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No del governo alla Tirrenica. Non ci mettono i soldi

All’ordine del giorno, in parlamento, sul finanziamento, il viceministro alle infrastrutture Rixi dà parere negativo. Simiani: «Marcia indietro inaccettabile»
Un tratto dell'Aurelia nella zona di Capalbio e Marco Simiani
Un tratto dell’Aurelia nella zona di Capalbio e Marco Simiani

GROSSETO. Una storia iniziata il 21 ottobre del 1968, nello studio di un notaio a Grosseto, quando fu costituita la Sat, la Società autostrada tirrenica. Nello statuto la società avrebbe dovuto costruire l’autostrada che ancora manca in Italia, quella che percorre, appunto, il mar Tirreno.

L’oggetto dell’atto firmato dal notaio grossetano recita “la promozione e la progettazione, nonché la costruzione, l’esercizio di una autostrada da Livorno a Civitavecchia e i relativi collegamenti e diramazioni”.

Quasi 60 anni dopo quell’autostrada ancora non c’è, fra mille vicissitudini, tracciati cambiati, progetti abortiti, commissari che non sono arrivati a nulla e tante promesse, più o meno trasversali. 

L’ultima ipotesi è un adeguamento della sede attuale, nel tratto che ancora manca, fra San Pietro in Palazzi e Tarquinia, con il progetto passato da Sat ad Anas. Non sarebbe una vera e propria autostrada, ma sicuramente più dignitosa di adesso.

Peraltro il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con il parere numero 65 del 2023, ha espresso valutazione favorevole su una parte del progetto, in particolare sul lotto Tarquinia – Pescia Romana, giudicato appaltabile in tempi rapidi.

La doccia gelata dal viceministro Rixi

Quanti annunci abbiamo visto negli anni, prima l’asse D’Alema-Bargone, quest’ultimo per un certo periodo è stato, insieme, presidente di Sat e commissario per l’opera, poi Berlusconi con i disegnini fatti da Bruno Vespa sulla cartina, anche il ministro Danilo Toninelli, dei 5 Stelle è stato fra coloro che l’hanno promessa. Pur, quest’ultimo, restando in carica poco più di un anno (1º giugno 2018 – 5 settembre 2019), mai come in questo caso verrebbe da dire “è durato come un gatto sull’Aurelia“.

L’ultimo, Matteo Salvini, l’aveva inserita fra le opere finanziabili, ma non finanziate, non scherziamo, rispondendo ad alcuni ordini del giorno, anche questi trasversali, arrivati dai parlamentari della zona, su tutti Marco Simiani (Pd) e Fabrizio Rossi (Fratelli d’Italia).

Ma ieri, venerdì 11, c’è stata la doccia gelata. Perché Edoardo Rixi, viceministro delle infrastrutture e dei trasporti nel governo Meloni, genovese e leghista come Salvini, quello che, fra le altre cose, sta lavorando alla riforma delle Autorità portuali, ha spiazzato tutti, rispondendo ad un ordine del giorno firmato da Marco Simiani e altri parlamentari del Pd (Boldrini, Fossi, Bonafè, Gianassi, Furfaro, Di Sanzo, Scotto) nel quale chiedevano un aggiornamento sul finanziamento dell’opera nel contratto di programma fra Mit e Anas.

In un primo momento si è limitato ad accoglierlo come raccomandazione. E quando Simiani ha replicato che su precedenti ordini del giorno analoghi c’era stato parere favorevole, ha risposto che il parere diventava negativo. Quel miliardo e mezzo di euro necessario per l’opera non c’è. E forse mai ci sarà, del resto questi hanno in testa il ponte sullo stretto di Messina, figuriamoci se possono mettere soldi per finanziare un’opera in mezzo alla Maremma.

Faremo senza autostrada, del resto ci siamo abituati.

Simiani: «Inaccettabile marcia indietro»

Così Marco Simiani, uno dei firmatari dell’ordine del giorno.

«Da anni i cittadini della Maremma aspettano un’opera fondamentale per la sicurezza e lo sviluppo del territorio: la Tirrenica, da Tarquinia a San Pietro in Palazzi. Una strada che unisce il Lazio alla Toscana del Sud, dove oggi esistono oltre 400 attraversamenti a raso solo nella provincia di Grosseto».

«Abbiamo provato a spiegare che l’ordine del giorno presentato era lo stesso riproposto più volte, quello sostenuto dai colleghi di centrodestra. Salvini aveva promesso l’apertura dei cantieri nel 2025. A oggi però ci arriva una scelta diversa. Vorrei sapere se il viceministro Rixi, con il suo parere dato in aula, è concretamente contrario o meno all’opera. Cosa intende fare?»

«I cittadini meritano certezze, non promesse da campagna elettorale. La sicurezza stradale e l’innovazione non possono più aspettare».

 

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