Parco eolico all’Abbandonato: sette pale sopra Arcidosso | MaremmaOggi Skip to content

Parco eolico all’Abbandonato: sette pale sopra Arcidosso

Il progetto del parco eolico all’Abbandonato, nel comune di Arcidosso, prevede sette aerogeneratori da 6 megawatt ciascuno. Gli abitanti e gli operatori turistici temono un forte impatto sul paesaggio amiatino e sull’economia locale, basata su agricoltura e turismo lento
Un fotomontaggio della zona dell'Abbandonato con le pale eoliche
Un fotomontaggio della zona dell’Abbandonato con le pale eoliche

ARCIDOSSO. In località L’Abbandonato, nel comune di Arcidosso, è in corso l’iter per la realizzazione di un nuovo parco eolico da 42 megawatt.

Il progetto, presentato dalla società Energia Ecosostenibile srl di Potenza, prevede l’installazione di sette aerogeneratori da 6 megawatt ciascuno e un sistema di accumulo elettrochimico da 15 MW.

Le turbine, alte fino a 200 metri complessivi, sorgeranno a circa 240 metri sul livello del mare, in un’area collinare agricola che domina la valle dell’Ombrone e i pendii del Monte Amiata.

Le caratteristiche dell’impianto

Secondo la relazione tecnica, ogni turbina avrà un diametro rotorico di 163 metri e una torre tubolare alta 118 metri. Gli aerogeneratori saranno collegati a una nuova stazione elettrica a 132/36 kV, inserita nella rete nazionale Terna attraverso la linea “Murci–Paganico”.

Il progetto comprende anche nuove piste di accesso, cavidotti interrati e piazzole di servizio, per un totale di circa 42 MW di potenza installata e una produzione stimata di 119.000 MWh all’anno, pari al fabbisogno di oltre 40.000 famiglie.

LA MAPPA DELLA ZONA CON LE 7 TORRI

L’impatto sul paesaggio e sull’economia locale

Il documento ambientale allegato al progetto riconosce che la fase di esercizio è quella con maggiore impatto visivo: le torri, visibili a chilometri di distanza, rappresentano «un elemento di intrusione rispetto alla percezione dello stato dei luoghi».

L’area interessata si trova in un contesto di paesaggi agricoli e boschivi di grande valore storico e naturalistico, frequentati da escursionisti, cicloturisti e visitatori dell’Amiata. La relazione sottolinea che la zona è caratterizzata da turismo lento, agricoltura tradizionale e allevamento brado: un’economia fondata sul paesaggio e sulla qualità ambientale.

Proprio su questo punto si concentrano le preoccupazioni di chi vive e lavora nella zona. Gli abitanti temono che l’impianto, con torri alte come un grattacielo, possa modificare in modo permanente la percezione visiva delle colline amiatine, riducendo l’attrattiva turistica e incidendo sul valore dei terreni agricoli.

Alcuni imprenditori locali, soprattutto nel settore dell’ospitalità e dell’enogastronomia, chiedono che venga «valutato con prudenza l’impatto cumulativo» con altri impianti previsti nella Maremma interna.

Cosa prevede l’iter

Il progetto è attualmente sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale nazionale (VIA) presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. QUI LA SCHEDA

Il procedimento include le osservazioni dei Comuni interessati – Arcidosso, Cinigiano, Campagnatico, Civitella Paganico, Roccalbegna e Manciano – e delle autorità paesaggistiche regionali. La vita utile dell’impianto è stimata in 30 anni, al termine dei quali le opere dovranno essere smantellate e i terreni ripristinati.

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