CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Chiusura con il botto per la decima edizione della Festa del cinema di mare a Castiglione: ospite il cantautore e leader dei Negramaro Giuliano Sangiorgi, reduce dalla notte della Taranta.
Il musicista salentino non ha solo ha conversato con il direttore artistico Giovanni Veronesi e il giornalista di Sky Omar Schillaci, ma sollecitato dallo stesso Veronesi ha anche cantato alcuni brani, per la gioia del numeroso pubblico presente.
Il primo incontro fra Veronesi e Sangiorgi in una piazzetta a Roma
Quella fra Sangiorgi e Veronesi è un’amicizia pluriventennale, fatta di collaborazioni e che ebbe inizio grazie alla compagna di Giovanni, Valeria Solarino. «Avevamo fatto la colonna sonora del film “La febbre” grazie a Valeria – racconta Sangiorgi – e sul set facevamo sentire le nostre canzoni che il regista Alessandro D’Alatri usò. Quando però incontravo Veronesi lo vedevo come un uomo burbero e mi impressionavo (Sangiorgi usa un’altra parola…) e quando sono andato a vivere a Roma. Una notte d’estate dopo che avevamo fatto un concerto a San Siro, in una piazzetta avevamo improvvisato un concerto e ad un certo punto mi arriva un mazzo enorme di rose. Una cosa incredibile ed era stato Giovanni a mandarmele. Si è vero dice Veronesi – il mio cuore era diventato poltiglia nell’ascoltare le sue canzoni. Amore a prima vista».
Poi una delle tante gag. Veronesi ricorda che vorrà essere sepolto a Castiglione e inizia così un percorso di chi morirà prima e di cosa si diranno al funerale.
Il saluto di Sangiorgi e l’appello per la pace
Poi arriva una chitarra e Sangiorgi ricorda come Veronesi lo ha costretto a cantare “Meraviglioso” di Domenico Modugno.
«Io ascoltavo Modugno in macchina con mio nonno e non mi piaceva apparteneva alle canzoni passate – dice Sangiorgi – e quando Giovanni mi chiese di farla non volevo e gli dico di no. All’ennesima telefonata però ci ho provato. Ho studiato la canzone: beh gliela mandai la canzone fu inserita nel film Italians e andò prima in classifica per settimane».
«La usai senza dirgli niente, direttamente il demo – ride Veronesi – hai visto mai che ci ripensava».
Sangiorgi fa da sottofondo a un racconto di Veronesi, l’ondina, e poi canta ancora un paio di canzoni, coinvolgendo lo stesso Giovanni, con una delle sue preferite, “Solo per te”.
«Voglio usare solo una parola, la speranza per me, per i miei figli, per i figli aldilà del mare. Pace»




