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Emergenza siccità, piscine senz’acqua

Da giugno è vietato il rabbocco necessario per garantire la qualità dell’acqua e la fruibilità degli impianti. A rischio le piscine di hotel e agriturismi. L’allarme dell’associazione Acquanet
Una piscina

GROSSETO. La notizia è passata inizialmente sotto traccia, ma ora il problema sta saltando fuori. Quella del 2023 potrebbe essere un’estate senza piscine o con un uso limitato. Tutto nasce dalla scarsità di piogge, che ha indotto la Regione Toscana a prendere provvedimenti. Dunque, dal 1° giugno al 30 settembre, nei comuni in cui il servizio idrico è gestito da Acquedotto del Fiora (nelle province di Grosseto e Siena), è vietato il “rabbocco” con acqua potabile. Una norma a cui si aggiunge l’obbligo di svuotamento annuale delle piscine private ad uso collettivo.

Un’estate senza piscine?

Nelle province di Grosseto e Siena il rischio è quello di un’estate senza piscine in agriturismi e hotel. Il riempimento del mese di maggio, infatti, dovrà durare fino al termine dell’estate, senza possibilità di aggiungere altra acqua. 

Considerando che ogni giorno il ricambio di acqua oscilla tra l’1-2%, nei quattro mesi estivi occorre una vasca e mezzo in aggiunta per tenere una piscina con acqua pulita e fruibile per il pubblico

Acquanet: «Un intero settore rischia la paralisi»

Per Rossana Prola, presidente di Acquanet, l’associazione che raccoglie tutti gli operatori del settore, compresi costruttori e gestori di piscine, un mondo intero di attività rischia la paralisi.

«In rappresentanza di un’associazione di categoria come Acquanet – scrive Prola –  la decisione di vietare il rabbocco delle piscine ad uso pubblico per la stagione in corso potrà creare innumerevoli disagi. Una piscina perde per evaporazione e per l’effetto dei bagnanti fino ad un centimetro d’acqua al giorno, nei giorni più caldi. Ovvero qualche metro cubo al giorno.

Senza contare l’acqua necessaria al controlavaggio dei filtri. È evidente che il costo di rabbocco per queste quantità porterà le piscine alla chiusura e tutto un settore alla crisi. Dal punto di vista dell’impatto mediatico, considerando gli sprechi del settore idrico pubblico ai quali in questi anni non si è posto rimedio, la ripercussione sarebbe davvero forte.  Chiediamo, quindi, un incontro per definire possibilità alternative per scongiurare la totale chiusura».

 

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