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Mancano gli oss, ospedali al collasso

L’allarme lanciato dalla Funzione pubblica Uil: il concorso rischia di scadere senza che vengano fatte le assunzioni necessarie

GROSSETO. Mancano gli oss, ospedali al collasso. A lanciare l’allarme la Funzione pubblica della Uil. Eppure, la figura dell’operatore socio sanitario è fondamentale per il buon funzionamento dei reparti, perché gli oss sono di supporto ai medici, agli infermieri e anche agli stessi pazienti e ai loro familiari, quando non possono prestare direttamente assistenza. 

«Gli operatori socio sanitari sono parte integrante e sostanziale della fornitura di assistenza di qualità negli ambienti sanitari – scrive Sergio Sacchetti, della Uil Funzione pubblica – a seguito dell’attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale, svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario e a favorire il benessere e l’autonomia del paziente/utente».

Specialisti dell’assistenza

In sostanza, l’oss è quella figura formata e specializzata per collaborare con gli infermieri nell’assistenza a pazienti, anziani, disabili e non autosufficienti. Il lavoro dell’Operatore Socio Sanitario ha come fine ultimo quello di garantire ai pazienti un benessere maggiore, sia a livello fisico che morale.

«Eppure, nonostante la loro specializzazione e la loro importanza – aggiunge Sacchetti – l’Asl Toscana Sud Est assume in maniera limitatissima. Questo, nonostante che in ospedali come il Misericordia di Grosseto, il Sant’Andrea di Massa Marittima, il San Giovanni di Dio di Orbetello o il  Petruccioli di Pitigliano, sussista un elevato e conclamato “bisogno” di oss». 

Le motivazioni addotte sono sempre le stesse, spiegano al sindacato. I parametri a cui l’Asl fa riferimento danno gli oss presenti in numero sufficiente, se non addirittura in sovrannumero, rispetto alle reali esigenze assunzionali. «Osserviamo che si tratta di parametri di riferimento vecchi ed obsoleti, dato che fanno capo all’anno 2004, meno l’1,4%. Gli stessi non tengono conto della attualità, soprattutto in relazione ai dieci anni di blocco delle assunzioni (Legge 78/2010) in merito a cui, le successive acquisizioni di personale (circa 1000 in UslSudEst) nel periodo Covid (2020), hanno rappresentato solo una “boccata d’ossigeno”. Non tengono conto neppure dei molti servizi sanitari aperti negli anni scorsi e anche di recente, senza le adeguate coperture di personale».

Trenta assunzioni previste

La Regione Toscana, viste le imposizioni governative per il rispetto dei vincoli assunzionali (che fanno riferimento all’anno 2004 meno l’1,4%) ha, dopo le migliaia assunzioni effettuate nel 2020 in periodo Covid (di cui 1000 circa in UslSudEst) iniziato un “piano” di rientro della spesa per il mantenimento dell’equilibrio finanziario che, di fatto, rallenta o, nel caso degli oss, annichilisce, le assunzioni.

Ad oggi, l’Asl prevede l’assunzione di 30 operatori socio sanitari; assunzioni che non riguardano minimamente l’immediato periodo, caratterizzato dalla stagione estiva. Quindi, almeno per adesso, non si assumono operatori, ma solo infermieri.

C’è poi il capitolo del concorso a far andare su tutte le furie il sindacato: indetto per la copertura di un posto a tempo indeterminato ed espletato nel 2022, rischia di decadere nel 2024.

«Questo concorso ha prodotto 2600 idonei circa, cosa che permette di scorrere la graduatoria, senza un diritto di essere assunti, ma solo in base alle esigenze delle Aziende Sanitarie della Regione Toscana – dice ancora Sacchetti –  La graduatoria del concorso oss scadrà, in virtù di una recente legge nazionale, nell’aprile del 2024. (Prima, le graduatorie scadevano dopo tre anni, adesso dopo due). Sono state chiamate dalla graduatoria, da quello che risulta, “solo” 237 persone in tutta la Toscana, e “solo” qualche unità nella Azienda Usl Toscana Sud Est».

In sostanza, con la scadenza della graduatoria, chi ha passato il concorso ed è risultato idoneo, rischia di restare senza la possibilità di essere assunto. 

E i soldi spesi per fare il concorso – spiegano alla Uil Funzione pubblica – rischiano di essere buttati via.

 

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