Morti sull'Aurelia, la rabbia di Chelini: «La pazienza è finita» | MaremmaOggi Skip to content

Morti sull’Aurelia, la rabbia di Chelini: «La pazienza è finita»

Aurelia e Tirrenica, il sindaco di Capalbio, Gianni Chelini, scrive ai parlamentari di Grosseto e Livorno: «Abbiate un sussulto di dignità»
L'ultimo incidente sull'Aurelia, il 19 agosto scorso, e il sindaco di Capalbio, Gianni Chelini
L’ultimo incidente sull’Aurelia, il 19 agosto scorso, e il sindaco di Capalbio, Gianni Chelini

CAPALBIO. La pazienza è finita. Lo dice con chiarezza Gianni Chelini, sindaco di Capalbio, inviando una lettera Pec ai parlamentari di Grosseto e Livorno. Un po’ come Cicerone a Catilina quando, denunciando la congiura contro la Repubblica Romana nel 63 a.C. disse “Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?” (“Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?”.

Era il 63 avanti Cristo ma, del resto, anche la storia della Tirrenica inizia nel profondo del secolo scorso. È testo per i libri di storia, ma ancora non trova una soluzione.

Il sindaco sottolinea come l’indignazione per gli incidenti mortali duri solo qualche giorno. Poi si dimenticano, come se fosse normale morire in un tratto di strada ad alta percorrenza, forse il più pericoloso d’Italia.

Speriamo serva a qualcosa, ce lo auguriamo. Qualcosa del genere aveva già fatto anche Luigi Bellumori, nel suo primo mandato. Era il 2011. Sono passati 14 anni.

Chelini: «Abbiate un sussulto di dignità»

«Fino a quando si continuerà ad abusare della pazienza dei maremmani?» scrive Chelini.

«È questo l’appello ai parlamentari eletti nel collegio di Grosseto e Livorno perché abbiano un sussulto di dignità nei confronti di un territorio martoriato che non sopporta più dichiarazioni roboanti e impegni insignificanti. A Capalbio non sopportiamo più lo sdegno che non dura più di 24 ore dopo ogni incidente mortale sull’Aurelia».

«La SS1 è diventato un cimitero a cielo aperto. È arrivato il momento che si sollevi lo stesso sdegno collettivo nazionale succedutosi al crollo del ponte Morandi a Genova».

«Fiumi di parole e nessun atto concreto»

«Quaranta anni di dibattiti, fiumi di parole su progetti di autostrade o di adeguamento dell’Aurelia SS1 senza alcun risultato concreto. Amministrazioni di ogni colore politico si sono succedute nella responsabilità di non aver messo in sicurezza il tratto ancora non sicuro dell’Aurelia dove c’è stata una vera e propria ecatombe di automobilisti».

«La messa in sicurezza del tratto dell’Aurelia tra Capalbio e Orbetello adesso, e subito, deve diventare una priorità nazionale. Ora che i lotti che insistono sul comune di Capalbio sono passati dalla Sat ad Anas risulta inconcepibile l’assenza di un pronunciamento che acceleri la realizzazione dell’opera».

«E vogliamo con l’occasione ricordare che tra le vittime dei numerosi incidenti mortali sull’Aurelia di fronte a Capalbio va contato anche l’ex ministro, ed ex sindaco di Orbetello, Altero Matteoli, unico nel panorama politico nazionale ad essersi speso per la messa in sicurezza della statale Aurelia, penso ai tratti tra Grosseto e Cecina». 

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