Il problema serio del centro storico. Strategia da ripensare | MaremmaOggi Skip to content

Il problema serio del centro storico. Strategia da ripensare

Una rissa ogni fine settimana, sempre in orario notturno, quando i controlli si fermano. E la soluzione non sono le chiusure

GROSSETO. Ogni fine settimana, con la puntualità di una cambiale, il centro storico è teatro di una rissa.

Vive un momento surreale il cuore di Grosseto, che tutti, più a parole che con i fatti, dicono di voler rilanciare. In inverno la movida si concentra nel fine settimana, dal lunedì al giovedì, e dopo le 19, apprezzi solo il silenzio delle strade deserte, ma il timido risveglio del venerdì e il pienone del sabato, con i più giovani liberi di uscire, trascende spesso, troppo spesso, in degenerazioni legate principalmente all’eccessivo consumo di alcol. E, magari, non solo di quello.

È bene essere chiari. gli interventi fatti a spot in alcuni periodi sono serviti davvero a poco, se non a spostare da una zona all’altra il problema. Qualche mese fa la movida “violenta” era concentrata nella zona di piazza San Francesco, ora si è spostata di poche decine di metri, nel quadrilatero via Vinzaglio, via Garibaldi, via Montanara. Non un grande risultato, va detto.

Già a ottobre e novembre c’erano stati problemi, ma l’ultimo mese è stato un bollettino di guerra. Il 4 dicembre  sono spuntati i coltelli in via Vinzaglio e i giovani protagonisti sono stati poi trovati e arrestati dalla polizia municipale. Due giorni dopo un vigilante è stato aggredito con le statuine del presepe di piazza Duomo da un gruppo di ragazzini, mentre la settimana successiva, alla Cavallerizza, c’era stato un mini rave che ha costretto il Comune ad anticipare la chiusura dei cancelli delle Mura.

La notte di Capodanno  l’ennesimo episodio, con la rissa scoppiata ancora in via Vinzaglio che ha portato all’arresto di 4 persone. L’ultimo caso sabato scorso, 8 gennaio, con l’aggressione, dieci contro uno, a un quarantenne, rimasto ferito.

Una cosa hanno in comune quasi tutti questi episodi. Sono avvenuti dopo l’una di notte. Quando, come per magia, i controlli spariscono, proprio quando l’alcol accumulato inizia a scaldare gli animi. Finisce il turno della municipale, che, è bene precisarlo, ha gestito quasi tutti gli ultimi casi, mentre carabinieri e polizia, forse gli organici non bastano, devono coprire un territorio molto vasto e non riescono a concentrarsi solo sul centro. Strade libere, rissa facile.

Ma il problema è serio.

È serio per i residenti, che non riescono più a vivere serenamente la loro città, è serio per gli esercenti, che non hanno la forza e gli strumenti per limitare un fenomeno che accade davanti alle vetrine dei loro locali. Anche quando hanno già chiuso.

Abbiamo parlato con alcuni di loro, hanno paura, si sentono impotenti: «Sono mesi e mesi che segnaliamo il problema alle forze dell’ordine – dice uno di loro -, non conosco altre soluzioni, ma purtroppo niente cambia , anzi peggiora. Qualcuno ci deve dire cosa fare».

Forse è il momento che anche le associazioni di categoria facciano sentire la propria voce. Perché i controlli, ci pensi la prefettura a organizzarli, devono andare avanti finché il buio delle notte non inghiotta anche gli ultimi esagitati. E, sia chiaro, controlli e non chiusure: capiamo la mossa disperata del Comune che serra la Cavallerizza alle 17, ma chiudere la Mura invece di renderle vivibili è una sconfitta. Una resa.

Da parte nostra continueremo a segnalare con puntualità, in tempo reale, cosa accade. È il nostro compito: segnalare, denunciare, far riflettere, chiedere spiegazioni e interventi.

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