GROSSETO. Con l’avvicinarsi della fine dell’anno a guardare i numeri sull’andamento dell’economia, è evidente che risparmiare per le famiglie è sempre più difficile.
In Toscana il report della Banca d’Italia racconta che nella prima parte del 2025 l’attività economica si è confermata debole, in un contesto di generale incertezza già caratterizzato da tensioni geopolitiche, ulteriormente acuite dall’instabilità legata alle nuove politiche commerciali degli Stati Uniti.
L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter), sviluppato sempre dalla Banca d’Italia, segnala che per il primo semestre c’era stato un aumento del prodotto dello 0,3 per cento, leggermente inferiore al dato stimato per l’intero Paese. L’indicatore coincidente Regio-coin, che coglie l’andamento delle componenti di fondo del Pil, è tornato su valori negativi alla fine del secondo trimestre, dopo i segnali di recupero mostrati nel corso del primo.
Tanti i fattori che intaccano la ricchezza
La produzione industriale è ulteriormente calata. Sui minori livelli di operatività del settore incide ancora la crisi del sistema moda, iniziata nel 2023. Le esportazioni toscane sono cresciute soltanto grazie al contributo della farmaceutica e dei metalli preziosi, che ha più che compensato la riduzione degli altri principali settori di specializzazione regionale.
L’attività nel settore edile ha rallentato, ma ha continuato a beneficiare dei lavori per opere pubbliche connessi con l’attuazione del Pnnr, Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La crescita del terziario si è indebolita, condizionata dalla dinamica contenuta dei consumi delle famiglie, mentre il comparto turistico ha risentito soprattutto dell’andamento meno favorevole dei flussi di visitatori di provenienza nazionale e relativi agli esercizi alberghieri. La debolezza della congiuntura e l’elevata incertezza hanno frenato l’attività di investimento: i programmi formulati a fine 2024, che ne prevedevano un calo, sono stati perlopiù confermati.
La situazione ciclica ha in parte inciso anche sulle condizioni economico-finanziarie delle imprese: redditività e liquidità sono leggermente peggiorate, ma si attestano ancora su livelli adeguati.

Nel primo semestre occupazione in crescita
Nel primo semestre l’occupazione regionale è cresciuta, seppur in misura modesta e inferiore alla media nazionale. Allo stesso tempo è ulteriormente aumentato l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, soprattutto nel comparto della moda, ma il tasso di disoccupazione è rimasto comunque stabile su un valore molto contenuto nel confronto storico.
A fronte del peggioramento del clima di fiducia, le condizioni favorevoli sul mercato del lavoro e la disponibilità di credito hanno contribuito a sostenere i consumi.
Il credito al settore privato non finanziario è tornato ad aumentare nella prima parte dell’anno, riflettendo sia l’accelerazione dei finanziamenti alle famiglie, sia la minore flessione dei prestiti al settore produttivo; su questi ultimi ha comunque continuato a incidere la riduzione del credito alle imprese di minore dimensione.
Nonostante la fase congiunturale debole, la qualità dei prestiti concessi da banche e società finanziarie alla clientela regionale si è mantenuta elevata; nel caso delle imprese, ciò riflette ancora la sostanziale tenuta degli equilibri di bilancio e il minor profilo di rischio delle aziende affidate negli ultimi anni. I depositi bancari hanno registrato un lieve calo, mentre il valore di mercato dei titoli a custodia detenuti da famiglie e imprese ha continuato a crescere.

Depositi delle famiglie in leggera crescita
I depositi bancari di famiglie e imprese toscane, rimasti invariati alla fine del 2024, hanno segnato un lieve calo a giugno (-1,3 per cento sui dodici mesi). Tale dinamica è interamente ascrivibile alle imprese, che hanno registrato una diminuzione sia nella componente a vista sia, soprattutto, in quella vincolata; i depositi detenuti dalle famiglie sono invece cresciuti dell’1,5 per cento, sostenuti dall’espansione dei conti correnti. Nei mesi estivi i depositi sono tornati a crescere.
Alla fine di giugno 2025 il valore di mercato dei titoli di famiglie e imprese toscane, detenuti in custodia presso le banche, ha continuato a crescere (8,9 per cento sui dodici mesi), anche se in misura minore rispetto al 2024. L’aumento ha riguardato in particolare le quote di Oicr e le azioni (12,2 e 11,2 per cento, rispettivamente). Le informazioni tratte dalla Rbls segnalano, per la prima parte del 2025, una leggera diminuzione delle remunerazioni offerte dalle banche sui depositi a vista e vincolati e una sostanziale stabilità di quelle sulle obbligazioni proprie.

Becherini direttore Banca Tema: «Risparmi usati per esigenze quotidiane»
«Stiamo arrivando alla fine di un anno che ha visto rallentare e poi fermarsi il fenomeno della discesa dei tassi d’interesse – spiega il direttore generale di Banca Tema Fabio Becherini – Una diminuzione che nella seconda parte del 2024 è stata altrettanto repentina rispetto alla forte crescita determinatasi da metà 2022. In questo quadro si è assistito a una complessiva crescita dei depositi, con un effetto di polarizzazione. Da una parte aumenta il numero delle persone che riescono a risparmiare meno del passato, e anzi fanno ricorso a risparmi in essere per esigenze di quotidianità, dall’altra parte cresce la dimensione media dei risparmi per un numero più ridotto di clientela».
Scelte di risparmio verso una maggiore diversificazione. Bene i titoli di Stato
«Le scelte all’investimento sono orientate verso una maggior diversificazione – aggiunge Becherini – Nel “portafoglio modello” la clientela mantiene una parte di titoli di Stato a medio/lunga scadenza, degli investimenti diretti con la Banca (conti e certificati di deposito) ed investimenti in prodotti di risparmio gestito e assicurativo. La diversificazione la leggiamo come segno di maturità degli investitori, che con maggiore consapevolezza dei rischi del mercato vanno a privilegiare un mix di investimenti che presenta profili di rischio-rendimento molto diversi, consentendo di disporre di un mix tra rendimento fisso, titoli facilmente disinvestibili, titoli con maggior appeal reddituale ma più legati agli andamenti di mercato».



