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La pesca si ferma anche a novembre, pescatori nel dramma – IL VIDEO

Tutte le marinerie della Maremma sul piede di guerra. Da Castiglione all’Argentario si chiede chiarezza. Il pescatore castiglionese Beppe Temperani: «Ci mettono in ginocchio»
I pescherecci fermi in porto a Castiglione della Pescaia

GROSSETO. I pescherecci all’ormeggio già dall’inizio di ottobre, potrebbero rimanerci anche per tutto novembre. A lanciare l’allarme che il “fermo pesca” sarà prolungato sono gli stessi pescatori, che si stanno preparando a vivere giorni difficili. Una chat organizzata ha visto già l’adesione di 300 addetti, e non sono escluse forme di protesta. Il fermo questa volta non sarebbe per il ripopolamento ittico, ma per le troppe giornate di pesca già fatte nel mare davanti alla Toscana. Spesso anche da barche che vengono da fuori.

 

 
 
 
 
 
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Intanto si cerca di far intervenire la politica, per lo meno per far capire cosa sta succedendo ad un settore che rimane strategico e che fa lavorare tantissime famiglie con una filiera importante per il territorio.

Le tante problematiche del comparto

Al fermo pesca di ottobre i pescatori sono ormai abituati da decenni. A preoccupare ora è la possibilità che anche a novembre i pescherecci rimangono all’ormeggio.

A far aumentare le giornate di pesca, sono stati anche i pescherecci, per esempio, che arrivano dalla Sicilia e che vengono “registrati” appunto come quota nell’arcipelago Toscano. Inoltre dal primo dicembre e fino alla fine dell’anno, le paranze potranno tornare in mare solo quattro giorni a settimana. Una situazione che non cambia la preoccupazione e l’attenzione e mette a rischio i lavoratori.

I risarcimenti per il fermo pesca fermi dal 2023

Oltre tutto, ripetono a gran voce gli addetti, i rimborsi per le giornate di fermo non stanno arrivando e sono fermi anche quelli del 2023. Insomma, senza adeguati sostegni economici diventa impossibile andare avanti. Senza dimenticarsi del caro gasolio e dalle spese di gestione in costante aumento.

I pescherecci fermi in banchina a Castiglione della Pescaia

Il grido d’allarme da Castiglione all’Argentario

A Porto Ercole per esempio, resta ancora irrisolta la questione del rifornimento di carburante: da tempo i pescherecci, i natanti della piccola pesca e gli stessi diving non possono più fare rifornimento di gasolio direttamente nel loro porto, ma sono costretti a recarsi a Porto Santo Stefano.

«Ogni spostamento verso Porto Santo Stefano significa ore perse e gasolio consumato inutilmente – dicono i pescatori – una spesa che si aggiunge a tutte le altre».

Ma la situazione da allarme rosso è dunque estesa a tutti i pescatori professionisti. A Castiglione della Pescaia a muoversi direttamente con le istituzioni è stato Giuseppe Temperani, di fatto andato in pensione, ma che non vuole “abbandonare” la sua barca e suo fratello Vincenzo.

«Stiamo vivendo giornate difficili – dice Beppe Temperani – e soprattutto non vediamo sbocchi per il futuro. Abbiamo fissato un incontro con la sindaca Elena Nappi e sollecitato anche il consigliere regionale Leonardo Marras. Noi possiamo fare ben poco, ma tre mesi senza lavorare e non avere reddito per tante famiglie non è davvero sostenibile».   

 

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