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Il saluto commosso della città al suo ex sindaco

Folla ai funerali di Enrico Norcini alla Fonderia Leopolda. Il nipote: «Mi ha insegnato ad affrontare i problemi, è stato per me un secondo padre». Commosso Benini: «Ha trasformato la paura in progetti»
Folla alla Fonderia Leopolda per il funerale di Enrico Norcini

FOLLONICA. Tantissima gente è arrivata venerdì 3 febbraio alla Fonderia n°1 per l’ultimo saluto all’ex sindaco Enrico Norcini. Moltissimi gli esponenti della vecchia politica, altrettanti quelli della nuova guardia. Perché Enrico Norcini non ha mai smesso di farla, la politica, e quindi non ha mai smesso di farsi conoscere. Anche con i limiti dovuti alla malattia, infatti, ha continuato ad esprimere la sua opinione attraverso i social; mai banale, mai scontato, i suoi interventi erano puntuali e perfettamente centrati al punto che il piacere di leggerli travalicava il possibile disaccordo sul tema.

Il commosso ricordo del nipote

Un’energia straripante che ha contagiato anche i familiari. Il nipote, Simone Pantani, lo ricorda come una figura importantissima, determinante. «È stato uno zio, ma anche un datore di lavoro e un secondo padre – dice –  Mi ha insegnato due cose fondamentali: a tirare fuori il meglio da ogni situazione e l’importanza di affrontare sempre i problemi con lucidità e calma, ma affrontarli sempre. Curioso, avido di sapere, è stato una figura magnetica. Impossibile raccontarlo in poche parole, potrei parlarne all’infinito». 

Benini: «Ha trasformato la paura in progetto»

Più legate alla vita politico istituzionale della città del golfo le parole del sindaco Andrea Benini, che ha parlato i fronte a una folla commossa alla fonderia Leopolda. «Sei stato sindaco della nostra città in complessi anni di passaggio da un’epoca ad un’altra, hai saputo interpretare quell’idea di politica che sa trasformare la paura in progetto, l’esclusione in presenza – ha detto Benini – Ti sei concesso alla tua città senza difese, senza riserve, in un impegno totalizzante, che può consumare, che può
anche far male. Hai saputo essere un punto di riferimento, una persona con cui confidarsi, di cui fidarsi, a cui appoggiarsi in un momento di inciampo o di dolore, per tante persone. Hai saputo essere sindaco, con autorevolezza, passione, lucidità e capacità profetica. Cioè in quello sforzo sempre più raro per la politica di sapere guardare al di là, senza dimenticare mai lo spazio minimo quotidiano dell’incontro».

A livello personale Benini ha ricordato l’ammirazione nei confronti dell’amico e collega per come aveva saputo affrontare il trauma della malattia, senza farsene schiacciare, ma riuscendo a trasformarla in un’opportunità.

 

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