di Maria Chiara Pierini
FOLLONICA. C’era da aspettarselo, che una volta aperto il vaso di Pandora, iniziasse un rimpallo di responsabilità tra l’amministrazione follonichese e l’imprenditore del Riva Golf Hotel, Paolo Negroni.
Dopo quattro anni di incontri e carte bollate per ottenere quei permessi che avrebbero permesso il completamento delle strutture a servizio del campo da golf e il suo riconoscimento ufficiale da parte del CONI, il coperchio è saltato, con la decisione di Negroni di ricorrere al tribunale amministrativo per vedere risolti, in un modo o nell’altro, vecchi quesiti e irrisolte lungaggini.
La replica del sindaco Benini non si è fatta attendere: nella conferenza stampa di ieri, 26 settembre, ha dichiarato che, con tutta probabilità denuncerà l’imprenditore. Certo, non è mai auspicabile arrivare a una soluzione di questo tipo ma, nel momento in cui gli scambi tra le parti arrivano a toccare il lato personale, probabilmente quella è la via giusta da intraprendere.
Tirato in ballo per il cognome
Nel frattempo, al sindaco, che ieri ha tirato in ballo proprio il nome – o meglio il cognome dell’imprenditore – lasciando intendere che, essendo noto, poteva aspirare a trattamenti diversi da quelli di ogni altro cittadino, Paolo Negroni replica manifestando il suo disappunto e dichiarandosi profondamente offeso da questa uscita.
«Era dal tempo delle elementari – dice l’imprenditore – che non mi veniva ricordato di non pensare di poter fare quello che volevo perché mi chiamo Negroni. Un’accusa che mi ferisce profondamente, per la storia di onestà e umiltà che caratterizza la mia famiglia. E che mi conferma che, ancora nel 2022, ci sono persone che, forse per invidia sociale o per convinzioni legate a una vecchia politica di sinistra, pensano che i ricchi debbano piangere e gli imprenditori vadano controllati e tenuti sotto un guinzaglio stretto».
Ma al di là dell’aspetto personale, a Negroni non sono piaciute nemmeno le risposte sul piano tecnico che sono arrivate dal sindaco Benini.
Una guerra di carte
«La denuncia penale minacciata dal sindaco Andrea Benini – dice ancora Paolo Negroni – non mi fa paura. Anzi, non vedo l’ora di deporre davanti a un giudice imparziale. Io non ho nulla da nascondere». È questa la risposta del titolare del Riva Golf hotel di Follonica, al primo cittadino. Risposta che si aggiunge a nuove precisazioni, fatte dall’imprenditore, su questa intricata vicenda che sta diventando una guerra di carte.
«I documenti come la Vas e la Vinca – dice Negroni – non sono stati presentati in quanto l’iter procedurale richiestomi è stato influenzato da due fatti gravissimi di cui il Comune e il sindaco che ne sorveglia l’operato si è reso artefice. Il primo è stato l’aver escluso l’area del golf dal perimetro del territorio urbanizzato con il piano strutturale adottato nel 2019, dichiarando più volte che lo imponeva la legge regionale, e poi smentita, grazie all’intervento del consigliere regionale Andrea Ulmi, da un parere del dirigente regionale Aldo Iannello. Per questo rimango incredulo dopo aver letto le dichiarazioni del sindaco con le quali dichiara che adesso stanno valutando di inserire il golf nell’area urbana come richiesto con le nostre osservazioni reiterate per oltre tre anni. La scelta di far diventare quest’area agricola è stata del Comune».
Anche su quanto successo in conferenza di copianificazione, Negroni ha qualcosa da dire. «Sono stati proposti dall’amministrazione comunale dei dati esageratamente superiori sia a quanto avevamo richiesto sia ben superiori anche allo standard regionale», dice. «Certamente non per aiutarmi, come dichiarato dal sindaco Benini, ma per non consentire alla regione Toscana, di approvare l’intervento così come proposto dall’amministrazione comunale poiché non ammissibile, viste le metrature così esageratamente smisurate». Metrature che in commissione consiliare sarebbero state attribuite alla richiesta di Negroni. «Non è così – dice – e infatti durante la conferenza stampa Benini ha detto che quella era stata una loro volontà per cercare aiutarci. Non so quale sia la verità ma purtroppo ad oggi posso constatare che grazie a questa scelta politica non ho avuto alcuna possibilità di sviluppo ma soltanto problemi che hanno ostacolato l’iter procedurale».
L’ultimo diniego è quello che riguarda la realizzazione di un garage di 150 metri quadrati. «Diniego inaspettato – aggiunge Negroni – l’iter era stato delineato in una riunione nella sala della giunta del Comune di Follonica, alla quale partecipò anche l’assessore regionale Leonardo Marras, insieme al sindaco Benini e all’assessore Ricciuti, alla quale venne fatto divieto di ingresso al mio tecnico incaricato. In quella riunione avevamo concordato, nel pieno rispetto delle leggi e regolamenti, di mettere il golf in area urbana (dopo tre anni di osservazioni), e dotarmi di un garage di 150 mq come prescrive la norma (art.145 del regolamento urbanistico allegato) come nuova dotazione e non come recupero di volumi esistenti».
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