GROSSETO. I dati del trimestre estivo, che storicamente costituisce il periodo di “picco” per le imprese del territorio, questo 2022 segnano una flessione del numero delle sedi d’impresa. Se l’ultimo trimestre con la stagione natalizia non risolleverà le sue sorti, il 2022 potrebbe essere marchiato come l’anno peggiore dell’ultimo quinquennio.
Il terzo trimestre estivo si porta in dote le nubi dei trimestri precedenti. La flessione negativa nel numero delle sedi d’impresa iscritte al registro della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno si registra anche a livello regionale e nazionale.
Grosseto con la sua provincia contava 25.951 sedi di imprese attive nel terzo trimestre 2021, mentre ne conta 25.992 in quello 2022. Livorno ne contava 28.326 nel 2021 e 28.263 nel 2022. Mentre il territorio maremmano segna un +0,2% quello labronico flette verso un -0,2%. Dai dati si rileva un lieve scostamento tra il sentiero di sviluppo del tessuto imprenditoriale grossetano e quello livornese. Mentre il primo pare ancora beneficiare di una seppur ridotta “coda” della crescita, quello livornese, almeno nei numeri risulta adagiato su di un piano inclinato.
I numeri della provincia di Grosseto
Nell’estate 2022 nel grossetano sono state 249 le iscrizioni al Registro delle imprese. Dallo stesso registro ne sono state cancellate però 320. Il bilancio quindi in provincia vede ben 72 imprese in meno. Le società di capitali a Grosseto hanno segnato un +0,8%: una tendenza positiva che riscontra anche l’andamento delle società di persone. In diminuzione invece il numero delle imprese individuali.
Negli ultimi anni, la crescita in termini d’imprese attive ha interessato tutti i sistemi economici locali, riassumibili nelle diverse aree del territorio: colline metallifere, area grossetana, Amiata grossetana, area Albegna-Fiora.
La tendenza in positivo ha coinvolto quasi tutti i settori tra il primo e il secondo trimestre 2021, con una flessione che li ha investiti nei periodi successivi. Da almeno due anni però si rileva una crescita pressoché continua per i territori delle colline metallifere e quello dell’Albegna-Fiora. L’Amiata grossetana mostra un andamento decisamente più altalenante. Mentre dopo il picco del 2021, la metà del 2022 segna una nuova interruzione del lungo periodo di crescita dell’Area grossetana.
I settori economici: bene la fornitura di energia, male estrazione di minerali
Nella provincia di Grosseto i dati confermano il primato e l’importanza del settore primario. Risultano infatti esserci 9.256 imprese registrate nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, in crescita dello 0,4 %.
Secondo settore per numero di imprese registrate in provincia è quello del commercio (5.132) e terzo quello delle costruzioni (con 3.449 aziende). Quello che segna il maggior incremento di aziende registrate è quello della fornitura di energia elettrica. In provincia sono 33 le aziende, cresciute nell’ultimo periodo del 6,5%. Tra i settori che segnano una maggiore flessione c’è quello dell’informazione e comunicazione (308 imprese, -3,1%) e quello dell’estrazione di minerali (21 aziende, numero in calo del 4,5%).
Dai dati dell’analisi emerge però una crescita delle unità locali, ovvero quegli impianti operativi, amministrativi o gestionali collocati in luoghi diversi da quello della sede legale. A crescere sono in particolare le unità locali con sede fuori provincia, che sia in Maremma (+3,2%) sia nel livornese (+2,9%) continuano ad espandersi in maniera più rapida rispetto ai territori di riferimento (Toscana +2,4%, Italia +2,3%).
Riccardo Breda: «Trend di crescita esaurito, il rimbalzo ha perso lo slancio»
Il presidente della Camera di Commercio Maremma e Tirreno, Riccardo Breda, commenta i dati. «Dal report prodotto dal Centro Studi, traspare come sia ormai esaurito il trend di crescita del tessuto imprenditoriale ed anche come l’atteso e manifestato rimbalzo del 2021 abbia perso il suo slancio» precisa.
«Purtroppo, come abbiamo già avuto occasione di rappresentare, i cigni neri non risultano più eventi eccezionali – prosegue – ma si ripresentano con una preoccupante ricorrenza, quasi annuale. Quando pensavamo di essere in uscita dal fenomeno pandemico, la società in generale ed il sistema imprenditoriale in particolare hanno dovuto affrontare le tragiche conseguenze della guerra in Ucraina, della fortissima criticità in materia di costo e approvvigionamento dei prodotti energetici, di una ormai certa recessione, alimentata soprattutto da un’inflazione che ha raggiunto numeri mai visti da quasi quaranta anni».
Come sottolinea Breda, a questi eventi negativi bisogna aggiungere l’emergenza ambientale ed in particolare una diffusa siccità che ha messo e mette a dura prova la nostra agricoltura. Non da meno è «Il “blocco dei crediti” derivante dai provvedimenti di impulso attivati nel periodo pandemico, che pure hanno stimolato una ripresa di numerosi settori ed in particolare di quello edilizio (si pensi, ma non solo, al cosiddetto 110%) – conclude – Tutto questo anche da noi ha inciso sulla solidità delle nostre imprese, demotivando anche i volenterosi che intendevano iniziare un’avventura imprenditoriale».
Autore
-
Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli