PIOMBINO. Giovedì 4 dicembre 2025 il Comitato salute pubblica della Val di Cornia ha organizzato un incontro al quale sono state invitate tutte le forze politiche, l’amministrazione comunale, le organizzazioni sindacali, i comitati cittadini, le associazioni del territorio e alcune tra le principali realtà ambientaliste nazionali e internazionali.
Al centro del confronto c’era il rigassificatore Italis LNG, in esercizio dal 2023 nel porto di Piombino.
Un incontro partecipato tra politica, sindacati e associazioni
All’appello hanno risposto numerosi rappresentanti. Oltre ai membri del direttivo del comitato e al presidente Aldo Balzano, erano presenti Salama per il Partito democratico, Cosimi per Fdi, Zucconi per il M5s, e i delegati Usb Lami, Rizzo e Pistolesi.
Hanno partecipato anche il comitato cittadino Gazebo 8 giugno, il comitato La Piazza, Legambiente con Bruschi, il Wwf rappresentato da Ghignoli, Italia nostra con Albertoni, Greenpeace con Giannì e Idra con Dell’Olio.
L’incontro è stato molto partecipato e ha segnato l’avvio di una nuova sinergia fra realtà politiche, civiche e ambientali.
«Gli accordi devono essere rispettati: l’autorizzazione scade nel 2026»
Durante il confronto è stato ricordato che gli accordi presi e sottoscritti dal Governo e dal commissario straordinario Eugenio Giani sulla permanenza del rigassificatore nel porto di Piombino sono chiari: l’autorizzazione scadrà nel 2026.
Proprio questa limitazione temporale è stata determinante anche nella sentenza del Tar, che respinse il ricorso sottolineando come l’impianto sarebbe rimasto in attività solo per tre anni.
I partecipanti hanno ribadito che il rispetto dei tempi è fondamentale e che l’impianto deve essere allontanato dal porto entro la scadenza prevista.
Una rete di collaborazione per i prossimi appuntamenti
Il Comitato salute pubblica ha annunciato che nei prossimi incontri verrà rinnovato l’invito a chi non ha potuto partecipare. L’obiettivo è costruire una rete ancora più ampia, capace di unire contributi politici, civici e ambientali in una battaglia comune per la tutela del territorio.
«La nostra città merita di più: ora basta», hanno concluso i promotori.