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Il Cinemaniaco – Maradona e la mano di Dio

Nelle sale il film autobiografo di Paolo Sorrentino intrecciato alla vita del calciatore argentino, scomparso un anno fa
Una scena del film

GROSSETO. «È stata la mano di Dio», è più che un film che s’intreccia con la vita di Diego Armando Maradona, uno degli dei del calcio moderno: è il racconto di quanto è successo davvero a Polo Sorrentino, il regista napoletano premio Oscar per la “Grande bellezza”, cresciuto anche attraverso le giocate del Pibe de Oro, quando era al suo massimo del culmine sportivo e popolare.

La trama

Sorrentino infatti, ripercorre la sua adolescenza con gli occhi di un ragazzo, il diciassettenne Fabietto Schisa (Filippo Scotti, vincitore del premio Marcello Mastroianni per questa sua interpretazione): nella Napoli degli anni Ottanta il giovane, goffo e indeciso su come trovare un posto nel mondo, si rifugia nella propria famiglia vivace e colorata, fino a che un’improvvisa tragedia non gli porta via la madre. Ecco allora che tutto cambia e Fabietto sembra perdere ogni possibilità al mondo, finché in città non arriva un idolo destinato a riempire tutti i cuori di orgoglio, sogni e fantasia: nel 1984 il Napoli calcio del presidente Ferlaino con un blitz costato svariati miliardi, acquista dal Barcellona il talentuoso Maradona. Proprio in quell’estate cruciale il giovane protagonista lotta con la natura del destino, la confusione della perdita e l’inebriante libertà di essere vivi.

E nel 1987 per assistere a una partita di calcio del Napoli e vedere in azione Maradona, Sorrentino va in Toscana a seguire il match, mentre i suoi genitori restano a casa dove, quella stessa notte, una perdita di monossido di carbonio li uccide entrambi, lasciandolo orfano a diciassette anni. E qui la scena più forte di tutto il film: la corsa di Fabietto insieme al fratello (Marlon Joubert) all’ospedale per scoprire, dopo un lungo imbarazzo dei medici, che entrambi i genitori (Toni Servillo e Teresa Saponangelo) sono morti.

La vita prima della tragedia

Prima della tragedia la felliniana famiglia del regista dà il meglio di sé: l’amatissimo padre è un uomo pieno di spirito ed è sempre presente (ma, si scoprirà, ha una storica collega come amante), la madre è una donna che ama fare gli scherzi, il fratello è invece un aspirante attore e, infine, c’è una sorella, Daniela, sempre chiusa in bagno. E ancora, la zia Patrizia (Luisa Ranieri) bellissima, sexy ed esibizionista, sposata con il legittimamente geloso Franco (Massimiliano Gallo), l’anziana Baronessa Focale vicina di casa (Betti Pedrazzi), l’amico contrabbandiere e tanti altri personaggi. Cosa accade nelle oltre due ore del film? Tra realtà e finzione, di tutto. Si parte da splendide sequenze di Napoli dal mare, c’è un inseguimento tra finanzieri e contrabbandieri nel golfo, un San Gennaro in una Rolls Royce d’epoca, un Munaciello (spiritello leggendario del folclore napoletano) in carne e ossa, Federico Fellini (solo in voce) alle prese con dei provini, lui in vespa con entrambi i genitori sul sellino (impossibile non pensare a Nanni Moretti), il suo incontro con Antonio Capuano che, senza nessuna grazia, gli dà indicazioni rispetto alla sua confusa volontà di fare il regista.

La locandina del film
La locandina del film

Per la prima volta Sorrentino mette in campo un film compiutamente personale e decisamente autobiografico. La sua è una riflessione non solo sull’amore e sulla perdita, ma anche sulla potenza vitale del desiderio, sui confini tra tragedia e commedia, assurdità e bellezza, e soprattutto sulla meraviglia di raccontare una vita, anche se “la vita è scadente”. In un film sicuramente molto bello, ma del tutto inedito nella produzione del regista napoletano, sono di scena più emozioni che estetica. Sorrentino questa volta non guarda, ma si fa guardare. E questo senza il narcisismo morettiano, ma nella sua umanità, senza nascondere nessuna fragilità. Infine, cosa animava Sorrentino giovane nel voler fare il regista? La stessa visione che aveva spinto Fellini, ovvero il fatto che «la realtà è scadente».

È  stata la mano di Dio (Ita 2021, 130 minuti).  Regia di Paolo Sorrentino, casa di produzione The Apartment, Fremantle, distribuzione in italiano Netflix, Lucky Red, costumi Mariano Tufano, direttore artistico Saverio Sammali. Cast: Toni Servillo, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri.

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