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Il giudice bacchetta la dirigente: «È antisindacale intimidire chi si rivolge al sindacato»

Il tribunale dà ragione alla Flc Cgil: illegittimo il richiamo alla docente Silvana Aquilia. «Rivolgersi al sindacato è un diritto, non una colpa»
Il tribunale di Grosseto e l’avvocato Carlo De Martis

GROSSETO. Il Tribunale del lavoro di Grosseto ha riconosciuto il carattere antisindacale del “formale richiamo” rivolto dalla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Grosseto 6 alla docente e Rsu Flc Cgil Silvana Aquilia.

Con decreto depositato il 23 dicembre, il giudice ha stabilito che il provvedimento aveva una funzione intimidatoria verso chi si rivolge al sindacato, limitando la libertà di azione sindacale e il diritto dei lavoratori ad attivare le proprie tutele.

Una decisione che la Flc Cgil Grosseto definisce «una vittoria netta e importante non solo per la lavoratrice coinvolta, ma per tutto il mondo della scuola».

Cosa era successo

La vicenda nasce alla scuola primaria Enrico Toti. Silvana Aquilia, in qualità di docente e rappresentante sindacale Rsu per la Flc Cgil, era intervenuta per impedire l’utilizzo di una porta di uscita che non sarebbe stata autorizzata, richiamando una collega al rispetto delle regole di sicurezza e del regolamento interno.

Aquilia ha riferito di aver subito anche un’aggressione verbale. L’episodio è stato segnalato via email alla dirigente scolastica Verena Tassinari e, contestualmente, alla Flc Cgil Grosseto per ottenere tutela sindacale.

Pochi giorni dopo, alla docente è stato recapitato un “formale richiamo” per presunta violazione dei doveri di correttezza, rispetto e collaborazione, proprio per aver coinvolto il sindacato, definito dalla dirigente «soggetto estraneo alla vicenda».

Nel provvedimento si preannunciava l’inserimento del richiamo nel fascicolo personale e la sua possibile valutazione in caso di futuri procedimenti disciplinari.

La sentenza del tribunale

Il Tribunale di Grosseto ha ritenuto che il richiamo fosse finalizzato a colpire la docente per essersi rivolta alla Flc Cgil, riconoscendo al provvedimento una intrinseca efficacia intimidatoria.

Il giudice ha quindi accertato la natura antisindacale del comportamento, ordinando all’amministrazione di astenersi per il futuro da simili condotte e disponendo l’affissione del dispositivo del decreto in luogo visibile al personale per 10 giorni. L’amministrazione è stata inoltre condannata al pagamento delle spese di lite.

La dirigente aveva annullato in autotutela il richiamo pochi giorni prima dell’udienza, ma solo per vizi procedurali e non per il merito, lasciando aperta la possibilità di future sanzioni simili. Anche questa impostazione è stata stroncata dal tribunale.

De Martis: «Il sindacato è un diritto, non una colpa»

«Il giudice ha riconosciuto che il provvedimento adottato contro la docente Aquilia era intrinsecamente antisindacale, perché volto a punire la scelta della lavoratrice di coinvolgere la Flc Cgil di Grosseto – sottolinea l’avvocato Carlo De Martis – L’ordine di astenersi da simili comportamenti e l’affissione del dispositivo in istituto hanno un valore non solo giuridico ma anche culturale: riaffermano che il ricorso al sindacato è un diritto e non una colpa».

Vegni: «Vittoria per tutte e tutti»

«Questo decreto è una vittoria netta e molto importante per tutte e tutti – dichiara la segretaria generale della Flc Cgil Grosseto, Alessandra Vegni – Ognuno deve poter lavorare liberamente e in serenità senza essere intimidito per essersi rivolto al sindacato, anche per una semplice domanda».

«Il Tribunale ha detto con chiarezza che nessun dirigente può usare richiami e provvedimenti come strumento di pressione contro chi si rivolge al sindacato – conclude Vegni – È un messaggio forte a tutela della libertà sindacale in tutte le scuole».

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