PIOMBINO. Da anni Piombino vive sospesa, appesa a promesse industriali che non diventano mai realtà. E la storia purtroppo si ripete sempre allo stesso modo: quando il destino della siderurgia è finito in mani straniere, qui non è arrivato niente di buono.
Lasciamo stare la breve, e sotto certi aspetti comica, parentesi Khaled al Habahbeh. Poi c’era stato Rebrab, lo “sciamano” della rinascita che prometteva investimenti e lavoro, e che alla fine aveva lasciato dietro di sé solo illusioni e ritardi.
Poi è toccato a Jsw: nel 2018 un piano industriale monstre, un miliardo di scenari futuri, la retorica del rilancio nazionale. Risultato? Cassa integrazione a oltranza, impianti fermi, rotaie a rischio e una comunità stanca di aspettare.
In mezzo, governi che hanno concesso tempo e fiducia, spostando ogni traguardo un po’ più avanti, fino a rendere l’attesa parte del problema.
«Piombino ha già dato. Ora basta»
La verità è che Piombino ha già dimostrato una pazienza che nessun territorio industriale in Italia ha dovuto mettere in campo. E ora il conto è arrivato: o si investe davvero oppure si ha il coraggio di cambiare guida a questo polo siderurgico.
Perché nel frattempo una novità c’è: la filiera Danieli-Metinvest ha messo sul tavolo un progetto vero, tecnologie e mercati.
Per la prima volta dopo anni, c’è qualcuno che ha interesse a produrre acciaio qui, non solo a prometterlo.
Ma senza l’accordo di programma, non si va da nessuna parte
E qui torna il nodo centrale: Jsw.
L’azienda continua a essere titolare delle aree e del tavolo, ma al tempo stesso è il principale freno al rilancio: niente progetto definitivo del revamping del treno rotaie, niente piano industriale credibile, niente firma dell’accordo di programma.
Una situazione paradossale:
🔹 se Jsw non firma, Metinvest non parte,
🔹 se Metinvest non parte, Piombino sprofonda definitivamente.
Il governo deve scegliere: chi vuole davvero rilanciare Piombino?
È arrivato il momento dell’assunzione di responsabilità: il governo deve decidere chi ha titolo a costruire il futuro dell’acciaio italiano.
Perché tenere in vita un’azienda che non investe ha un costo sociale ed economico enorme:
- 📉 posti di lavoro bruciati
- 📉 tecnologia che invecchia
- 📉 competitività che si allontana
E Piombino non può più essere il parcheggio dei fallimenti altrui.
La siderurgia è strategica: o si fa davvero, o è meglio dirlo
Qui si producono rotaie. Non un prodotto qualsiasi: infrastruttura del paese, Pnrr, reti ferroviarie. Interesse nazionale, non locale.
Per questo Piombino non può restare ostaggio di un imprenditore che ha già dimostrato di non mantenere ciò che promette.
O Jsw mette sul tavolo investimenti veri, subito, o si apra la strada a chi vuole lavorare davvero — e non soltanto a chi vuole conservare le chiavi dei cancelli.
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