Follonica sommersa dai rifiuti: «Il volontariato non basta più» | MaremmaOggi Skip to content

Follonica sommersa dai rifiuti: «Il volontariato non basta più»

L’appello arriva da Gianluca Ranaldi, presidente provinciale di Plastic Free onlus: «A Follonica il volontariato non basta più». Dopo anni di impegno dei gruppi come Vogliamo una città pulita, i volontari chiedono alle istituzioni di agire con decisione contro gli abbandoni dei rifiuti: controlli, sanzioni e collaborazione per un vero cambio di passo
I volontari di Vogliamo una città pulita
I volontari di Vogliamo una città pulita

FOLLONICA. L’invito arriva direttamente dal presidente provinciale di Plastic Free onlus Gianluca Ranaldi: «uniamoci per la nostra città, trasformiamo l’impegno in risultati concreti».

«Amiamo la nostra città e il nostro impegno per mantenerla pulita è una dimostrazione quotidiana di questo amore», spiega il presidente provinciale Ranaldi nel suo appello nei confronti delle amministrazioni.

Ranaldi: «Inaccettabile l’abbandono di rifiuti»

«Ma c’è una sfida che non possiamo più ignorare: l’inaccettabile fenomeno degli abbandoni di rifiuti, che deturpano il nostro paesaggio urbano e che mortificano lo sforzo di tanti cittadini; gruppi come i volontari di “Vogliamo una città pulita” o quelli della nostra associazione sono il cuore pulsante di questa battaglia. Noi mettiamo la passione, il tempo, l’energia e le mani, convinti che il decoro urbano sia un diritto di tutti. Tuttavia, l’entusiasmo e la fatica del volontariato non possono più bastare».

Gianluca Ranaldi
Gianluca Ranaldi

Un esempio per tutti

Negli ultimi anni il gruppo Vogliamo una città pulita ha messo a disposizione dei quartieri della città centinaia di interventi: ogni domenica mattina, da settembre a maggio cominciando alle 9, hanno raccolto una quantità esorbitante di rifiuti abbandonati, quartiere per quartiere, senza sosta, tanto che le passate amministrazioni capendo il grosso lavoro gratuito che questi cittadini svolgevano per la comunità, decisero di riconoscergli questo merito e li munirono di pettorine sponsorizzate, sperando forse in una comunicazione visiva che avrebbe dovuto mandare un messaggio chiaro e inequivocabile: basta abbandonare rifiuti.

Purtroppo però pare che l’effetto non sia stato quello, anzi, abbia piuttosto sollecitato il contrario: visto che ci sono loro che portano via possiamo lasciare. La nota positiva è che sono aumentati i volontari che partecipano alle domeniche all’aperto.

È il momento di unire le forze con le istituzioni

Questa situazione, che è sotto gli occhi di tutti, ha portato appunto i volontari a trarre le ovvie considerazioni: il nostro impegno non è sufficiente a risolvere la maleducazione, la mancanza di rispetto, il senso civico e nemmeno l’ignoranza sulle conseguenze che i loro atti hanno sul resto del mondo.

Ecco che quindi scatta l’appello del presidente provinciale Ranaldi. «La nostra è una richiesta alla collaborazione e al potenziamento degli strumenti a disposizione, per tutelare il lavoro di chi si impegna e responsabilizzare chi sbaglia» dice convinto Gianluca Ranaldi. «Solo così sarà possibile un cambio di passo che porti ad un cambiamento duraturo e visibile».

Gli spunti su cui unire le forze

Per giungere ad un risultato che sia apprezzabile, secondo i volontari dovrebbero essere messi in campo tutti i mezzi a disposizione delle amministrazioni tra cui:

  • Potenziamento tecnologico: suggeriamo l’implementazione di sistemi di monitoraggio mirati, come le foto trappole, nei punti più sensibili. Non per punire, ma per identificare e scoraggiare chi compie atti di abbandono.
  • Maggiore presenza e sensibilizzazione: chiediamo alla Polizia Locale di intensificare la propria presenza, non solo con un ruolo di repressione, ma anche di educazione e deterrenza attiva, intervenendo laddove necessario.
  • Applicazione piena della normativa: è importante che le normative vigenti, comprese quelle che prevedono sanzioni significative e, nei casi più gravi la denuncia, vengano applicate con rigore. La certezza della sanzione è il modo più efficace per educare al rispetto.

«Siamo convinti che quando l’incivile si renderà conto che il suo gesto ha una conseguenza chiara e definita, cambierà atteggiamento. Lavorando insieme – volontariato e istituzioni – possiamo costruire una rete di rispetto e controllo che renda la nostra città un luogo più accogliente per tutti».

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