GROSSETO. Più di 300 partite in Italia, 2 coppe intercontinentali, finali europee maschili e femminili, 13 finali di gara 7 nel Bel Paese, un campionato estivo in NBA e le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono solo una piccola parte del curriculum di Manuel Mazzoni, arbitro di basket di fama internazionale.
Manuel ha 45 anni ed ha alle spalle trent’anni di carriera. Grazie alle sue capacità è arrivato ad arbitrare al 19esimo Campionato mondiale maschile di pallacanestro 2023, che si è tenuto in Indonesia, Giappone e Filippine dal 25 agosto al 10 settembre.
«Sono stati 30 giorni che mi hanno messo alla prova – dice Mazzoni – a livello fisico e mentale, ma è stato bellissimo, ero nel mio mondo».
Erano solo due gli arbitri italiani ai mondiali, Mazzoni e il siracusano Manuel Attard.
QUI – la pagina Fiba con gli arbitri ai mondiali
L’esperienza alla World cup 2023
Manuel è stato fuori casa per circa 30 giorni. «Inizialmente siamo stati convocati per la pre-competition clinic, ovvero la preparazione prima della gara – dice – in quei giorni ci hanno fatto guardare dei video e scendere in campo per uniformare l’interpretazione delle possibili azioni durante la partita».
«Poi è iniziato il campionato vero e proprio, lavoravamo tutti i giorni – continua – in programma c’erano due incontri al giorno. Mi è capitato di arbitrare il pomeriggio e il giorno dopo la mattina, ed è stato molto pesante perché in meno di 12 ore dovevo rientrare in campo riposato, allenato ed essere pronto a dare il meglio di me».
Grazie alle sue capacità come arbitro Manuel è arrivato fino all’ultima partita del campionato. «Ero in campo durante la semifinale, i quarti di finale e le finali del quinto e sesto posto. Sono stati giorni molto pieni e pesanti, ma molto stimolanti e bellissimi – dice – Infine ero il quarto arbitro, quello di “riserva”, nella finale e arrivare fino a lì è stata una bella soddisfazione».
La nascita della carriera di Mazzoni
Manuel si è appassionato al basket durante la sua adolescenza. «La mia professoressa di educazione fisica mi spinse a provare con la pallacanestro per via della mia altezza – dice – e così ho iniziato ad allenarmi in prima media, ma a 16 anni ho deciso di provare ad arbitrare. Ho iniziato la gavetta circa trent’anni fa, ma è un lavoro a tutti gli effetti dal 2013».
«Ha avuto un ruolo fondamentale anche la famiglia della mia compagna Elena Conti, con cui sto insieme da quasi trent’anni – continua – perché la pallacanestro appassiona tutti in casa, da Germano, il padre di Elena, ai suoi fratelli Guido e Francesco».
Il lavoro
Ogni sport a livello agonistico richiede molti sacrifici, anche per gli arbitri professionisti. Per questo Mazzoni passa molti giorni fuori casa. «Il mio lavoro richiede molti sforzi fisici, mentali e un duro allenamento – dice Manuel – per esempio nelle Filippine ho fatto 10 giorni di lavoro senza pausa».
«Arbitro come minimo 1 volta a settimana – continua – di conseguenza sto molto fuori casa, dai 150 ai 180 giorni all’anno, perchè un giorno è necessario per la partita e 2 giorni mi servono per spostarmi. Mi sono abituato a stare lontano da casa, ma rimane pesante per chi mi circonda, ma in questo sono fortunato perché Elena, la mia compagna, mi sopporta e supporta nel lavoro».
Manuel è molto appagato della sua carriera. «Sono molto soddisfatto del mio percorso – dice – soprattutto perché vengo da Grosseto, dove non c’è una cultura della pallacanestro, nonostante ci siano molte persone appassionate che cercano di farlo andare avanti».
Autore
-
Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli