PORTO SANTO STEFANO. Una presenza che non è passata inosservata: lunedì25 agosto, nelle acque di fronte l’Artemare Club, ha fatto una breve sosta il celebre Morning Glory, uno dei mega yacht a vela più famosi al mondo. Un’imbarcazione che ha fatto parlare di sé non solo per le sue dimensioni e la sua eleganza, ma anche per la fama dei suoi illustri proprietari, ultimo tra tutti l’indimenticato Silvio Berlusconi.
A raccontare la storia dello yacht è il comandante Daniele Busetto, custode dell’importante Archivio Storico dello Yachting dell’Artemare Club.
Lo yacht a vela che stregò il Cavaliere
Il Morning Glory è stato costruito nel 1993 a Viareggio, dai cantieri Perini Navi, fiore all’occhiello della cantieristica italiana di lusso. L’ordine arrivò da Rupert Murdoch, magnate australiano dell’editoria, un tempo anche socio in affari proprio con Berlusconi.
Con i suoi quasi 49 metri di lunghezza e una straordinaria autonomia di navigazione – fino a ottomila chilometri – il Morning Glory è un capolavoro di ingegneria nautica e comfort. Oltre alla potenza silenziosa dei suoi due motori, lo yacht vanta un ponte ampio con una zona prendisole che nulla ha da invidiare a quella di una motonave.
Il restyling voluto da Berlusconi
Quando Berlusconi ne divenne proprietario, lo fece riallestire completamente: ambienti sfarzosi, un grande bar, un pianoforte, una scenografica scala a chiocciola in stile teatrale, un camino in marmo, quattro suite matrimoniali, diciannove posti letto, jacuzzi sul ponte, una sala giochi con biliardo e ping-pong e un salotto da mille e una notte.
Per anni il Morning Glory è stato teatro delle feste del Cavaliere, navigando tra Sardegna, Versilia, il Golfo del Tigullio e la Costiera Amalfitana. A bordo sono saliti volti noti della politica, dello spettacolo e del mondo Fininvest, rendendolo un simbolo galleggiante del jet set italiano.
Oggi, pare che lo yacht sia passato nelle mani di un nuovo armatore, la cui identità rimane per ora avvolta nel mistero. Ma all’Artemare Club assicurano: prima o poi verrà scoperto.
Nel frattempo, non resta che augurare “buon vento” al Morning Glory per le sue prossime rotte – magari con la speranza di rivederlo ancora, e più a lungo, nelle acque della Maremma.





