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Emergenza caldo: cassa integrazione sopra i 35 gradi

Intanto la Regione invita i datori di lavoro a rivedere i turni: le maggiori preoccupazioni riguardano chi lavora sotto al sole e chi utilizza materiali che non sopportano il calore
Un operaio al lavoro
Un operaio al lavoro

FIRENZE. Le temperature crescono e la Regione martedì 18 luglio ha provveduto a trasmettere nuovamente una circolare, rivolta ai datori di lavoro e inviata anche alle organizzazioni di categoria datoriali e sindacali, per raccomandare l’adozione delle linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori degli effetti di calore già inviate a giugno, con un’attenzione particolare alle lavorazioni all’aperto o in ambienti chiusi non climatizzati.

Lavoro all’aperto e stress termico

Nel documento si descrivono i sintomi delle principali malattie – dai colpi di calore alla sindrome da esaurimento da calore, dai crampi alla dermatite da sudore – e si indicano rimedi e azioni per contrastarle. Si raccomanda, come misura di prevenzione, di designare in ogni luogo di lavoro una persona formata sui rischi e sulle misure di tutela da adottare. Ci sono anche indicazioni pratiche, come il link ad un sito dove, in base alle condizioni meteo, è possibile calcolare l’indice empirico utilizzato per capire se l’esposizione ad un determinato ambiente caldo genera o meno stress termico.

Si consiglia l’opportunità di revisione dei turni di lavoro, riprogrammando ad esempio le attività prioritarie e da condursi all’aperto nei giorni con le più favorevoli condizioni meteo e pianificando invece le attività più impegnative dal punto di vista fisico nei momenti più freschi della giornata. Si raccomanda di mettere a disposizione acqua e aree ombreggiate durante e favorire l’acclimatazione dei lavoratori aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l’esposizione al calore.

L’Inps: via libera alla cig sopra i 35 gradi

Le temperature torride possono rappresentare un vero e proprio rischio per la salute, così l’Inps ha deciso ormai alcuni anni fa che sopra i 35 gradi, per quei lavori che devono essere svolti sotto il sole o utilizzando materiali che non sopportano il calore, è possibile richiedere la cassa integrazione ordinaria.

«Considerata l’eccezionale ondata di calore che sta interessando tutto il territorio nazionale e l’incidenza che queste condizioni climatiche possono determinare sulle attività lavorative – si legge nella lettera dell’istituto nazionale di previdenza – la causale “eventi meteo” è invocabile dal datore di lavoro anche in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa delle temperature elevate”, cioè di norma superiori ai 35 gradi».

Ma nel concreto, per che tipo di lavori è possibile richiedere la cassa integrazione? È sempre l’Inps a specificarlo. Ci sono quelli di stesura del manto stradale, di rifacimento di facciate e tetti di costruzioni, le lavorazioni all’aperto che richiedono indumenti di protezione «e, in generale, tutte le fasi lavorative che avvengono in luoghi non proteggibili dal sole – si legge – o che comportino l’utilizzo di materiali o macchinari particolarmente sensibili al forte calore».

I rischi e le conseguenze per i lavoratori

C’è anche un riferimento al portale agenti fisici (https://www.portaleagentifisici.it): un sito realizzato dal Laboratorio di Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Usl Toscana Sud Est, con la collaborazione dell’Inail, dove si spiegano rischi e conseguenze dell’esposizione a vibrazioni, campo elettromagnetici o radiazioni.

Quanto al codice calore nei pronto soccorsi, che il Ministero ha sollecitato le Regioni ad attivare di fronte alle temperature in costante ascesa, di fatto in Toscana esiste da tempo: c’è infatti un protocollo interno specifico che prevede una presa in carico urgente di fronte a sintomi che possono far pensare a malattie da calore.

Facendo seguito alle indicazioni del Ministero e per ridurre gli accessi inappropriati al pronto soccorso, la Regione ha inviato invece una comunicazione ai direttori generali e sanitari delle aziende sanitarie toscane per l’attivazione degli ambulatori territoriali, dodici al giorno per sette giorni la settimana, il potenziamento del servizio di guardia medica, per favorire l’assistenza domiciliare, oltre al monitoraggio nei pronto soccorso dei casi con calore o colpo di sole.

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