«Mi pagavano 2 euro l'ora»: quando la formazione diventa lavoro non retribuito | MaremmaOggi Skip to content

«Mi pagavano 2 euro l’ora»: quando la formazione diventa lavoro non retribuito

Ore infinite, paghe irregolari e zero tutele: cosa succede nel dietro le quinte di alcuni centri estetici. L’estetista: «Ero lì per imparare e non potevo esercitare la professione sulle clienti, ma mi trovavo a fare massaggi e anche le mani»
Delle estetiste al lavoro
Estetiste al lavoro

GROSSETO. Lavorare non è semplice, neanche quando si sceglie il mestiere che si ama. E lo è ancora meno quando si finisce per essere sfruttati, con diritti non rispettati e richieste estreme. A raccontarlo è una giovane donna grossetana che ha diversi anni di esperienza nel settore dell’estetica e che ha iniziato a lavorare quando era ancora minorenne, durante l’alternanza scuola-lavoro.

«Nel centro estetico in cui facevo lo stage mi pagavano due euro all’ora e “lavoravo” 40 ore settimanali. Ero lì per imparare e non potevo esercitare la professione sulle clienti, ma mi trovavo a fare massaggi e anche le mani. Non sembra, ma con la fresa si possono fare molti danni – racconta la ragazza – Sono andata via quando mi hanno accusata di rubare in negozio e di creare discussioni nel team. Cose che non sono mai successe».

La difficoltà di conciliare lavoro e vita privata

Il lavoro è una parte fondamentale della vita, ma è altrettanto importante riuscire a trovare un equilibrio tra impegni professionali e vita privata. Un equilibrio che dovrebbe essere riconosciuto e garantito anche dai datori di lavoro.

«Negli anni ho avuto molte esperienze. In un posto dovevo comunicare le mie ferie con 10 mesi di anticipo, e nonostante lo facessi, è successo che me le spostassero – racconta – Io sono una persona super disponibile sul lavoro e se c’è un’emergenza sono la prima a dare una mano, ma nonostante fossi sempre presente non mi è mai stato riconosciuto nessuno dei miei sacrifici».

«Sapevo i miei orari giorno per giorno e non riuscivo a organizzarmi. Era difficile fare qualsiasi cosa: una visita medica, un caffè con un’amica – continua -Mi sono trovata anche a dover spostare appuntamenti fissi con un medico per una cura, pur di adeguarmi agli orari del titolare. E ripeto: sono una persona flessibile, ma così era troppo per me».

«Non mi hanno pagato per tre mesi»

Nel suo percorso, la giovane ha lavorato in diversi centri estetici e più volte si è trovata davanti a situazioni molto difficili da gestire, specialmente considerando che era minorenne o da poco maggiorenne.

«In un altro centro ho lavorato tre mesi senza essere retribuita, avevo appena compiuto 18 anni – racconta – Quando ho chiesto alla proprietaria quando avrei ricevuto il salario, mi disse testualmente che non aveva la disponibilità economica per pagarmi. Non avevamo preso accordi inizialmente, ma anche lì lavoravo 40 ore a settimana».

Fortunatamente, non tutti i centri estetici sono così.

«Quando ho iniziato a lavorare nel centro in cui sono adesso ho visto subito la differenza – conclude la giovane – Ho finalmente la possibilità di gestire anche le mie urgenze, di avere orari chiari e rispettati. Lì ho conosciuto un altro mondo, totalmente opposto: riesco davvero a organizzare la mia vita».

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