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Gessi rossi, via libera allo stoccaggio

Venator: approvato dal consiglio comunale l’atto di indirizzo per la compravendita del terreno per il deposito permanente dei gessi rossi
Una soluzione per i gessi rossi. Nella foto, la Venator
Gessi rossi

SCARLINO. Il consiglio comunale ha approvato ad unanimità l’atto di indirizzo per la modifica della concessione del 2023 con la quale autorizzava lo stoccaggio temporaneo dei gessi rossi. Con questo atto, il consiglio comunale ha stabilito che i 10 ettari residuali dei 20 dati in concessione possano essere destinati a discarica permanente, in attesa dell’avvio del progetto della Vallina a Gavorrano

Salvaguardia dei posti di lavoro

«Questo atto di indirizzo è un atto di responsabilità che ha l’unico obiettivo quello di salvaguardare i posti di lavoro della piana scarlinese, non solo di Venator ma di tutte le imprese coinvolte nel settore chimico. L’atto è stato fortemente richiesto dall’azienda Venator ad inizio gennaio – spiega la sindaca Francesca Travison in accordo con tutto il consiglio comunale – serviva un terreno di stoccaggio permanente dei gessi rossi prima dell’avvio progetto della Vallina a Gavorrano per poter ripartire e avere nuove commesse».

Questo c’è stato riferito dai vertici aziendali.

La richiesta è stata valutata sotto ogni aspetto, anche attraverso il nostro consulente esterno per l’Ambiente, con confronti continui con l’azienda, con il benestare e il contributo della minoranza. «La compravendita del terreno comunale dato già in concessione procederà a lotti, questo per garantire un monitoraggio costante dell’azioni che Venator si è impegnata a portare avanti nella lettera d’accordo del 27 febbraio 2024 firmata dall’amministratore delegato, documento aggiunto all’atto – dice ancora la prima cittadina – L’amministrazione ha anche fatto i dovuti passaggi con gli altri sindaci della zona e con il presidente della Provincia con i quali è stato firmato un accordo che ha coinvolto anche l’azienda, proprio perché la questione Venator non si chiude tra i confini di Scarlino ma rappresenta una vicenda che ha riflessi su tutta l’economia grossetana». 

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