Sgombero del Metropolitan: cooperativa in crisi e una mostra per difenderne la memoria | MaremmaOggi Skip to content

Sgombero del Metropolitan: cooperativa in crisi e una mostra per difenderne la memoria

Il Comune intima lo sgombero: «Liberare subito il teatro». Nasce una mostra per raccontare un secolo di storia del Metropolitan
Il Metropolitan e la locandina della mostra

PIOMBINO. Un messaggio via Pec ha dato ufficialmente il via allo sgombero del cinema-teatro Metropolitan. Il Comune ha chiesto alla cooperativa Nuovo Metropolitan di liberare la struttura, rimuovendo nel più breve tempo possibile attrezzature, materiali e tutto ciò che è di sua proprietà.

Una decisione che arriva dopo mesi di stallo e che mette ulteriormente in difficoltà la cooperativa, già provata dalla lunga inattività e dai licenziamenti degli ultimi mesi, con la prospettiva concreta del fallimento.

Una mostra per salvare la memoria del teatro

La notizia dello sgombero arriva proprio mentre in città prende forma un’iniziativa culturale che punta a riaccendere l’attenzione sul destino del Metropolitan. Dal 5 al 14 dicembre, negli spazi del centro d’arte Le Gambe Verdi, sarà visitabile la mostra “Metropolitan – Un patrimonio da riaccendere”, promossa dai gruppi consiliari Piombino Domani e Pd.

L’esposizione – realizzata grazie al contributo di famiglie, spettatori e fotografi che hanno messo a disposizione i propri archivi – ripercorre la storia dello storico cinema-teatro, per decenni punto di riferimento per la cultura e la socialità dell’intera città.
Un luogo che, come ricordano gli organizzatori, «ha formato generazioni, accolto rassegne, festival, incontri scolastici e momenti di comunità».

La mostra nasce con uno scopo preciso: non celebrare il passato, ma rivendicare un futuro, ricordando che il Metropolitan non è solo un edificio, ma un pezzo di identità collettiva.

Una crisi che nasce in estate: chiusura improvvisa, mesi di silenzio

Lo sgombero è l’ultimo capitolo di una vicenda iniziata a luglio, quando l’amministrazione comunale decise di chiudere il Metropolitan dopo le verifiche di vulnerabilità sismica affidate a una società esterna.

La scelta arrivò proprio mentre la cooperativa accoglieva nella struttura i rappresentanti della Cgil per chiedere al Comune chiarimenti e soluzioni temporanee in attesa dei lavori.

Da allora, il teatro è rimasto sbarrato, senza interventi, senza comunicazioni e senza prospettive. Poi, in poche ore, la situazione è cambiata: accessi agli atti dell’opposizione, accuse incrociate, convocazione di una commissione consiliare e, infine, l’intimazione allo sgombero.

Una struttura difficile da svuotare: attrezzature, impianti e una storia intrecciata

Smontare il Metropolitan non sarà semplice. Nel teatro, la cooperativa ha accumulato negli anni proiettori, impianti elettrici, moquette, elementi tecnici e scenici che richiedono tempo, risorse e personale per essere rimossi.

La storia della sala e quella della cooperativa sono intrecciate da decenni: cancellare una significa, inevitabilmente, cancellare parte dell’altra.

L’opposizione attacca: «Atto grave, sembra una ritorsione»

Durissima la reazione dei gruppi Pd e Piombino Domani, che parlano di decisione «gravissima, senza precedenti»: «La cooperativa ha ricevuto oggi una richiesta di sgombero – scrivono – dopo oltre quattro mesi dalla sospensione delle attività e guarda caso subito dopo la nostra iniziativa pubblica e la manifestazione della Cgil a difesa dei lavoratori. Un gesto inaccettabile, che conferma l’arroganza dell’amministrazione verso chi non si allinea. Chiediamo alla città una reazione collettiva».

Tra passato e futuro: la città chiede risposte

Lo sgombero apre ora nuovi interrogativi: che ne sarà della struttura? Quando partiranno i lavori? Quale futuro attende la cooperativa?

Intanto la mostra prova a restituire voce a una comunità che non vuole rinunciare a un luogo simbolo: un invito a immaginare un domani diverso per il Metropolitan.

Perché – come ripetono gli organizzatori – «le luci del teatro possono ancora tornare ad accendersi».

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