Fusini interviene: «Laicità non è censura. Faremo un presepe grande e visibile» | MaremmaOggi Skip to content

Fusini interviene: «Laicità non è censura. Faremo un presepe grande e visibile»

Il sindaco di Magliano in Toscana risponde alla scelta della scuola di eliminare Gesù dal testo natalizio: «Il Natale è confronto e tradizione, non rimozione». In arrivo un presepe pubblico come risposta simbolica. Le altre reazioni
La scuola elementare di Magliano e il sindaco Gabriele Fusini
La scuola elementare di Magliano e il sindaco Gabriele Fusini

MAGLIANO IN TOSCANA. Dopo la polemica sulla versione “ripulita” di Jingle Bells alla scuola primaria, il Comune prende posizione.

Il sindaco Gabriele Fusini interviene con una nota ufficiale e ribalta il senso della scelta didattica: «La laicità non si difende cancellando le tradizioni. Il Natale è un’occasione per parlare di differenze, rispetto e dialogo».

Il primo cittadino annuncia anche una decisione simbolica e molto chiara: sarà realizzato un presepe comunale, ben visibile, con Gesù al centro, proprio per riaffermare il valore culturale e storico della festività.

«Rispetto l’autonomia della scuola, ma non condivido la scelta»

Il Comune premette che non ha intenzione di interferire con l’attività didattica, ma Fusini non usa mezzi termini:

«Abbiamo appreso dalla stampa della scelta di eliminare Gesù dalla canzone natalizia.
Pur rispettandone l’autonomia, non posso che dichiararmi contrario».

Per il sindaco, laicità non significa svuotare il Natale del suo contenuto culturale, ma garantire parità, educazione e confronto.

«Laicità non è cancellare, ma includere»

Fusini dettaglia cosa significa per lui una scuola laica: non discriminare nessuno, garantire diritti e istruzione, favorire dialogo tra tradizioni e culture ed educare al rispetto reciproco.

Secondo il Comune, togliere Gesù per evitare riferimenti religiosi rischia l’effetto opposto: non tutela la pluralità, ma la impoverisce.

Il Comune risponde con un presepe pubblico

Il sindaco annuncia una decisione mirata e simbolica:

«Non avevamo previsto un presepe. Ora sì.
Lo realizzeremo in un luogo ben visibile e mettendo Gesù al centro».

Per Fusini, la figura di Gesù è anche civile e universale, oltre che religiosa: parla di accoglienza, pace, rispetto dei più fragili.
Il presepe diventa così una risposta culturale, non solo spirituale, alla controversia.

Il Natale come occasione di cultura, non come tabù

Il messaggio finale dell’amministrazione è netto:

«Laicità non significa rimuovere. Significa conoscere e capire.
Il Natale ci permette di farlo».

Una presa di posizione decisa, che sposta il dibattito fuori dalla chat di classe e sul piano pubblico. Se la scuola ha scelto una recita senza Gesù, il Comune sceglie un presepe con Gesù ben visibile.

Tornusciolo: «Tentativo di manipolare le menti dei bambini»

Sulla vicenda interviene anche Gino Tornusciolo, consigliere comunale di Grosseto della Lega Salvini Premier.

«È notizia di oggi che, a Magliano in Toscana, alcune attività scolastiche sarebbero state modificate per rimuovere riferimenti natalizi, arrivando persino alla riscrittura della canzone Jingle Bells per eliminare ogni richiamo al Natale. Ritengo necessario esprimere con fermezza che far scomparire dal Natale i simboli e i contenuti stessi del Natale non è inclusione: è un’idiozia mascherata da un laicismo che non integra, ma cancella».

«Il Natale è una ricorrenza culturale prima ancora che religiosa, radicata nella tradizione italiana, celebrata nella scuola pubblica come patrimonio comune, non come imposizione di fede. È paradossale che si pretenda di “tutelare” la sensibilità di alcuni distruggendo l’identità di tutti».

«Desidero inoltre sottolineare che nessuna delle insegnanti coinvolte risulta aver mai inoltrato al dirigente scolastico o all’Ufficio scolastico regionale della Toscana una richiesta formale per rinunciare ai giorni di ferie durante le festività natalizie in quanto non credenti. Sembra dunque che il laicismo venga invocato solo quando si tratta di eliminare simboli e tradizioni, non quando si dovrebbe rinunciare ai benefici collegati alla stessa ricorrenza».

