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Per i lavoratori arriva “il buono che meriti”

Un contributo concreto per i dipendenti e le loro famiglie. Ecco per cosa si possono richiedere, come e dove spenderli in tutta la provincia
Confcommercio e sindacati il buono che meriti
Da sinistra a destra: Dorsaf Oueslati (Uiltucs-Uil), Pierpaolo Micci (Filcams-Cgil) e Simone Gobbi (Fisascat-Cisl), Giulio Gennari e Gabriella Orlando (rispettivamente presidente e direttrice Confcommercio)

GROSSETO. Per il terzo anno consecutivo l’ente bilaterale del terziario toscano ripropone “il buono che meriti“. Si tratta di un programma di sostegno al reddito di lavoratrici e lavoratori del terziario e delle loro famiglie. Un programma che mette a disposizione dei buoni per far fronte a una bella varietà di spese.

L’importo complessivo di cui si avvale la misura a livello regionale è di 660mila euro. C’è tempo fino al 31 dicembre 2023 per fare domanda ma essendo una iniziativa valida fino a esaurimento fondi è bene non aspettare troppo. Chi prima fa domanda, prima si assicura di avere a disposizione i contributi.

Vale per i dipendenti di aziende che applicano il contratto del terziario e che siano iscritte all’ente bilaterale. Il limite Isee massimo di chi può fare domanda è stato innalzato a 32mila euro.

Per cosa si possono richiedere i buoni

Il sostegno può essere richiesto da lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato, da apprendisti e anche da chi ha un contratto a tempo determinato a patto che abbiano svolto almeno 4 mesi di lavoro negli ultimi 12. Sempre in aziende iscritte all’Ente bilaterale del terziario toscano e in regola col versamento.

I lavoratori per fare domanda potranno rivolgersi agli sportelli delle sedi sindacali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil.

Ogni lavoratore può richiedere fino a 3 buoni da spendere nelle 13 azioni differenti finanziate dall’iniziativa (fino a un massimo di 500 euro complessivi). Ecco cosa possono venire erogati i contributi:

  • Premio per la natalità,
  • Contributo per i testi scolastici,
  • Contributo autosufficienza,
  • Contributo per il trasporto scolastico e casa-lavoro,
  • Contributo per lavoratrice o lavoratore che ha superato il periodo di comporto per malattie oncologiche e/o terapie salvavita,
  • Contributo per congedi parentali non obbligatori (per soli genitori uomini),
  • Contributo per Cigs o Fis,
  • Contributo borsa di studio per lavoratrici e lavoratori studenti e per i figli,
  • Contributo per l’acquisto delle protesi,
  • Contributo per le spese veterinarie,
  • Contributo per la partecipazione a corsi di formazione predisposti dall’Ente bilaterale del terziario toscano.

Dove poter spendere i buoni

I buoni potranno essere spesi entro il 29 febbraio 2024 nelle attività commerciali convenzionate con l’Ente bilaterale del terziario: l’elenco completo è consultabile sul sito internet: www.ebittosc.it.

Ogni buono sarà accettato solo nei negozi fisici e non online. Questo rende “il buono che meriti” una grande opportunità anche per il commercio di vicinato oltre che per i lavoratori del terziario e le loro famiglie.

I commercianti che hanno un negozio in città o in provincia possono ancora aderire all’Ente bilaterale e avere così la possibilità di accogliere nuovi clienti: quelli che avranno i nuovi buoni da spendere.

Chi è interessato ad allargare la già buona rete dei negozi convenzionati può contattare la sede Confcommercio Grosseto.

Per tutte le informazioni su “il buono che meriti” comprese le sedi sindacali a cui fare riferimento, è a disposizione il sito dedicato: Il Buono che meriti – E.Bi.T. Tosc.

«Un aiuto concreto a lavoratori e famiglie»

A presentare l’iniziativa promossa dall’Ente del terziario toscano, oggi 10 luglio, si sono riunite le realtà che fanno parte dell’organismo paritetico. Ovvero Confcommercio, e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. Intorno al tavolo ovale nella sede Confcommercio Grosseto si sono seduti Giulio Gennari e Gabriella Orlando (rispettivamente presidente e direttrice Confcommercio) insieme a Dorsaf Oueslati (Uil), Simone Gobbi (Cisl) e Pierpaolo Micci (Cgil).

“Il buono che meriti” nato nel 2021 come sostegno ai lavoratori nella fase post-pandemia, superata la crisi si è aperto includendo le varie esigenze delle famiglie. «Quest’anno pesano molto sui cittadini l’inflazione crescente e nuovamente il conflitto in Ucraina che non sta finendo – dice Giulio Gennari, presidente Confcommercio Grosseto – Senza contare le difficoltà di quei fenomeni che genericamente chiamiamo “inverno demografico” e “grandi dimissioni“, con una quota di giovani “neet” che si trova disorientata: non studia né lavora. Questa misura anche questo 2023 sostiene direttamente chi lavora e le imprese del territorio».

Gabriella Orlando, direttrice Confcommercio Grosseto, ha sottolineato la concretezza della misura. «Il buono che meriti è una misura che sostiene i dipendenti delle aziende ma anche la rete commerciale toscana. Una misura tangibile a sostegno dei negozi fisici visto che i buoni non sono spendibili online. La politica di Confcommercio, d’altra parte, è sempre stata questa: stare dalla parte dei negozi, ovvero dalla parte di chi ogni giorno tira su la saracinesca e offre servizi e prodotti di qualità. Siamo convinti che l’iniziativa sarà un successo anche in questa edizione 2023»

Soddisfatti anche i sindacati

Anche i sindacati hanno salutato “il buono che meriti” con rinnovato entusiasmo.  «Il commercio fisico occupa tantissime persone – ha detto Simone Gobbi (Fisascat-Cisl) – Facciamo tutti parte dell’ente bilaterale. Si tratta di una misura di welfare che coniuga sia gli interessi dei lavoratori che quello delle aziende. I lavoratori potranno rivolgersi agli sportelli dei sindacati per informazioni e per l’inoltro delle pratiche».

«Ridare i soldi alle persone che hanno lavorato in un momento così difficile riconosce la qualità del lavoro ai dipendenti del settore – dice Pierpaolo Micci (Filcams-Cgil) – Dà un contributo concreto alla vita quotidiana e rimette al centro la persona, una fattore di rilievo».

Dorsaf Oueslati ha infine sottolineato la bontà dell’iniziativa e quanto sia tangibile. «Lo scorso anno ho incontrato persone che mi chiedevano “ma davvero basta così poco per fare domanda?”, oppure “ma davvero funziona?” e poi hanno visto i risultati, hanno avuto gli aiuti e sono rimaste entusiaste. Vedo tra le misure che possono ricevere contributi anche le spese veterinarie, un’altra misura che sicuramente sosterrà le sempre più famiglie che hanno a casa un animale domestico».

Autore

  • Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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