La protesta silenziosa delle donne per Gaza: Grosseto come Milano | MaremmaOggi Skip to content

La protesta silenziosa delle donne per Gaza: Grosseto come Milano

Ogni giovedì in piazza Dante c’è una manifestazione contro le guerre nel mondo. Folchi: «In 10 settimane molte associazioni si sono unite, tutti sono invitati a partecipare»
Un momento della manifestazione pro Palestina
Un momento della manifestazione per la Palestina

GROSSETO. Mentre l’8 agosto il governo israeliano, con a capo Benjamin Netanyahu, ha scelto di occupare militarmente tutta la striscia di Gaza per «l’eliminazione di Hamas» i popoli di tutto il mondo scendono nelle piazze per urlare «Basta!». E succede anche a Grosseto, dove ogni giovedì dalle 18.30 alle 19 ci sono decine e decine di donne che protestano silenziose

Con loro hanno bandiere della pace e della Palestina e cartelli con scritto: «Non nel mio nome», «Free Palestine» e, ancora, «Fuori la guerra dai libri di storia».

«Questo tipo di proteste sono iniziate a Milano: sono molte le persone in tutto il mondo che non vogliono che queste guerre continuino nel proprio nome – dice Mariella Folchi, presidente della Libreria delle ragazze – Non è stato facile organizzare una cosa del genere, ma ce l’abbiamo fatta. Nel giro di dieci settimane sono molte le associazioni e le donne che si sono unite alla protesta. Invitiamo tutti, uomini e donne, a manifestare insieme a noi».

Le proteste a Grosseto 

Sono molte le donne che nella storia si sono opposte alla guerra, che per molte riporta ovvero il patriarcato. Il fenomeno sociale che comprende tutte quelle regole imposte dalla società, che fa sembrare l’essere umano più un animale che un essere dotato di razionalità.

«Sono molte le intellettuali, le scrittrici e le politiche nella storia che si sono opposte fortemente alla guerra, che è un fenomeno di matrice patriarcale. Un fenomeno che nasce dal modello di competizione maschile, dove primeggia il più forte – dice Folchi – E noi vogliamo dire basta a tutto questo: siamo in piazza con il nostro corpo e con il nostro volto per mostrare che non siamo d’accordo con quello che sta succedendo, perché è semplicemente folle».

«Nel giro di 10 settimane siamo aumentate: associazioni, donne e anche qualche uomo si sono uniti nella nostra protesta silenziosa – continua – Crediamo che Israele non voglia dire ebraismo, perché quello Stato da sempre ha voluto prendere quei terreni. L’ebraismo è un’altra cosa e sono molti gli ebrei che credono che la politica intrapresa sia un suicidio per il Paese».

La Palestina sta subendo un attacco intollerabile, che può essere definito solo come genocidio. Una parola che in molti rifiutano di dire riferendosi alla striscia di Gaza. «Con la Shoah erano tempi diversi, le persone fingevano di non vedere e le informazioni erano controllate – dice Folchi – Oggi se ne parla semplicemente come se a Gaza provassero a far fuori i terroristi di Hamas e basta, tralasciando gli interessi economici che ci sono in ballo». 

L’invito di Folchi: «Venite con noi in piazza»

In Palestina esistono comunità che hanno mostrato che la coesistenza è possibile. «La coesistenza esiste ed è possibile raggiungerla – dice Folchi – È la strada che tutti dovremmo intraprendere per risolvere i conflitti nel mondo».

L’unione da sempre fa la forza e sapere che non si è da soli dà un senso di condivisione, per questo Folchi invita tutti a partecipare. 

«Nel tempo siamo aumentate molto in piazza, secondo me perché in molti la pensano come noi e, queste persone, hanno visto che non sono sole. Il nostro invito è rivolto a tutti coloro che vogliono dire basta al genocidio e alla guerra – dice Folchi – Siamo in piazza per dire basta e per non piantare più il seme della discordia, che porta solo alla vendetta».

L’appuntamento per partecipare alla manifestazione è ogni giovedì dalle 18.30 alle 19.

La situazione in Palestina

Donne, uomini, bambini e anziani strappati dalle loro case, confinati in un fazzoletto di terra, dove non arriva niente, né cibo né acqua. Morti per mano dei militari, di fame, per ferite e pestilenze. Ma poi spunta una pubblicità su YouTube dove mostra, con riprese ripulite ad hoc, che invia aiuti umanitari nella striscia di Gaza

E così prova a pulire con un colpo di spugna umida un tavolo fin troppo sporco di vite umane rubate, spezzate e assassinate. 

Dall’inizio del 2023 sono morte più 62.200 persone e i feriti superano di gran lunga i 150mila. Ed è contro tutto questo che decine e decine di donne, ogni giovedì si fermano in pieno centro. Per denunciare che a pagare, come in ogni guerra, sono soprattutto gli innocenti.  

 

Autore

  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Amo le bollicine, rigorosamente in metodo classico; il gin e credo che ogni verità meriti di essere raccontata. Non bevo prosecco e non mi piacciono né i prepotenti né le ingiustizie. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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