerciale naturale del Comune – Non è questo il punto, e non contestiamo questo. Contestiamo però il metodo. Abbiamo ricevuto decine e decine di controlli. È stato veramente brutto. Siamo in un piccolo Comune, bastava essere convocati dall’Amministrazione e avremmo trovato un modo». 

Una delle «peggiori estati per il commercio»

Guastini spiega che questa estate è stata una delle peggiori per Pitigliano: «Giugno e luglio sono stati due mesi da dimenticare, non abbiamo mai lavorato. È un periodo drammatico. E ricevere la visita della municipale da fine luglio in poi è assurdo. Stiamo aspettando agosto a gloria per vedere qualche turista e lavorare. E il Comune invece di venirci incontro manda i controlli. Potevamo trovare una soluzione insieme, bastava convocare una riunione e avremmo risposto».  

Adesso i commercianti chiedono di essere ascoltati dal primo cittadino. Vogliono un incontro per discutere della situazione. «Parleremo col sindaco – conclude Guastini – e nel frattempo aspettiamo di vedere quante sanzioni verranno mandate». 

Il comunicato del Ccn: «Questo è un incubo»

Il Ccn ha anche mandato un comunicato sulla vicenda.

«Assistiamo – scrivono – all’accanimento in piena stagione turistica senza dare il tempo alle attività di modificare il proprio allestimento, nonostante la crisi lavorativa, la presa in giro della impossibilità nel bloccare le contravvenzioni quando non si vuole ammettere politicamente che è una scelta squisitamente punitiva, l’assoluta mancanza nel trovare soluzioni adeguate al caso, nonostante la nostra richiesta ufficiale di mediazione e la esplicita volontà di applicare in tutta fretta un regolamento davvero poco applicabile in una realtà complessa come il nostro centro storico, rappresentano la totale mancanza di conoscenza (per voler restare in buona fede) della situazione generale e di tutti le difficoltà che hanno coloro che hanno scelto di vivere di arte ed artigianato e piccole realtà commerciali».

«Siamo realtà pluridecennali e riconosciute dalle diverse amministrazioni comunali, valorizzate da numerose interviste TV nazionali, private e svariate riviste nel corso di almeno 15 anni. In tutto questo ci chiediamo anche quale sia il vero ruolo degli assessori di competenza: turismo, attività produttive e commercio, centro storico…dove sono coloro che dovrebbero tutelarci e soprattutto dialogare con noi?»

Attività che portano il proprio contributo al paese

«Detto ciò in mezzo a tutto il centro storico esistono molte attività, tra cui numerose gestite da persone non pitiglianesi di nascita, che hanno portato il loro contributo a questo paese con il proprio lavoro di pregio e di attrattiva, e con investimenti, decidendo di abitare e vivere nel nostro paese, pagando affitti, tasse, ecc. Le attività vogliono convivere e rispettare i diritti dei residenti. Non è certo creando e alimentando guerre interne che si può nutrire questo senso di comunità che tanto la nostra amministrazione millanta».

«Non è con l’intenzione di metterci gli uni contro gli altri che si può mirare alla famosa felicita che vediamo sbandierata nei vari progetti per il futuro. Questo lo si può fare solo con la mediazione ed il dialogo, come noi abbiamo sempre fatto nella quotidianità con i nostri vicini di casa. Noi, come i residenti e con i residenti miriamo alla serenità e alla civile convivenza».

«L’Amministrazione sta ammazzando il paese»

«Non sappiamo se questa amministrazione comunale si rende conto che sta ammazzando il paese. Peraltro rifiutando di collaborare ogni volta in cui lo abbiamo chiesto, fin dalla famosa lettera inviatagli 2 anni fa, di cui evidentemente stiamo ancora pagando le conseguenze, in cui chiedevamo a gran voce di essere ascoltati».

«Ma questa è la loro risposta, che esagerando con la tutela del passaggio auto, senza intervenire solo dove esiste un problema reale, ma senza concedere nulla che non sia un vaso, rischia di ammazzare una realtà unica, dopo decenni in cui la nostra presenza e il nostro modo di esporre è stato apprezzato (no “non tollerato”) dalle altre amministrazioni».

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