Minorenne scomparsa per due mesi: «Nessun sequestro» | MaremmaOggi Skip to content

Minorenne scomparsa per due mesi: «Nessun sequestro»

La ragazza, allora diciassettenne, aveva accusato quattro persone di averla sequestrata, drogata e violentata: per il giudice quelle accuse non sono vere
La casa in via Saturnia
La casa dov’è stata trovata la ragazza

GROSSETO. Nessun sequestro e nessuna violenza. Tutto quello che la ragazza scomparsa tra il 7 agosto 2020 e l’8 ottobre 2020, quando fu trovata dal padre che avvertì la polizia, in un appartamento in via Saturnia a Grosseto, aveva raccontato dopo la sua “liberazione” secondo il giudice per le indagini preliminari Marco Mezzaluna, non era vero. Per questo il magistrato, all’inizio di gennaio, ha depositato il decreto di archiviazione del fascicolo a carico di quattro persone, accusate a vario titolo di sequestro di persona, spaccio, estorsione, detenzione illegale di arma e violenza sessuale.

Due mesi con il fiato sospeso

La ragazza, allora 17enne, era scomparsa da casa di sera. Con sé non aveva portato nulla, se non un profumo regalato dalla madre. La donna aveva dato l’allarme ed erano scattate in città le ricerche. Quando la giovane fu trovata, in un appartamento in via Saturnia, raccontò al magistrato di aver passato due mesi d’inferno. Costretta ad assumere cocaina, ad avere rapporti sessuali, picchiata, chiusa in casa.

Marco Mezzaluna

I familiari della ragazza, assistiti dall’avvocato Alessandro Risaliti, avevano presentato un esposto in Procura per sequestro di persona. Il sostituto procuratore Salvatore Ferraro aveva aperto un fascicolo e iscritto nel registro degli indagati quattro persone.

La ragazza aveva infatti raccontato di essere stata rapita, minacciata e costretta ad assumere cocaina e a subire violenze sessuali da due uomini, un ragazzo con il quale avrebbe avuto una relazione sentimentale e il proprietario dell’abitazione dove è stata trovata. Sul registro degli indagati erano finiti Dumitru Danut Ungureanu (34 anni), la sua compagna Alina Ferariu (31), Catalin Stelian Gilgescu (34) e l’ex fidanzato (37 anni). Difesi dagli avvocati Francesca Carnicelli e Giacomo De Cesaris, Ungureanu e l’ex fidanzato erano stati accusati anche di violenza sessuale.

A luglio dell’anno scorso, il giudice Marco Mezzaluna aveva fissato l’incidente probatorio, ma la ragazza era stata indagata per calunnia dalla procura dei Minori di Firenze. Perché quello che aveva raccontato non aveva convinto il magistrato che ha coordinato le indagini della polizia.

Violenze inesistenti: il giudice archivia

Il sostituto procuratore Salvatore Ferraro, alla fine di una lunga e minuziosa indagine della squadra mobile di Grosseto, ha chiesto l’archiviazione per i quattro indagati. Intercettazioni telefoniche, accertamenti tecnici, assunzione di informazioni, sopralluoghi: non c’è stato alcun riscontro, nell’attività d’indagine svolta dagli agenti, che servisse a confermare le parole della ragazza. Nessuna prova che quello che aveva raccontato fosse stato vero.

Anzi: in quei due mesi, sarebbe successo esattamente il contrario. Scrive il giudice: «le indagini svolte hanno fatto emergere in modo puntuale ed analitico, elementi di segno contrario alle dichiarazioni rese dalla ragazza, tanto da determinare l’iscrizione della minore nel registro degli indagati per il delitto di calunnia e l’invio alla Procura dei minori».

Il giudice lo scorso luglio aveva fissato l’incidente probatorio, ma la ragazza si era avvalsa della facoltà di non rispondere. «In riferimento a tutti i delitti ipotizzati – scrive ancora il giudice – le dichiarazioni rese dalla persona offesa risultano di limitata credibilità in quanto le indagini svolte non hanno fatto emergere riscontri alle sue accuse. Si deve quindi ritenere per tutte le fattispecie e per tutti gli indagati la notizia di reato sia infondata per insussistenza del fatto».

In piedi, sarebbe rimasto il reato di sottrazione consensuale di minore, ma anche questo reato è improcedibile: i genitori della ragazza, infatti, lo scorso luglio, hanno rimesso querela. 

 

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati