Magona senza stipendi, 500 famiglie nel dramma. La politica protesta | MaremmaOggi Skip to content

Magona senza stipendi, 500 famiglie nel dramma. La politica protesta

“Piombino Domani” e i parlamentari Simiani e Boldrini con i lavoratori Magona: costruire un futuro sostenibile con una strategia pubblica forte
Un'immagine della Magona di Piombino, Marco Simiani e Laura Boldrini
Un’immagine della Magona di Piombino, Marco Simiani e Laura Boldrini

PIOMBINO. Piombino Domani esprime la più sincera e profonda solidarietà a tutti i lavoratori della Magona, realtà storica e riferimento importante della nostra comunità industriale, oggi colpita da una crisi drammatica che mette a rischio il loro sostentamento e il futuro stesso di un’intera città.

Intervengono anche gli onorevoli Marco Simiani e Laura Boldrini.

La crisi finanziaria

Da tempo i lavoratori di Magona, insieme ai lavoratori di JSW, affrontano una situazione d’incertezza che adesso si è concretizzata con il mancato pagamento degli stipendi, conseguenza diretta della grave crisi finanziaria che ha colpito Liberty Magona, aggravata dal fallimento della banca Greensill

Tutto questo causato da una gestione finanziaria delle attività sicuramente non chiara da parte di Liberty. 

«Siamo, quindi, di fronte ancora una volta a un fallimento che i lavoratori e la città sono costretti a subire e che sono determinati da regole e dinamiche legate alla finanza internazionale, estranee ai territori – dicono in una nota i rappresentanti di Piombino Domani – Sono circa 500 le famiglie coinvolte in questo momento di estrema difficoltà, a cui si aggiungono i dipendenti dell’indotto, e il nostro pensiero va a ognuno di loro, così come a tutti coloro che con il loro lavoro hanno costruito la storia di questa azienda».

Piombino Domani: «Scelte politiche assenti»

Le scelte politiche in questi anni, secondo Piombino Domani, sono state inadeguate o, addirittura, completamente assenti:

«Purtroppo, quella della Magona è oggi l’istantanea di un problema più ampio e radicato. La crisi che sta attraversando la siderurgia italiana da molti anni, con ricadute gravissime sulle realtà produttive come Piombino, è figlia di scelte politiche industriali insufficienti e troppo spesso assenti. Il settore siderurgico, infatti, vive da tempo difficoltà strutturali: mancanza di investimenti pubblici efficaci, parcellizzazione delle strategie nazionali e un contesto economico globale sempre più competitivo e volatile hanno messo in ginocchio una filiera fondamentale per il paese».

Si rendono, dunque, necessarie misure forti, dalle strategie agli investimenti:

«Piombino, con la sua storia industriale, è un microcosmo emblematico di dinamiche più ampie, che hanno a che fare con queste difficoltà. La crisi di Liberty Magona è, quindi, un segnale chiaro dell’urgenza di una politica industriale nazionale che non rimetta continuamente la soluzione di problemi strutturali al destino del mercato, delle dinamiche finanziarie o alle scelte delle singole imprese. È necessaria una strategia pubblica forte, fatta di investimenti mirati, sostegno tecnologico e un’attenzione costante ai territori, soprattutto quelli più colpiti, come Piombino. Solo così si potrà evitare che altre crisi si ripetano con gli stessi effetti devastanti».

La cessione dello stabilimento è urgente

Non solo le istituzioni locali, ma anche il governo nazionale deve intervenire.

«In quest’ottica, auspichiamo che si possa concludere rapidamente la cessione dello stabilimento alla società Trasteel – continuano -. Al contempo, resta fondamentale che il governo nazionale e le istituzioni locali competenti seguano con attenzione la situazione, mettendo in campo tutte le risorse e le misure necessarie per accompagnare questa fase di transizione. Non possiamo dimenticare l’impatto sociale ed economico che la crisi della Magona ha sulla comunità locale».

Il rispetto e la dignità di chi lavora sono al primo posto.

