PIOMBINO – Ancora uno stop, ancora un rinvio. La trattativa sull’accordo di programma tra Jsw, Governo ed enti locali si arena di nuovo, generando rabbia e frustrazione tra lavoratori e sindacati.
A intervenire duramente sono Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl, e Paolo Cappelli, segretario Fim Cisl Toscana: il comunicato diffuso dalla federazione parla apertamente di «ennesima presa di tempo», denunciando una situazione che trascina lavoratori e comunità verso lo sfinimento sociale ed economico, dopo anni di promesse mai mantenute.
«Percorso inaccettabile: famiglie allo stremo e territorio al collasso»
Secondo i sindacati, la vicenda Jsw è arrivata al limite: «L’ennesimo rinvio è inaccettabile – dichiarano –. Da anni assistiamo a promesse non rispettate, investimenti mancati e opportunità sfumate. Eppure si continua a concedere tempo, a discapito delle famiglie e dell’intera comunità piombinese».
Il riferimento è al percorso industriale mai decollato, agli impianti fermi, ai volumi produttivi inesistenti e a una cassa integrazione protratta ormai da quasi dieci anni, simbolo di una crisi interminabile.
«Dentro o fuori: la scelta non è più rinviabile»
Il sindacato annuncia una linea chiara per il prossimo incontro istituzionale:
«Chiederemo una decisione definitiva: dentro o fuori. Se il progetto di convivenza industriale con Metinvest-Danieli è sostenibile, allora si proceda. Il rilancio non può essere ostacolato dietro burocrazie o tatticismi».
La Fim sottolinea che o si firma un percorso industriale credibile, con investimenti reali e tempi certi, oppure sarà necessario prendere atto del fallimento della trattativa.
Appello al Governo: «Il Mimit sblocchi la vertenza»
Il comunicato chiude con una richiesta netta al Governo: «Chiediamo al ministero delle Imprese e del Made in Italy di intervenire senza ulteriori rinvii, perché il prossimo appuntamento ministeriale sia quello risolutivo. Questa vertenza dura da troppo tempo: ora servono decisioni, non altro tempo».
L’impressione è che il clima nella città e tra i lavoratori sia arrivato al punto più teso degli ultimi anni: a Piombino, lo stop di oggi è percepito come una ferita, non una semplice agenda spostata.