GROSSETO. Una situazione che va avanti da mesi, diventata ormai insostenibile per un paio di famiglie che vivono nelle case popolari delle Stiacciole, in via Guidoni. Gli inquilini denunciano rumori molesti, urla anche notturne, comportamenti aggressivi e minacce provenienti da un appartamento del condominio.
Ma anche la donna accusata di tenere sotto scacco gli inquilini del piano di sotto, si è rivolta alla partecipata per denunciare la stessa situazione. Scaramucce tra vicini, insomma, nelle quali l’Epg però, non può entrare.
Secondo il racconto dei condomini, la situazione creata dall’inquilina renderebbe difficile la vita quotidiana e il riposo di chi abita nello stabile, in particolare per chi convive con problemi di salute e necessita di tranquillità.
«Urla, oggetti in mano e minacce»: la denuncia delle famiglie
Gli inquilini del piano di sopra spiegano che i disagi andrebbero avanti da tempo. Che dal loro appartamento sentono urla e rumori ad ogni ora, anche di notte, che spesso vengono offesi e minacciati e che qualche volta, la loro vicina di casa, ha lasciato la porta del suo appartamento aperta, facendo vedere martelli e cacciaviti e minacciando di utilizzarli per aggredirli.
«Lei si lamenta di essere continuamente disturbata da tutti i condomini – dice il figlio della coppia che abita al piano di sotto – ma questo non è vero: tutto il condominio è composto da persone tranquille e rispettose del regolamento».
Le segnalazioni all’Epg e le diffide ricevute
Gli inquilini spiegano di aver inviato numerose pec ed email all’Epg chiedendo un intervento. Tuttavia, raccontano di aver ricevuto in risposta diffide, con l’invito a «non arrecare disturbo al condominio».
Una decisione che gli interessati non comprendono, sostenendo di essere loro a subire i comportamenti problematici.
«Nonostante le segnalazioni – scrivono – nessuno è mai intervenuto, e la situazione continua a peggiorare».
La risposta dell’Epg: «Serve l’intervento delle autorità»
L’Epg, di fatto, ha inviato le diffide a entrambi. Le famiglie sono state infatti diffidate ad adottare comportamenti corretti, come previsto dai regolamenti.
L’ente chiarisce però che, in casi del genere, la procedura è molto precisa: «La situazione deve essere segnalata alle autorità competenti, carabinieri, municipale o polizia – spiega il direttore Corrado Natale – Solo dopo un accertamento della procura, il Comune può valutare l’eventuale revoca dell’assegnazione di uno degli appartamenti. In nessun altro modo è possibile intervenire».
Una convivenza sempre più difficile
Le famiglie che hanno sporto la denuncia chiedono ora che la situazione venga «presa seriamente in carico», affinché possano tornare a vivere con serenità nelle loro abitazioni.
«È diventata una convivenza impossibile – spiegano – Chiediamo solo che qualcuno intervenga prima che la situazione degeneri ulteriormente». Ma la risposta dell’Epg è chiara: devono interessare le forze dell’ordine.