«A mio avviso, la cosa più grave è il tentativo di manipolare la mente dei bambini, che non hanno ancora gli strumenti, né l’esperienza, per affrontare temi così complessi. I bambini dovrebbero semplicemente divertirsi, vivere serenamente le attività scolastiche e godersi la magia del Natale, non diventare terreno di sperimentazioni ideologiche».

Gemma Peri: «Si spezza un legame affettivo, la scuola ci ripensi»

Gemma Peri (vice coordinatrice regionale Lega Giovani Toscana) interviene in merito alla decisione della scuola di Magliano in Toscana di eliminare il riferimento a Gesù dalla recita di Natale:

«Ritengo che questa continua erosione delle radici culturali cristiane – parte integrante della nostra storia nazionale – sia ormai diventata intollerabile. Se alcune insegnanti ritengono di non poter trasmettere i valori e i significati del Natale per ciò che sono, possono sempre chiedere di essere sostituite nelle attività specificamente legate a tale ricorrenza, evitando così di imporre all’intera comunità scolastica un appiattimento identitario che non ha nulla di inclusivo».

«Non posso restare in silenzio di fronte a questa scelta che non riguarda soltanto una canzone: tocca qualcosa di molto più profondo, qualcosa che appartiene alla nostra memoria, alla nostra infanzia, alle nostre famiglie. Il Natale è una delle espressioni più sincere della nostra identità. È la festa che ci ha insegnato a stare insieme, a riconoscerci negli stessi simboli, negli stessi gesti, negli stessi valori. È il profumo del presepe preparato con i nonni, le luci nelle case, le emozioni dei bambini che aspettano la recita per mostrare con orgoglio ciò che hanno imparato. Sono momenti che restano nel cuore per tutta la vita».

Per la Lega giovani Toscana: «Togliere Gesù dal Natale non è una scelta neutrale: è spezzare un legame affettivo e culturale che unisce generazioni. Le tradizioni non escludono nessuno: sono un linguaggio che parla di casa, di comunità, di storia condivisa. E i bambini hanno diritto a crescere conoscendo le radici del Paese in cui vivono».

Infine un appello alla scuola: «Chiediamo quindi alla scuola di ripensare questa decisione, non per polemica, ma per amore della nostra cultura e di ciò che essa rappresenta. Difendere le tradizioni significa difendere il cuore stesso della nostra comunità. Ed è un impegno che porteremo avanti con convinzione, rispetto e profonda responsabilità».

Fabrizio Rossi: «Idea distorta di inclusione»

«Quanto accaduto alla scuola primaria di Magliano in Toscana è inaccettabile. Apprendo dalla stampa locale che la dirigente dell’Istituto Comprensivo “G. Civinini” di Albinia avrebbe autorizzato la modifica del canto natalizio “Jingle Bells”, eliminando il nome di Gesù per non “urtare sensibilità”. Una scelta che non può passare sotto silenzio».

È quanto dichiara il deputato grossetano di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi, intervenendo sulla polemica sollevata da un gruppo di genitori.

«Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di annacquare la nostra identità in nome di un’idea distorta di inclusione – afferma Rossi. – Non si educa al rispetto cancellando la propria cultura, né si tutela la laicità censurando ciò che dà origine alla tradizione natalizia. Il Natale esiste perché celebra la nascita di Gesù: rimuoverlo dai canti dei bambini non ha alcuna logica, né sul piano culturale né su quello educativo. Direi che siamo di fronte a un abuso di autorità da parte della dirigente scolastica, che impone la cultura del niente rispetto alla cultura, alla storia e alla religione dello Stato che tra l’altro le paga lo stipendio».

Purtroppo, non è il primo caso che accade in Maremma – commenta il deputato grossetano di FDI. – Da anni assistiamo a derive che cercano di annullare le nostre radici con invenzioni fantasiose come la “Festa d’inverno” o altro. Questo non è includere: è privare ai bambini di sapere cosa festeggiano e cosa festeggiavano i loro padri e i loro nonni. È far credere ai bambini che per convivere con gli altri bisogna cancellare la propria identità».