«Alla difficile sfida economica si aggiunge, dunque, un’urgenza sociale che richiede risposte adeguate e tempestive. Alle dimostrazioni di solidarietà occorre far seguire un impegno concreto a sostenere i lavoratori tramite ogni possibile iniziativa istituzionale, nel rispetto della dignità di chi lavora e del ruolo essenziale che questa fabbrica continua a svolgere nel tessuto sociale di Piombino».

Non dobbiamo rimanere impassibili di fronte alla situazione complessa e delicata in cui versa Liberty Magona:

«In definitiva, la crisi della Magona è un tema complesso e delicato, ma anche un monito per tutti noi: non possiamo più guardare passivamente alle difficoltà industriali e sociali che colpiscono la nostra città. È tempo di fare squadra – concludono -, di unire le forze e di costruire un progetto industriale che sia lungimirante, inclusivo e sostenibile. Piombino merita questo impegno e i suoi lavoratori lo esigono con forza».

Simiani: «Si specula sulla pelle delle persone»

Dopo la nuova mobilitazione dei dipendenti davanti al cancello, interviene il deputato Marco Simiani.

«Da mesi denunciamo, anche con atti parlamentari senza risposta, l’assenza di una strategia chiara del governo per il futuro della Magona di Piombino, ma nulla è cambiato: il ministro Urso continua a non dare risposte e a sconfessare gli impegni presi. Nel frattempo, centinaia di lavoratrici e lavoratori si trovano oggi senza stipendi, in una condizione di inaccettabile precarietà sociale ed economica. È in questo caos che la proprietà sta vigliaccamente speculando sulla pelle delle persone, alimentando una rabbia sociale che rischia di esplodere. Va imposto a Gupta di pagare gli stipendi arretrati immediatamente».

«Il rischio concreto è che la Magona, eccellenza del settore e parte fondamentale della filiera dell’acciaio in Italia, venga progressivamente svuotata e condotta verso la chiusura, con la perdita di tutte le sue commesse e dei suoi clienti storici. È una responsabilità grave che ricade interamente sul governo, incapace di intervenire per garantire la continuità produttiva e la salvaguardia dei posti di lavoro. Le promesse fatte nei mesi scorsi sono rimaste lettera morta».

«Chiediamo che il sito venga immediatamente incluso nel progetto del nuovo polo siderurgico di Piombino, legato all’investimento di Metinvest. Solo così si potrà dare una prospettiva industriale seria al territorio, insieme alla realizzazione della nuova banchina che il governo continua a rinviare ma che è indispensabile per il futuro del comparto siderurgico. Non basta rincorrere multinazionali inaffidabili: serve un impegno diretto dello Stato, con risorse e garanzie certe, per difendere l’unico stabilimento italiano che produce acciaio galvanizzato e che oggi è lasciato senza guida».

Boldrini: «Urso deve fare di più»

Queste, invece, le parole di Laura Boldrini (Pd).

«La situazione in cui versano i lavoratori e le lavoratrici della Liberty Magona di Piombino è molto preoccupante: circa 500 famiglie, tra dipendenti diretti e interinali, senza stipendi in un’azienda che, oltre a non pagare gli stipendi, avrebbe dovuto presentare le procedure per la cessione dello stabilimento e, invece, non lo ha fatto lasciando nell’incertezza lavoratrici e lavoratori».

«Una situazione – continua la deputata dem – che non riguarda solo chi lavora nello stabilimento, ma l’intera comunità di Piombino. Non avere lo stipendio significa mettere a rischio la tenuta delle famiglie, la possibilità di vivere dignitosamente giorno per giorno e di guardare al futuro con serenità»”.

Dopo aver espresso solidarietà ai dipendenti dello stabilimento e ai sindacati, «saremo accanto ai lavoratori e alle lavoratrici di Magona in questa sacrosanta battaglia e auspico che il ministro Urso faccia di più per garantire la continuità occupazionale e la tutela di tutti i posti di lavoro».

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