GROSSETO. Una storia dolorosa, composta da una vita spezzata prima di poter respirare e da due genitori che hanno perso la figlia all’ottavo mese di gravidanza. La bambina aveva già un nome, si chiamava Ginevra. Ma in questa storia scura e colma di dolore parla anche della gratitudine di mamma Debora Murzi e babbo Francesco Russo verso chi ha salvato la vita a Debora.
«Vogliamo ringraziare i medici di tutto il reparto del pronto soccorso ostetrico, ci hanno accolti e si sono presi cura di me – dice Debora – Sono stati gentili, amorevoli e mi hanno curata nel migliore dei modi. Fisicamente sto bene grazie a loro e per questo siamo grati».
Debora era incinta da otto mesi e il 3 agosto è andata al pronto soccorso ostetrico dell’ospedale della Misericordia di Grosseto perché non sentiva più la bambina nel suo grembo. Lì la terribile e dolorosa scoperta.
Un colpo inaspettato
Per Debora e Francesco è stato un dolore che non si aspettavano e ora sono in attesa di risposte, per capire cosa abbia portato via la loro Ginevra.
«Qualche giorno prima avevo fatto l’ecografia e tutto andava bene, non avevo nessun sintomo. Poi non ho più sentito più Ginevra e siamo corsi in ospedale, dove ci hanno detto che aveva perso la vita – dice Debora – Mi hanno fatto un cesareo e mi hanno curata nel migliore dei modi: quando premevo il pulsante della chiamata arrivavano tre infermieri pronti a chiedermi di cosa avessi bisogno e di cosa potessero fare per me. La gentilezza e l’umanità di tutto il reparto ha colpito molto me e Francesco».
I gesti umani del personale medico e infermieristico hanno aiutato Deborah.
«Mi hanno supportata sia attraverso le cure che umanamente per questo ci tengo a ringraziare tutti loro: medici, infermieri, ostetriche e ginecologhe – dice la donna – Nella tragedia mi hanno salvato la vita, hanno permesso al mio compagno di dormire in stanza con me durante le notti e mi hanno salvato l’utero. Io e Francesco vogliamo mostrare gratitudine verso chi mi ha curato e per averci supportato moralmente, ci avete aiutato moltissimo, grazie».




