CASTIGLIONE. Le barche restano in porto per una settimana.
I pescatori incrociano le braccia. Il costo del gasolio è diventato insopportabile, uscire in mare non è più conveniente.
Questa mattina, mercoledì 9 marzo, le barche di Castiglione sono rimaste nel canale e hanno attaccato una serie di scritte: “Game over”, “Caro gasolio, pesca in ginocchio”, “Pescatori castiglionesi in sciopero”.
Per uscire in mare ci vogliono 6-700 litri di gasolio, con i nuovi prezzi significa 1000 euro di spese fisse. Impossibile coprirle con la vendita del pesce.
«Noi siamo una risorsa – dice Adolfo Ciampoli, uno dei pescatori di Castiglione -. Non è solo il gasolio alle stelle, oltre al fermo pesca ci sono troppi giorni aggiuntivi, non abbiamo le risorse per stare in piedi, per pagare il personale. Forse sarebbe l’ora che ci sedessimo attorno a un tavolo con il Governo per trovare una strategia comune».
Cosa chiedono i pescatori italiani
Questo l’elenco dei punti alla base dello sciopero delle marinerie d’Italia.
- caro gasolio
- reintegro dello sgravio contributivo all’80% previsto dalla legge 30 del 27 febbraio 1998 artt. 4 e 6
- eliminazione del contributo del datore di lavoro per la naspi sui licenziamenti (ovvero ticket licenziamento introdotto dallalegge 92/2012 art. 2 commi 31-35
- riduzione delle giornate di fermo aggiuntivo per l’anno 2022 previste del decreto ministeriale 15 febbraio 2022, art. 2 e ridiscussione delle giornate aggiuntive negli anni seguenti.
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