GROSSETO Ci sono luoghi che raccontano la vita anche quando sembrano parlare solo di dolore.
Uno di questi è l’hospice del Misericordia di Grosseto, che martedì 11 novembre celebra la Giornata nazionale delle cure palliative, in occasione di San Martino, con un’iniziativa dal titolo profondo e pieno d’amore: «L’hospice, luogo di vita, luogo di scelte».
Un evento che unisce arte, musica e testimonianze, per ricordare che le cure palliative non sono un punto d’arrivo, ma un percorso di vita, dignità e cura condivisa.
Una giornata per dire «quanta vita c’è»
L’appuntamento è alle 11 nella sala d’attesa dell’ospedale Misericordia, all’ingresso di via Senese.
Il programma prevede una mostra fotografica, visibile fino al 12 novembre, e un momento musicale con la violinista Daniela Rocchi, per dare voce e respiro alle emozioni.

Gli studenti del corso di laurea in Scienze infermieristiche parteciperanno con letture intense: memorie di familiari e ospiti dell’hospice, parole vere, nate dal cuore e dalla riconoscenza.
«Sarà un momento significativo – spiega Anna Paola Pecci, responsabile dell’Unità funzionale Cure Palliative di Grosseto – che testimonia la tutela della vita e della dignità nel percorso di cure palliative. Questa edizione la dedichiamo alla dottoressa Chiara Cancemi, parte della nostra famiglia dell’hospice, che ci ha insegnato cosa significa appartenere a questo mondo e accompagnare con amore».
L’hospice: un luogo dove si vive, non solo dove si cura
Le cure palliative rappresentano un approccio completo e umano verso chi affronta malattie croniche evolutive, non solo oncologiche.
Oggi, grazie alla presa in carico precoce, queste cure si affiancano ai trattamenti attivi, con la cosiddetta simultaneous care: un accompagnamento che non guarda solo alla malattia, ma soprattutto alla persona e alla sua famiglia.

Quando la casa non può essere la scelta, per motivi familiari o sociali, l’hospice diventa un rifugio di umanità, dove ogni gesto – una tisana di notte, una carezza, un sorriso – è parte della cura.
«Vorrei che chi parteciperà alla giornata – aggiunge la dottoressa Pecci – tornando a casa o al lavoro dicesse: ma quanta vita c’è!».
Le parole che restano nel cuore
Durante l’incontro, alcune lettere e pensieri scritti negli anni da familiari e operatori verranno letti per ricordare che, anche nei momenti più difficili, l’amore continua a vivere.
Come le parole di Paola, che racconta l’ultimo periodo accanto al padre: «Il mio babbo è ancora qui con me, ma sta già dormendo sereno. Sono i giorni più difficili della mia vita, ma grazie agli angeli dell’hospice so che andrà sereno. Qui ho trovato persone che ti ascoltano, ti sostengono, ti preparano una tisana alle tre di notte. Non lo dimenticherò mai. Ti voglio bene, babbo.»
E ancora, la voce di Lucia, che ogni giorno mette il cuore nel suo lavoro: «Ogni volta che entro qui, riscopro me stessa. È una famiglia, dove ci si specchia e si cresce. Tra queste mura c’è tanto amore, da chi passa e da chi resta. In fondo si può dire solo con il cuore in mano: grazie.»
Un messaggio di vita e rinascita
In mezzo al dolore, all’hospice del Misericordia si parla di vita, rinascita e scelte. Perché le cure palliative non sono la fine, ma un atto d’amore e di rispetto per la persona, che resta sempre al centro.
E in questa giornata dedicata a San Martino, la comunità di Grosseto rinnova un messaggio di luce: la dignità non ha mai fine, l’amore non conosce confini.





