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La dea Artemide diventa pop

L’8 luglio l’inaugurazione della mostra-evento al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma: un viaggio dall’antichità alla contemporaneità attraverso l’arte
Le quattro statue e gli organizzatori della mostra

GROSSETO. Sarà inaugurata venerdi 7 luglio alle 18 la mostra “Artemide: una, nessuna e centomila”, al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma. Al taglio del nastro interverranno l’assessore alla Cultura del Comune Luca Agresti, Anna Bonelli, funzionario responsabile settore cultura del Comune di Grosseto, Marco Rastelli della MM.BB. Srls per la sala XR, Cristian Dessi, digital artist, Barbara Fiorini e Chiara Valdambrini, curatrici della mostra.

Segue visita alla mostra, performance di digital painting con il digital artist Cristian Dessi e brindisi beneaugurale. Il museo resterà aperto fino alle 23. 

Dalla metà del I secolo a.C al futuro 

La mostra di quest’anno nasce da un processo creativo che parte dalla metà del I secolo a.C. e punta al futuro. Un percorso espositivo che affonda le proprie radici nel Mondo Antico e arriva a “scoprire”, sotto una diversa luce, il significato della produzione artistica nel periodo classico e in quello contemporaneo. Un “tragitto” in cui il sentire attuale entra a pieno nel processo di trasformazione.

Due delle 4 Artemidi esposte

Quattro le protagoniste, quattro dee, quattro Artemidi, riunite per la prima volta in questa mostra, forse uscite da una stessa bottega di Roma, realizzate nella seconda metà del I secolo a.C.

Le quattro statue hanno, in comune, l’apparato iconografico: la figura avanza verso chi guarda, tenendo le mani protese, forse a reggere arco e frecce, simboli della dea cacciatrice, oppure arco e fiaccola, a richiamare la doppia investitura, essendo Diana anche divinità lunare.

Quattro Artemidi replicate

Ogni persona che si avvicinerà ad Artemide potrà apprezzare la delicata bellezza della dea, moltiplicata per tutte le copie della stessa che sono a oggi esistenti, vedere i preziosi dettagli, scoprire differenze e similitudini, sì perché ognuna di loro è riproduzione, non copia fedele e precisa.

Oggi basterebbe una stampa 3d per creare copie infinite di oggetti di tutte le forme e dimensioni, ma non è sempre stato così e il valore aggiunto del passato sta anche nell’unicità delle repliche, che sono tali, ma non nella concezione che abbiamo oggi.

L’obiettivo è portare il visitatore a immergersi, a sentirsi non solo un osservatore attivo, ma protagonista della mostra.

Tre sale per creare la propria Artemide

Tre le sale in cui si snoda l’esposizione: la prima permette al visitatore di entrare in connessione con il passato, con le Dee, con il bosco, luogo di cui Artemide è regina. La vista delle quattro sculture è accompagnata da suoni, odori e narrazioni che descrivono la divinità attraverso il Mito e versi di fonti antiche.

Nella sala di benvenuto, la seconda, si sviluppa il percorso di viaggio, collettivo e soggettivo al tempo stesso, dove la materia e il concreto del marmo perdono la loro certezza e si trasferiscono nel metaverso, grazie alla creatività unica di ciascuno. Infine, all’interno dell’ultima, la modernità si affaccia, in modo pratico, alla storia.

La prima Artistic eXtended Reality Room del Museo diventa realtà. Sì, perché il percorso si conclude con la sala di realtà virtuale, dove chiunque potrà interagire con l’archeologia in modo nuovo e creativo.

Ogni visitatore potrà creare la propria Artemide che insieme a quelle di street artist, performer e scultori, sarà la visione contemporanea della dea in versione Pop.

 

 

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