«Difendere il Santo Natale non significa imporre una fede, ma tutelare la verità storica, religiosa e culturale che ha plasmato la nostra civiltà. Una comunità che smette di riconoscersi perde il senso di sé e diventa fragile. Mi auguro che si torni al buon senso e al rispetto della nostra storia, delle nostre radici e tradizioni. I bambini meritano verità, non censure ideologiche», conclude Fabrizio Rossi.

Walter Capitani: «Difendere il Natale significa difendere la nostra cultura»

Così, invece, Walter Capitani, segretario Lega sezione Colline dell’Albegna.

«Ritengo grave e inaccettabile che, in nome di un presunto laicismo, si tenti di cancellare simboli e contenuti che appartengono non solo alla tradizione cristiana, ma alla cultura italiana nel suo complesso. Il Natale è una ricorrenza identitaria prima ancora che religiosa, un patrimonio condiviso che la scuola pubblica ha sempre celebrato come momento di comunità, non come imposizione di fede».

«È paradossale che, mentre si invoca l’inclusione per giustificare la rimozione delle tradizioni, non risulti che le insegnanti coinvolte abbiano mai chiesto formalmente di rinunciare ai giorni di ferie durante le festività natalizie in quanto non credenti. Un laicismo a intermittenza, che propone di cancellare il Natale ma non i benefici che ne derivano. La cosa più grave riguarda però i bambini: snaturare il significato delle feste o manipolarne i contenuti per motivi ideologici significa privare i più piccoli della serenità, del divertimento e della magia che queste celebrazioni portano con sé. Caricare la scuola primaria di battaglie identitarie è sbagliato e dannoso».

«Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di erodere le radici culturali cristiane che hanno formato la nostra storia e la nostra identità nazionale. Un processo intollerabile, che non ha nulla di inclusivo. Se alcune insegnanti ritengono di non poter trasmettere il Natale per ciò che è, possono chiedere di essere sostituite nelle attività specificamente legate a tale ricorrenza, evitando di imporre all’intera comunità scolastica un appiattimento culturale senza senso».

«Difendere il Natale significa difendere la nostra cultura. Cancellarlo non rende nessuno più libero o più rispettato: rende semplicemente più povera la nostra identità». 

Minucci e Amati: «Altro che scuola laica: questa è una scuola miope»

È netta la posizione del consigliere regionale Luca Minucci e della responsabile provinciale istruzione di Fratelli d’Italia Guendalina Amati sulla decisione della scuola primaria di Magliano in Toscana di eliminare ogni riferimento a Gesù dalla recita natalizia, trasformando una tradizione secolare in un brano svuotato del suo significato.

«Cancellare il nome di Gesù da una recita di Natale – spiegano Minucci e Amati – non tutela nessuno. Non è una parola che offende, non è un pregiudizio, non è una discriminazione. È semplicemente la verità storica e culturale di ciò che celebriamo. Fingere che il Natale non abbia origini religiose, per timore di non si sa quale sensibilità, è disinformazione. E soprattutto è un errore educativo: ai bambini dobbiamo insegnare il significato autentico delle cose, non proporre versioni annacquate per paura delle polemiche»

Fratelli d’Italia ringrazia il sindaco di Magliano, Gabriele Fusini, per essere intervenuto condannando questa scelta.

«Lo diciamo senza giri di parole: per la prima volta ci troviamo completamente d’accordo con il sindaco Fusini. Ha avuto il coraggio di dirlo chiaramente: la laicità non si difende attraverso la censura delle tradizioni, ma attraverso il rispetto. Ma – aggiunge Minucci – alle parole devono seguire i fatti. Perché troppo spesso il partito che il sindaco rappresenta è il primo ad assecondare quel filone culturale che tende a cancellare simboli, radici e identità. Bene dunque la posizione di oggi: ci auguriamo che diventi una linea costante, e non un caso isolato».

Il presepe pubblico annunciato dall’amministrazione è un gesto positivo, «ma non può essere il cerotto messo dopo aver assistito a un errore più grande: la scuola è il luogo dove si formano i bambini, non dove si distorcono le tradizioni per paura di essere ‘meno inclusivi. Inclusione significa spiegare, non censurare; conoscere, non cancellare; rispettare tutti senza rinnegare ciò che siamo».

Fratelli d’Italia Grosseto, con Minucci e Amati, annuncia che seguirà con attenzione la vicenda: «Perché difendere la nostra identità non è un atto nostalgico: è un dovere culturale. Il Natale è Natale. E i bambini hanno diritto di saperlo».

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