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È morto l’ex vescovo Giacomo Babini

Ha guidato la diocesi di Grosseto dal 1966 al 2001: spesso contestato per le sue esternazioni contro la comunità omosessuale
Monsignor Giacomo Barbini
Monsignor Giacomo Babini

GROSSETO. È morto durante la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto.  Aveva 92 anni ed era originario della provincia di Arezzo, dove era tornato una volta lasciata la Diocesi di Grosseto.

Ordinato sacerdote nel giugno del 1953,è stato prima parroco a Pratieghi di Badia Tedalda poi cappellano della Buitoni. Fu nominato il 7 dicembre 1991 vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, e poi il 13 luglio 1996 vescovo di Grosseto, fino alle dimissioni per limiti di età del 2001.

Gli ultimi anni li ha vissuti nella sua Sansepolcro, dove era tornato una volta lasciata Grosseto. Rientrato nella sua città,  ha vissuto prima nel monastero delle Clarisse e successivamente nella Casa San Lorenzo, svolgendo servizio pastorale presso la parrocchia della Cattedrale e tenendo ritiri e corsi di esercizi spirituali.

È morto all’ospedale di Arezzo.

Di Babini, dopo le sue dimissioni, si era tornati a parlare per le sue esternazioni contro la comunità omosessuale sul sito ultraconversatore Pontifex.  Esternazioni che il prelato aveva via via smentito.

L’annuncio della morte è stato dato pubblicamente questa mattina, lunedì 1 novembre, dal vescovo Giovanni, in apertura della Messa per la solennità di tutti i santi, nella cattedrale di Grosseto. «Il vescovo Giacomo è stato pastore umile, di fede profonda e radicata – lo ricorda il vescovo Giovanni – Nelle due diocesi maremmane che ha servito, clero e popolo ne conservano un bel ricordo, a motivo della sua mitezza. Abbiamo pregato per lui questa mattina, perché possa godere delle parole del Vangelo: vieni servo buono e fedele. Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo Signore».

Le esequie di monsignor  Babini saranno celebrate mercoledì 3 novembre alle 16 nella cattedrale di Sansepolcro. Vi interverrà il vescovo Roncari per dire anche con la sua presenza la gratitudine delle diocesi di Pitigliano e di Grosseto.

Monsignor Babini era nato ad Alfero (provincia di Forlì-Cesena) il 22 febbraio 1929. Il 26 giugno 1953, a 24 anni, venne ordinato prete nella cattedrale di Sansepolcro dal vescovo Pompeo Ghezzi. Fu parroco a Pratieghi di Badia Tedalda e poi cappellano del grande stabilimento Buitoni a Sansepolcro.

Nel 1966 diventa parroco della cattedrale di Sansepolcro. Nel 1987, a 58 anni, viene nominato vescovo ausiliare della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e gli viene affidata la sede titolare di Tubune di Mauritania. Il 7 dicembre 1991 è nominato vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, dove fa ingresso solenne il 5 gennaio ’92. Forte il suo impegno pastorale in quella diocesi. Si ricorda ancora quando, il 5 febbraio 1992, scende in piazza coi lavoratori della Sitoco a sostegno dei posti di lavoro.

Giacomo Babini
Giacomo Babini

È lui ad accogliere al Cerreto le monache carmelitane, che oggi formano una fiorente comunità di contemplative: le uniche in tutta la bassa Toscana. Nel ’94 da vita a solenni celebrazioni per il terzo centenario della nascita di san Paolo della croce, che raggiunge il suo momento culminante nel pellegrinaggio dal Papa Giovanni Paolo II.

Nel settembre 1995 il vescovo di Grosseto, Angelo Scola, è chiamato dal Papa a Roma come rettore della Pontificia Università Lateranense. Monsignor Babini viene, allora, nominato amministratore apostolico della diocesi di Grosseto fino alla nomina di un nuovo Vescovo. Il 22 luglio del 1996 egli stesso, in cattedrale, dà l’annuncio che la Santa Sede lo aveva nominato vescovo di Grosseto. Fa l’ingresso ufficiale il 28 settembre. Guiderà la diocesi di Grosseto fino al febbraio 2002, lasciando anticipatamente per motivi di salute e passando, così, il pastorale al suo successore, monsignor Franco Agostinelli, anch’egli aretino.

Monsignor Babini ha guidato la diocesi di Grosseto prendendola per mano e conducendola a varcare, con tutta la Chiesa, il terzo millennio. Molto intenso fu il suo impegno per preparare la comunità diocesana al Giubileo del 2000. Tanti i gesti compiuti, a partire dalla peregrinatio della Madonna delle Grazie in ciascuna delle 50 parrocchie della Diocesi; la lettera pastorale “Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Edificare la comunità”, che divenne lo strumento di lavoro della Diocesi. Si deve a lui l’accoglienza in Diocesi dei primi monaci benedettini che, a Poggi del Sasso, andranno a costituire la comunità monastica di Siloe, così come si deve a lui la erezione della pieve di Santa Maria in Campagnatico a santuario mariano diocesano e l’apertura del liceo classico paritario Chelli.

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