GROSSETO. La presenza del granchio blu non è più solo un problema della laguna di Orbetello. Per la prima volta, infatti, in questi giorni di mite settembre questo crostaceo alieno è stato avvistato in gran numero anche a Cala di Forno, una delle spiagge più incontaminate e protette della costa maremmana, all’interno del Parco della Maremma.
Un segnale che preoccupa ambientalisti, pescatori e istituzioni, perché testimonia la capacità di adattamento e diffusione di questa specie, arrivata dall’Atlantico e diventata, in pochi anni, una delle maggiori emergenze ecologiche e produttive del litorale toscano.
Dal Mediterraneo a Orbetello: la lunga marcia del granchio blu
Negli ultimi anni la laguna di Orbetello è diventata l’epicentro del problema in Maremma. Qui il granchio blu ha messo in crisi l’acquacoltura e la pesca tradizionale, minacciando orate, cefali e anguille. La sua capacità predatoria e la velocità riproduttiva hanno reso difficile qualsiasi forma di contenimento.
Per questo motivo, Orbetello è stata inserita nel piano nazionale di contrasto al granchio blu, che prevede risorse economiche, sostegno alle imprese ittiche e incentivi alla filiera gastronomica per trasformare una minaccia in opportunità.
Cala di Forno, ecosistema sotto pressione
La vera novità, però, è l’avvistamento del granchio blu a Cala di Forno, spiaggia selvaggia accessibile solo a piedi o via mare. Un habitat delicato, dove convivono dune, macchia mediterranea e fondali ricchi di biodiversità.
La presenza massiccia di questo predatore rischia di alterare l’equilibrio naturale, con conseguenze imprevedibili su molluschi, piccoli crostacei e specie autoctone. Un campanello d’allarme per l’intero Parco della Maremma, che fino ad oggi era rimasto ai margini della colonizzazione.
Rusci: «Mancano i predatori naturali»
Simone Rusci, presidente del Parco, conferma che il problema c’è ed è ben conosciuto.
«Il problema lo conosciamo, ma non è di facile soluzione. Allo scolmatore a bocca d’Ombrone ne eradichiamo a quintali, ma non basta a risolvere, visto con quale velocità si riproduce. Abbiamo assistito a fenomeni di predazione da parte di aironi e cinghiali, ma anche questa è una goccia nel mare».
Manca il suo antagonista principale, il polpo.
«I veri antagonisti naturali del granchio blu, oltre ad alcune specie di pesci che mangiano le uova, sono i polpi. Ma, purtroppo, i polpi vengono pescati in modo massiccio e, così, non raggiungono mai le dimensioni necessarie per arrivare a nutrirsi di granchi blu».
Un problema ambientale ed economico
L’espansione del granchio blu in Maremma non riguarda solo l’ecosistema, ma anche l’economia. La pesca e l’acquacoltura sono settori chiave per l’occupazione e per l’identità gastronomica del territorio. La pressione di questa specie aliena rischia di mettere in crisi la filiera e di richiedere nuove strategie di gestione.
Tra emergenza e opportunità
Se da un lato l’allarme cresce, dall’altro c’è chi vede nel granchio blu una possibile risorsa. Negli ultimi anni ristoratori e chef hanno iniziato a inserirlo nei menù, trasformandolo in un prodotto di mare richiesto anche dai turisti.
Un percorso che potrebbe aprire nuove opportunità, ma che non basta a risolvere un problema di equilibrio ecologico.
La scheda, il granchio blu
Granchio blu (Callinectes sapidus):
-
Origine: Atlantico occidentale (coste del Nord e Sud America, dal Canada all’Argentina).
-
Diffusione in Italia: segnalato negli anni 2000, oggi molto presente nell’Adriatico, nel Tirreno e nelle lagune.
-
Aspetto:
-
Carapace largo fino a 20-25 cm.
-
Chele robuste, con punte blu accese.
-
Zampe posteriori piatte, adatte al nuoto.
-
-
Colore: generalmente blu-verde, con chele azzurre e parti rossastre nei maschi maturi.

-
Habitat: lagune, foci, estuari, acque salmastre e marine poco profonde.
-
Alimentazione: onnivoro opportunista (pesci, molluschi, crostacei, vegetali).
-
Riproduzione: molto prolifica, le femmine possono produrre fino a 2 milioni di uova.
-
Impatto ecologico:
-
Specie aliena invasiva.
-
Danneggia ecosistemi lagunari e marini, predando pesci e molluschi autoctoni.
-
Minaccia la pesca tradizionale (vongole, cozze, anguille).
-
-
Impatto economico: problema per pescatori e acquacoltura, ma anche nuova risorsa commerciale.
-
Valore gastronomico: carne pregiata, molto usata negli Usa (es. granchio soft-shell) e sempre più proposta in Italia.
-
Gestione: piani di contenimento, pesca mirata e promozione del consumo alimentare.







