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Grosseto scende in piazza: «Basta guerra, Palestina libera»

In duemila tra cortei e flash mob. I medici leggono i nomi dei 1.600 sanitari morti nel conflitto israelo-palestinese. Grosseto scende in piazza
Le manifestazioni del 2 e del 3 ottobre
Grosseto, scende in piazza. Le manifestazioni del 2 e del 3 ottobre

GROSSETO. Grosseto è scesa in piazza per la pace. Circa 1.500 persone, la sera del 2 ottobre, hanno sfilato in corteo fino all’ospedale Misericordia, dove ad attenderli c’erano i medici. Lì sono stati letti i nomi dei 1.600 sanitari morti durante la guerra israelo-palestinese, un conflitto che da decenni non trova soluzione.

Anche venerdì 3 ottobre, piazza Dante e piazza Duomo si sono riempite di manifestanti che chiedevano la fine della guerra e la liberazione della Palestina. Le iniziative si sono svolte nel pieno rispetto delle regole, senza alcun disordine: la città ha detto «Basta» a una guerra che continua a mietere vittime innocenti, palestinesi o israeliane che siano.

«Questa mattina mi sono disegnata sulla fronte la bandiera della Palestina per lanciare un segnale anche nella scuola dove lavoro», racconta una manifestante.

Dal comitato per la pace di Grosseto arriva invece un appello alle istituzioni: «Chiediamo al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna di rappresentare anche noi e chi ha a cuore il diritto dei popoli, come fanno altri primi cittadini. Alcuni esponenti politici della provincia hanno parlato della flottilla come se fosse una scampagnata di giovani irresponsabili: non è così, e non è giusto».

La voce dei manifestanti

In tanti hanno scelto di manifestare per dare un segnale di vicinanza e dire: «Noi ci siamo, noi non vogliamo la guerra». Per una provincia come Grosseto, la partecipazione è stata particolarmente alta: segno che cresce la volontà di opporsi alle violazioni del diritto internazionale.

«Il popolo palestinese non è riconosciuto come umano, altrimenti ciò che sta accadendo non sarebbe permesso – dicono ancora dal comitato per la pace – È una situazione anomala, in cui si calpestano i diritti umani, patrimonio solido e indiscutibile. Stanno impedendo alla Palestina di avere un futuro».

Studenti, insegnanti, operai, impiegati, sindacalisti e associazioni si sono ritrovati per due giorni consecutivi in piazza Rosselli, tutti per ribadire anche che manifestare significa libertà: la nostra e quella di altri popoli, come sancisce la Costituzione, dove è scritto nero su bianco che la sovranità appartiene al popolo e si esercita nei limiti e nelle forme della legge.

«Siamo qui perché è frustrante essere bombardati da notizie atroci senza poter fare nulla di concreto – aggiungono altri – Non vogliamo rimanere fermi ad accettare ciò che accade: vogliamo far sentire la nostra voce. È un messaggio anche alle istituzioni: il diritto internazionale vale per tutti, non a giorni alterni. Senza diritto internazionale resta solo la legge del più forte».

 

 
 
 
 
 
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Il flash mob all’ospedale

«Basta! Palestina libera»: questo lo slogan gridato nelle piazze di Grosseto. Il corteo del 2 ottobre è arrivato all’ospedale sulle note di Bella Ciao, per unirsi al flash mob dei medici.

Sono stati letti i 1.600 nomi dei sanitari morti durante il conflitto: donne e uomini che hanno perso la vita mentre salvavano altre vite.

Il corteo era immenso: donne, bambini, uomini, giovani e anziani, tutti uniti per chiedere la fine del genocidio in atto in Palestina, soprattutto a Gaza.

 

 
 
 
 
 
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